Sherif El Sebaie ci scrive a proposito di una nostra critica
Testata:Informazione Corretta Autore: Sherif El Sebaie Titolo: «Sherif El Sebaie ci scrive»
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Sherif el Sebaie circa la critica "Contro il fondamentalismo islamico: forza Magdi Allam !", pubblicata da Informazione Corretta il 21-10-05. El Sebaie smentisce di aver mai avuto l'intenzione di "screditare e isolare" Magdi Allam. Ne prendiamo atto e non mettiamo in dubbio le su parole. Resta un giudizio negativo su articoli, che, anziché entrare, anche criticamente, nel merito delle tesi di Allam si limitavano a raccogliere opinioni su di esse (risultate tutte negative). Osserviamo anche che i redattori del MANIFESTO che hanno intitolato uno degli articoli di El Sebaie da noi criticati "Il più moderato degli imam «scomunica» Magdi Allam" non hanno, a nostro giudizio, reso un buon servizio all'autore, che non vuole l'isolamento di Allam. Quale può essere infatti il senso di una scomunica se non quello di isolare chi la subisce?
Da parte nostra, ribadiamo che, per noi, il miglior esempio dell' islam che si suole definire "moderato", e che è poi semplicemente l'islam non fondamentalista e che rispetta la vita umana, è dato proprio da coraggiosi giornalisti come Magdi Allam, o da organizzazioni dedite a una ricerca puramente spirituale come il Coreis, che a quanto ci consta condivide le posizioni di Magdi Allam e che ancora non è stata interpellata da El Sebaie nella sua inchiesta.
Ecco il testo della lettera: Gentile Redazione di "Informazionecorretta.com",
Ho letto ora sul vostro portale la seguente introduzione ai miei ultimi due articoli pubblicati su Il Manifesto: "Il quotidiano comunista IL MANIFESTO ospita generosamente una campagna, condotta da Sherif el Sebaie per screditare e isolare Magdi Allam, giornalista già raggiunto da una condanna a morte islamica e colpito dall'accusa di apostasia e e di ipocrisia religiosa". (V. http://www.informazionecorretta.com/showPage.php?template=rassegna&id=6730 ). Niente di più falso: dubito che chi ha scritto quell'introduzione mi conosca o sappia come vivo personalmente la fede islamica. Perché in effetti, ed è forse proprio questo il concetto che a molti sfugge, io non ho nessun interesse nello screditare o isolare Magdi Allam, che è un ex-allievo salesiano come il sottoscritto e l'esempio dell'immigrato che ha avuto successo in un paese che non era il suo. Negli articoli "incriminati", mi sono limitato ad intervistare delle persone - i famosi "musulmani moderati" - in merito ad un appello lanciato da Allam sulle pagine del Corriere. L'articolo di Allam iniziava così : "In Italia sembra essere esplosa la moschea-mania. Da Genova a Firenze, da Verona a Reggio Emilia, da Napoli a Colle Val d'Elsa, tutti la vogliono. Ebbene, da cittadino italiano, musulmano, laico, lancio un appello a tutte le istituzioni dello Stato affinché sospendano la costruzione di nuove moschee". Ho fatto delle domande sull'argomento, e ho trascritto fedelmente le risposte che mi sono state date. Tutto qua. In poche parole ho fatto ciò che farebbe qualsiasi altro intervistatore. Se poi i musulmani moderati hanno deciso di prendere le distanze e criticare le posizioni di Magdi Allam, queste sono le loro opinioni e i loro pensieri, non quelli del sottoscritto o del quotidiano che le ha ospitate. Se fosse stato qualche altro onesto intervistatore a fare quelle domande, avrebbero risposto allo stesso modo e ciò non avrebbe cambiato di una virgola la nuova presa di posizione dell'Islam moderato nei confronti di Magdi Allam, un giornalista che può avere delle idee condivisibili e altre meno. Gli articoli pubblicati da Il Manifesto rientrano quindi nei limiti della dialettica e del confronto civile, della libertà di espressione e soprattutto di informazione. Nessuno può censurare o denigrare il lavoro del sottoscritto solo perché gli intervistati hanno deciso di criticare - tra l'altro civilmente - un pensiero, seppur espresso da Magdi Allam. E nessuno può accusare il sottoscritto - o il quotidiano - di condurre "campagne di discredito e isolamento" nei suoi confronti perché si è limitato a riportare quelle critiche. Invito chiunque abbia intenzione di commentare questi servizi a calibrare meglio le proprie espressioni, perché non mi fa di certo piacere che fatti documentatissimi vengano strumentalizzati. Proprio per questo vi chiedo gentilmente di modificare l'introduzione o quantomeno di pubblicare il testo della presente in calce alla vostra rassegna.