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Informazione Corretta - Il Foglio Rassegna Stampa
14.09.2004 Theodorakis insiste con dichiarazioni antisemite
il comitato olimpico lo premia, la stampa italiana ignora il caso

Testata:Informazione Corretta - Il Foglio
Autore: Angelo P ezzana - un giornalista
Titolo: «L'antisemitismo di un vecchio europeo (visto non si stampi)»
Sul caso Theodorakis, il cantautore greco che ha rilasciato a più riprese dichiarazioni antisemite, pubblichiamo un articolo dello 09-09-04, di Angelo Pezzana.
Il Comitato Olimpico Internazionale, chiuse le manifestazioni sportive, ha deciso di assegnare il premio "Olympiart" a Mikis Theodorakis quale riconoscimento per i "valori di armonia e di pace" che rappresenta e diffonde.
Chi fra noi ha i capelli grigi ricorderà certamente l'emozione provata nell'ascoltare la musica di Zorba il greco. Nelle travagliate vicende politiche greche l'immagine di Theodorakis ci è sempre arrivata come in una aureola di ribellione ed eroismo. Contro la dittatura, poi l'esilio in Francia ed infine il ritorno insieme alla libertà ritrovata. Invecchiando, Theodorakis - come tanti altri come lui, fra tutti vale la pena citare il premio Nobel Saramago- ha imboccato la strada dell'antisemitismo. Che di questi tempi sembra rendere alquanto bene se chi la imbocca viene laureato con premi così importanti.
Il Comitato olimpico non solo non ha fatto una piega di fronte alle posizioni di Theodorakis, anzi, si direbbe che le sue dichiazioni contro gli ebrei gli abbiano addirittura giovato.
Cosa ha affermato il musicista che ci aveva fatto sognare con la sua musica tanti anni fa ?
L'imbarazzo sta solo nella scelta.Ecco alcune perle dalla lunghissima intervista che ha concesso al giornale israeliano Haaretz durante le olimpiadi
1)Gli ebrei sono la radice del male
2)Sharon sta guidando gli ebrei come Hitler i tedeschi
3)Non c'è antisemitismo in Europa, è solo una reazione contro Sharon e Bush
4)gli ebrei che regiscono a queste mie parole sono psicopatologimente dei malati. si vogliono sentire vittime. sono anche dei masochisti.Nella tradizione ebraica c'è un masochismo psicologico.
5)gli ebrei sono vicini ai più grandi poteri del mondo,possono fare ciò che vogliono. Spacciandosi per vittime si sono dati la licenza di nascondere la verità.
6)se gli ebrei non fossero stati dei fanatici non sarebbero esistiti
7)gli ebrei si sentono i figli di Dio, sono il popolo eletto
8)sono arroganti e aggressivi e si sentono superiori.
9) 200 premi Nobel sono ebrei, Cristo Marx e Einstein erano ebrei, hanno il mondo della finanza nelle loro mani. questo li fa sentire superiori
10)gli ebrei controllano la maggior parte delle grandi orchestre sinfoniche del mondo. Io ho scritto l'inno nazionale palestinese, e da allora non ho più lavorato con nessuna grande orchestra
11)gli ebrei, le comunità ebraiche internazionali controllano le banche, Wall Street e i mass media
12)gli ebrei, tramite la loro influenza su Bush, controllano gli affari mondiali
13) L'America, la più grande superpotenza mondiale, è controllata oggi dagli ebrei
14)Il Mossad ha la tecnologia, potrebbe aver preso parte all'attacco alle Torri gemelle
15)per me è naturale usare frasi come "la mentalità nazista di Israele" o la "barbarie nazista di Israele". Israele non ha bisogno di creare le camere a gas. Uccide ugualmente donne e bambini, è la stessa cosa.
16)gli ebrei hanno la tendenza ad essere dominatori
Potremmo continuare, tanto è il veleno che il quasi ottantenne e neolaureato Mikis Theodorakis sparge a piene mani, usando tutto l'armamentario del più bieco antisemitismo nazista, riproponendolo in tutta tranquillità come se fosse la cosa più avvia e condivisa di questo mondo. Certo, se le cose stessero così, sarebbe già tardi preoccuparsene. A Saramago, che pensa e dice le stesse cose, il premio Nobel. A Theodorakis il premio olimpico perchè diffonde "valori di armonia e pace". Se questa è l'Europa che abbiamo intorno stiamo freschi, anche perchè l'elenco, italiani compresi, è molto più lungo di quanto si possa sospettare.
E dal Foglio di oggi, 14-09-04 "L'antisemitismo di un vecchio europeo (visto non si stampi)"
Niente come la guerra stravolge i destini anche più quieti, così finisce che uno che poteva passare alla storia come l’inventore della grammatica generativa ci passerà invece come il più svitato degli americani antiamericani.Similmente, uno che aveva già lasciato il suo segnaposto nella storia dell’umanità come paroliere di Iva Zanicchi, o almeno musicista più politicamente impegnato mai nato nell’isola di Chio, insomma l’Asor Rosa della musica colto-popolare della Grecia contemporanea, rischia di vedere il suo nome indelebilmente e con ignominia iscritto per l’eternità nella colonna infame degli antisemiti.
Recidivi per di più. Non che non se lo meriti. Uno che si fa intervistare da Ha’aretz Magazine (il 27 agosto scorso) e alla precisa domanda: "Mr Theodorakis, il 4 novembre 2003 lei disse alcune parole che sconvolsero ebrei e non ebrei di tutto il mondo. Disse che gli ebrei sono alla radice del male. […] Dieci mesi dopo, non pensa di aver commesso un errore pronunciando quelle parole?", risponde preciso: "No. Ma ritengo importante sottolineare che io non dissi la radice del L’antisemitismo di un vecchio male, dissi alla radice del male", non è che si metta nella condizione migliore per sottrarsi alle accuse.
Come sia possibile che un attempato musicista di fama mondiale, in gioventù partigiano contro il nazifascismo, in età matura impegnato contro la dittatura e per la pace tra i popoli, militante comunista e autore tra l’altro di una "Ballata di Mauthausen", che contribuì non poco a svegliare l’intorpidita
coscienza nazionale greca riguardo alla Shoah si sia infilato in tanto perniciose interpretazioni metastoriche, è una vicenda che val la pena raccontare. Anche perché rischia di suonare nuova per il notoriamente poco informato (nel senso che poco lo informano) pubblico italiano. La notizia della dirompente intervista di Ha’aretz è stata ripresa sulla Stampa di ieri da Pierluigi Battista (gli ebrei "amano sentirsi vittime" e che sono "malati di masochismo psicologico"), che a sua volta la desumeva da un trafiletto di Avvenire del 7 settembre, che polemicamente pronosticava al musicista greco la futura partitura di "J, l’orgia del potere". Stante "J per il nazista Juden". Per il resto, le imprese europeo (visto non dialettiche di Theodorakis sono da tempo oggetto di puntuta attenzione tra gli addetti, come i siti web Informazione Corretta o Israele online, mentre la grande stampa dimostra un nteresse più lieve. Che non sia facile, o non piaccia, dar conto di simili posizioni nell’Olimpo della cultura di matrice comunista, è solo una delle spiegazioni possibili. Comunque sia. Il caso nasce ai primi di novembre del 2003, quando Theodorakis, presentando tre libri sulla sua biografia, si concede una lunga e perigliosa digressione sui rapporti e i parallelismi tra greci ed ebrei. "Noi siamo soli. Ma senza il fanatismo e l’autocoscienza degli ebrei", disse. E "oggi possiamo dire che questo piccolo popolo è alla radice del male".
Le reazioni non si fecero attendere, quelle ufficiali di Israele e delle autorità greche, quelle di intellettuali ebrei e non ebrei, quelle di giornali come il New York Times. Oggi, il sito ufficiale di Theodorakis somiglia più a quello di un politico professionale che a quella di un artista. C’è una pagina che si intitola "Statements and declarations", suddivisa in due sezioni: "This obscene war in Iraq" e "Theodorakis, antisemite?". Si difende dalle accuse anche
con una "declaration" ufficiale, santificata in calce dalla firma autografa, che a onor del vero sembra piuttosto un pentagramma svenuto. Però non fa un passo indietro. Al giornalista di Ha’aretz ha ribadito punto per punto le sue posizioni: "La radice del male è la politica del presidente Bush. E’ una politica fascista. Non riesco a capire come il popolo ebraico, che è stato vittima del nazismo, possa sostenere una simile politica". Teme che Sharon possa portare il suo popolo a politiche "simili a quelle naziste", non riesce a capacitarsi di essere attaccato come antisemita per queste sue posizioni, non comprende i timori degli ebrei di un risorgente antisemitismo: "La pretesa che esista un nuovo antisemitismo non è solo una reazione malata, è anche una reazione astuta, perché realmente consente agli ebrei di fare qualunque cosa vogliano". Gli chiede il giornalista: "Lei afferma che ora gli ebrei, influenzando Bush, hanno il controllo della politica mondiale? "Sì".
"Dunque gli ebrei tirano le fila alle spalle di Bush?". "No, loro stanno davanti". E’ la guerra, bellezza. Mica un’opinione.
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