Mikis Theodorakis e il paradigma dell’antisemitismo un intervista di Haaretz al musicista greco
Testata:Informazione Corretta Autore: Federico Steinhaus Titolo: «Mikis Theodorakis e il paradigma dell’ antisemitismo»
L’ intervista
Haaretz.com ha intervistato Mikis Theodorakis, il mitico compositore greco. Un giornalista israeliano ha trascorso molto tempo in casa sua, ed il lungo, ricco, articolato dialogo è stato pubblicato integralmente lo scorso 27 agosto. Noi ne traduciamo solamente la parte che è di nostra stretta competenza.
Domanda: Signor Theodorakis, il 4 novembre 2003 lei ha detto alcune parole che hanno sconvolto ebrei e non ebrei in tutto il mondo. Lei ha detto che il popolo ebraico è la radice del male. Cosa intendeva? Risposta:"Per me oggi la radice del male è la politica del presidente Bush. E’ una politica fascista. Non riesco a capire come sia possibile che il popolo ebraico, che è stato vittima del nazismo, possa appoggiare una tale politica fascista. Nessun popolo al mondo tranne Israele appoggia questa politica!…Io sono un amico di Israele. Io sono un amico del popolo ebraico. Ma la politica di Sharon ed il sostegno alla politica di Bush oscura l’ immagine di Israele. Io temo che Sharon stia conducendo il popolo ebraico – come Hitler condusse il popolo tedesco – alla radice del male."
D: Ancora oggi, dopo dieci mesi, lei non pensa di aver commesso un errore pronunciando quelle parole? R: "No, ma è importante per me sottolineare che non ho mai detto che gli ebrei sono la radice del male. Io ho detto che essi sono alla radice del male."
D: Allora non ha ripensamenti? R: "No. E sono stato ferito dalla reazione degli ebrei a quanto ho detto. Non è stata una reazione civile. Ho ricevuto centinaia di e-mail velenose da ebrei di tutto il mondo. Non comprendo questo odio nei miei confronti. Ho combattuto contro il razzismo tutta la vita. Sono stato per Israele. Ho scritto "Mauthausen". Dopo tutto ciò, come potrei essere diventato da un giorno all’altro antisemita? … Non credo vi sia antisemitismo in Europa. Vi è una reazione alla politica di Sharon e di Bush. Credo sia artificioso pensare che vi sia un nuovo antisemitismo. E’ un pretesto. E’ un modo per non fare autocritica. Invece di chiedersi cosa vi sia di sbagliato nella politica di Israele gli ebrei dicono che gli europei sono contro di loro a causa dell’ antisemitismo….E’ una reazione malata….E’ una reazione da psicopatologia del popolo ebraico. Gli ebrei vogliono sentirsi vittime…Lasciateci creare un altro ghetto. E’ una reazione masochista….Vi è un masochismo psicologico nella tradizione ebraica…."
D: C’è anche del sadismo? R: "Sono certo che quando gli ebrei della diaspora parlano di sé stessi si sentono soddisfatti. Essi sentono che ora, quando il più grande potere del mondo è a portata di mano, nessuno possa far loro del male. Essi possono fare quel che vogliono. Per questo motivo la pretesa che esista un nuovo antisemitismo non è solo una reazione malata, è anche una reazione astuta".
D: In che senso? R: "Perché realmente essa consente agli ebrei di fare qualunque cosa vogliano. Non solo psicologicamente, ma anche politicamente fornisce agli ebrei un pretesto. Il senso del vittimismo. Dà loro la licenza di nascondere la verità. Oggi in Europa non vi è alcun genere di problema ebraico. Non c’è antisemitismo."
D: Andiamo un po’ più in profondità, un po’ indietro nel tempo. Quando lei era un bambino, prima dell’ Olocausto, quale era la sua impressione degli ebrei? R: "Gli ebrei della Grecia non erano diversi dai greci….Amavano il loro lavoro e la loro famiglia…A scuola erano i migliori…Gli ebrei erano pittoreschi….Nel 1932 io ero a Ioannina. Là vi era una grande comunità ebraica. Io giocavo tutto il tempo con ragazzi ebrei. Mia nonna era molto religiosa. Aveva una stanza piena di icone….In primavera mi disse: Ora è Pasqua, non andare al quartiere ebraico. Durante la Pasqua gli ebrei mettono i bambini cristiani in botti piene di coltelli. Poi devono il loro sangue…Anni dopo, prima di diventare comunista, ero membro di un movimento giovanile fascista….Un giorno mi affidarono il compito di parlare del comunismo. Andai a casa e chiesi a mia madre cosa fosse il comunismo. Mi disse che non lo sapeva ma pensava che fosse il male…il male come gli ebrei, mi disse." … D: Lei sembra affascinato dagli ebrei. Perché? R: "E’ un mistero come si possa essere una comunità che supera ogni pericolo e rimane fedele alle proprie origini. Guardi alla Francia, per esempio. In Francia c’è una grande comunità di ebrei…ma gli ebrei diventano francesi? No. Loro parlano perfettamente il francese. Hanno successo nel lavoro. Ma non sono francesi. Loro pensano solo a tornare a Gerusalemme."
D: Lei pensa che l’ Israele di Sharon sia l’ espressione di questo elemento di arroganza e di aggressività della psiche ebraica? (NDT: si riferisce ad una parte del colloquio che qui non abbiamo tradotta) R: "No, non direi. Ma il problema della loro superiorità non è solo una sensazione. Nella loro battaglia di autodifesa essi si sono sempre distinti. Ci sono 200 ebrei che hanno vinto premi Nobel. Cristo, Marx ed Einstein erano ebrei. Gli ebrei hanno dato molto alla scienza, all’ arte ed alla musica. Loro hanno in mano la finanza mondiale….Tutto ciò dà loro un senso di superiorità." … "Lasci che io chiarisca bene il mio pensiero. Quando fu fondato lo stato d’ Israele noi eravamo al fianco di Israele. C’era molta simpatia per il sionismo a causa di quanto avevano sofferto durante la guerra. Questo è un lato degli ebrei. Ma la comunità ebraica internazionale è anche un fenomeno negativo. Il popolo ebraico controlla le grandi banche. E spesso i governi. Pertanto tutto il male che proviene dai governi è naturale che venga associato dalla gente con il popolo ebraico."
D: Lei personalmente ritiene che gli ebrei, la comunità ebraica internazionale, ha il controllo delle banche, di Wall Street, dei media? R: "Sì."
D: E lei afferma che ora, influenzando Bush, ha il controllo della politica mondiale? R: "Sì." …
D: Dunque gli ebrei tirano le fila alle spalle di Bush? R: "No, loro stanno davanti a lui".
D: L’America, la grande superpotenza, è oggi controllata dagli ebrei? R: "Sì."
Nella conclusione di questo allucinante dialogo Theodorakis afferma che in realtà bin Laden potrebbe essere solo un fantoccio degli Stati Uniti, e che solo gli Stati Uniti possiedono la tecnologia che è stata usata per colpire le Torri Gemelle l’ 11 settembre.
Analisi
Le opinioni di questo grande artista, uomo di cultura profondamente impegnato anche in politica, ci forniscono il paradigma perfetto dell’ antisemita moderno, motivato da simpatie politiche ma influenzato in maniera occulta anche da retaggi medievali. Un antisemita che nega di esserlo ed anzi proclama amicizia ed ammirazione per gli ebrei…per alcuni ebrei, che hanno vinto i premi Nobel o che si sono limitati ad essere folcloristici. Non di certo per gli ebrei che pretendono il diritto di essere diversi, il diritto di rifiutare l’ obbligo di integrarsi e di sparire come popolo. Questo antisemitismo, ultima mutazione di un male del quale l’ Occidente cristiano, checchè ne dica Theodorakis, non riesce da duemila anni a guarire, questo antisemitismo parte dalla legittima antipatia per Sharon, dalla legittima critica della politica israeliana, ma approda ai più antichi e classici pregiudizi: tutti gli ebrei sostengono Sharon e Bush, anzi sono loro che ordinano a Bush cosa deve fare in quanto controllano tutta la finanza e tutta la stampa mondiale; dunque, gli ebrei, tutti, sono spregevoli e pericolosi criminali che vogliono solamente dominare il mondo intero. Noi non vediamo alcuna differenza fra la leggenda che la nonna aveva raccontato (nel 1932, non nel 1332!) a Mikis, sugli ebrei che torturano i bambini cristiani per berne il sangue a Pasqua, e l’ altra leggenda che Mikis , cresciuto, ora racconta come un dato di fatto. Non vediamo alcuna differenza fra come Theodorakis vede gli ebrei francesi di oggi e la vecchia accusa di doppia lealtà, che era un modo elegante per accusare gli ebrei di essere infidi e traditori. Non vediamo alcuna differenza fra l’ ammirazione di Theodorakis per i 200 o pochi più ebrei della storia che hanno fatto qualcosa di buono, fra la sua ammirazione per gli ebrei che sono tutti intelligenti, e la sua accusa che gli ebrei complottano sempre ed ovunque contro l’ umanità: pregiudizi, pregiudizi, pregiudizi. La risposta che si può dare a quelle accuse è fin troppo banale: "Se gli ebrei fossero veramente tutti così intelligenti, se veramente dominassero la finanza e la stampa mondiali, come mai non sono ancora riusciti a realizzare il loro complotto per impadronirsi del mondo?" . Ma non è questa la risposta migliore, anzi forse la risposta a quelle accuse non esiste e non esisterà mai. Il pregiudizio prescinde dalla ragione, e forse nessun ragionamento potrà cancellare un pregiudizio fortemente radicato in alcuni come quello antiebraico. Come i pazzi negano di esserlo, anche questi antisemiti si proclamano liberi da ogni pregiudizio.