25/3/02 Chi è lo sciacallo? Falsità giornalistiche su Ciriello
Testata: Rai 1 Data: 25 marzo 2002 Pagina: 0 Autore: un giornalista Titolo: «»
Il vivace botta e risposta epistolare tra Amedeo Ricucci,inviato a Ramallah di "Tv7",e Fausto Biloslavo a proposito dei recenti sviluppi del "caso-Ciriello",pubblicato in fondo alla 14° pagina dell'edizione odierna (24 marzo) del "Giornale",è indicativo del modo in cui alcuni giornalisti dell'azienza pubblica radiotelevisiva intendono (e quindi eseguono) il loro dovere di informatori al servizio esclusivo della Collettività Nazionale. Il giornalista nega decisamente di aver accusato i carristi israeliani di "premeditazione" nell'aver ucciso il fotoreporter free-lance,di essersi comportato imprudentemente quella tragica mattina infine,di non aver avvertito Ciriello del pericolo che correva affacciandosi su quell'angolo di strada teatro,appena pochi secondi prima,di una violenza sparatoria tra iliziani palestinesi e soldati israeliani,dando prova di un non comune sprezzo del ridicolo - la pervicace negazione della realtà è un evidente sintomo di temerarietà - ,che si sublima nella ingiuriosa offesa ("Sciacallo!") rivolta più volte all'indirizzo del collega. Eppure,solo dopo la diffusione delle riprese TV "girate" allora dal suo assistente,Sanna,si è appurato che il caseggiato dietro cui s'erano riparati Ricucci,Sanna e Ciriello,era stato sfruttato da un gruppo di miliziani palestinesi come riparo da cui poter mitragliare le truppe israeliane,che quella in cui operavano era stata dichiarata giorni prima "zona militare chiusa" (all'accesso di civili) dallo Stato Maggiore israeliano perchè teatro di una vasta operazione anti-terrorismo,che,infine,fossero passati appena 55 secondi,secondo la programmazione della videocamera di Ciriello,tra l'ultima raffica palestinese e la conseguente risposta dei carristi israeliani,verso l'angolo del caseggiato in cui si era sporto Ciriello (che,secondo il filmato "girato" dalla sua videocamera,non ricevette alcun invito alla prudenza,men che meno da Ricucci). E' ancor più grave che questo sedicente professionista dell'informazione pubblica,dopo aver diffuso una falsa ricostruzione - che pure,nei primi giorni,poteva imputarsi all'emozione della tragedia - dei fatti,l'abbia sostanzialmente ripetuta davanti alle telecamere della TV pubblica (durante la penultima puntata della trasmissione di Santoro),per poi "ritoccarla" solo dopo la recentissima diffusione del filmato di Ciriello,che ristabiliva definitivamente la verità:una verità che nulla toglie nè tantomeno aggiunge alla tragicità della morte di Ciriello,come alle ragioni delle due parti in guerra, ma che testimonia l'impellente necessità di una informazione davvero seria ed equilibrata sugli avvenimenti del complesso e sanguinoso conflitto arabo-israeliano. A 18 mesi dal vergognoso episodio di Riccardo Cristiano,già capo dell'ufficio di corrispondenza RAI,trasformatosi in agit-prop del "Guevara mediorientale" Arafat, s'impone un effettivo cambio di rotta in senso autenticamente pluralista e distaccato nell'operare da parte dei giornalisti stipendiati,attraverso il canone,dall'intera Collettività Nazionale,e non già da un'unica parte (politica o ideologica) della stessa.
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