3 Lettere: Intellettuali in disarmo, antisemitismo Rai, Gesù ebreo
1. Il disarmo degli intellettuali
Gentile Deborah,
ho riletto un vecchio articolo (2015) del sempre bravo G. Meotti, relativo alle stragi islamiste nella Francia del 2015.
Nell'articolo viene spiegato molto dettagliatamente l'atteggiamento di tanti intellettuali ed il loro ruolo di ciarlatani ed imbonitori che tendono a giustificare o addirittura ad esaltare le azioni feroci del terrorismo islamico con dichiarazioni che sfiorano il ridicolo.
Si va da Derrida a Baudrillard, da Saramago a T. Negri fino a Sepulveda ecc. L'articolo sembra scritto oggi e nel frattempo tanti intellettuali sono perfino peggiorati in qualita' ed onesta' intellettuale.
Si resta allibiti dalla montagna di sciocchezze che costoro mettono insieme. L'articolo del 2015, si trova in rete titolo '' Narcisi e ciarlatani questo il catalogo dopo Parigi.'' Viene da pensare che se un tempo gli intellettuali in qualche modo ispiravano la gente, oggi molti intellettuali si fanno ispirare dai social, magari con l'aiuto del... Qatar. Mah!
In difesa del povero Sansal, sbattuto in galera a 80 anni in Algeria, non si è sentita la voce di nessun intellettuale!!
Saluti
Dante Dalessandro
Caro Dante,
Viviamo in un periodo di arretratezza di cui gli intellettuali sono forse i maggiori responsabili. Dobbiamo assistere alla cancellazione di tutte le nostre certezze, la cancel culture è usata per indicare ogni forma di ostracismo e così si va da Dante Alighieri estromesso perché colloca Maometto all’Inferno, a Biancaneve che non è più l’amica dei sette nani ma di “persone di bassa statura”. Non si può dire cieco ma “non vedente”. I grandi classici vengono censurati e manipolati, In America ma anche in Europa vengono distrutte le statue di grandi uomini, Cristoforo Colombo è stato tra i primi ad essere scaraventato giù dal suo piedistallo e preso a martellate. Non si rendono conto che stanno distruggendo la civiltà e la cultura per quello che loro considerano il non plus ultra: la sub cultura islamica. Vediamo le piazze invase da giovinastri e vecchi sessantottini che urlano elogi ai tagliagole di Hamas. Nelle università docenti ebrei non possono parlare, nemmeno entrare. Il povero Boualem Samsal è stato sbattuto in galera a 80 anni? Non si è avuta la minima reazione esattamente come sono passati inosservati le donne, gli uomini, i bambini israeliani violentati e fatti a pezzi. Potremmo scommettere qualunque cifra che se Sansal fosse stato messo in prigioni in Israele, il mondo woke sarebbe insorto.
Non stiamo lasciando un bel mondo alle future generazioni e questo mi dispiace enormemente.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. Antisemitismo in Rai
Cara Deborah,
Oggi su Radio 3 è andata in onda dalle 9 alle 9,30 una trasmissione in cui si commentava un testo di Matteo Nucci che era un distillato di falsità e di odio contro Israele e la sua politica. Cosa si può fare per contrastare questa deriva antisemita?
Buona giornata !
Lucianaa Piddiu
Cara Luciana,
lei mi fa una domanda da 5 milioni di euro! Radio 3 è famosa per il suo antisemitismo, come Rai 3, come La7, come tanti, quasi tutti i media. Cosa si può fare? Quello che stiamo facendo, scrivere, protestare sempre, ripristinare la verità. Lei dirà che non serve a niente e forse ha ragione. Noi vecchi siamo sulla breccia da più di mezzo secolo e speravamo di aver chiarito qualcosa, di aver convinto qualcuno sulle ragioni di Israele, sulla grandezza di Israele che sa vivere e vuole vivere nonostante le continue ingiurie, le aggressioni e gli attacchi mortali. Invece, un paio d’ore dopo il 7 Ottobre, ci siamo trovati in mezzo all’odio più violento e feroce e non sappiamo più che fare se non trovare sempre la forza di andare avanti. È difficile perché chi ci odia è molto bravo, molto aggressivo, cinico e bugiardo.
Gli amici italiani mi dicono che tanti stanno dalla nostra parte ma per lo più non parlano. Non si può pretendere che tutti sappiano la storia e che non abbiano paura di mettersi contro quelle belve urlanti e minacciose che riempiono i social o, peggio, le piazze con le loro bandiere del cavolo e le lor kefieh. Ormai la propaganda propal copre tutto, i media e i cervelli della gente. Il mio amico Lion, che su Telegram, quotidianamente ci aggiorna sugli avvenimenti in Israele e nel mondo, scrive sempre di fregarcene e di andare avanti a muso duro! Facciamolo perché non abbiamo al momento una soluzione migliore.
Un caro Shalom
Deborah Fait
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3. Gesù era ebreo
Gentilissima Signora Fait,
in questo dolorosissimo giorno di commemorazione, in Israele, della Shoah, mi sono commossa leggendo l’articolo di Fiamma Nirenstein Tra ebrei e cristiani legame oltre i Papi.
In effetti, è un legame che non dipende da alcuna volontà umana, perché nessuno può dare a Gesù una Madre diversa da Quella, ebrea, da cui è nato. Cosicché, per quanto mi riguarda (parere puramente personale), un Gesù Bambino, discendente del re David, avvolto nel Magen David mi commuoverebbe profondamente: non la considererei un’appropriazione, bensì un riconoscimento della sua appartenenza, come Uomo, ad Israele. Del resto, il libretto della Novena di Natale della parrocchia dei miei genitori mostrava un Gesù Bambino, avvolto in una copertina ed adagiato sulla paglia, sul quale splendevano tre stelle azzurre a sei punte.
Per inciso, il giorno in cui fra palestinesi ed israeliani finalmente ci fosse la pace, non mi irriterebbe neppure un Gesù Bambino adagiato su una keffiyah, come non mi irritano le rappresentazioni di Gesù, nei presepi di tutto il mondo, con fattezze etiopi o da indio peruviano od i classici presepi napoletani del Settecento. Finché non giunga la pace, però, mi ricorda troppo i tentativi di Arafat di arabizzare prima l’apostolo Simon Pietro, poi lo stesso Gesù, all’evidente fine di accattivare le simpatie dei cristiani ad una causa più antisraeliana che palestinese; e, da quel terribile 7 ottobre, mi fa pensare ad Ariel e Kfir Bibas nelle mani dei loro assassini.
Pregando che Israele possa quanto prima avere pace e sicurezza durature e possa presto accogliere il nuovo Papa in una visita tanto ufficiale quanto gioiosa per tutti, Le porgo i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
Cara Annalisa,
Un Gesù Bambino nero o peruviano o cinese non mi dà nessun fastidio, anzi, ogni popolo ha il diritto di rappresentare il Bambino a seconda delle proprie caratteristiche fisiche. Non è così con Gesù avvolto nella Kefiah perché il fatto non ha nulla di innocente. È solo una provocazione, un tentativo di cancellare non solo Gesù ebreo ma anche il legame profondo e millenario degli ebrei con Israele. Esattamente come l’Unesco, che ha deciso di considerare arabi e islamici tutti i siti storici e religiosi ebraici, compreso il Kotel, le Tombe dei Patriarchi e della Matriarche, la tomba di Rachele a Hebron e altri. Niente kefiah per Gesù Bambino, non lasciatevi ingannare dalla falsità della propaganda palestinese atta solo a cancellare Israele sia fisicamente che spiritualmente. È questo il vero genocidio, cancellare un popolo, le sue idee, le sue tradizioni, la sua Storia. Lo hanno fatto i nazisti e siamo rinati come per miracolo. Ora tentano i palestinesi, sostenuti dalle Istituzioni internazionali e, purtroppo anche da una certa parte della Chiesa.
Un cordiale shalom
Deborah Fait