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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
25.04.2025 Trump a Putin: Fermati! ma sono solo chiacchiere
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 25 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Mosca bombarda Kiev Trump perde la pazienza: «Vladimir, ora fermati!» Ma il Cremlino minaccia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/04/2025, a pag. 2 con il titolo "Mosca bombarda Kiev Trump perde la pazienza: «Vladimir, ora fermati!» Ma il Cremlino minaccia" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Putin continua a bombardare le città ucraine, nonostante i negoziati di pace. Ieri è toccato anche alla capitale Kiev. Trump ha dichiarato di "non essere contento" per i bombardamenti russi e ha chiesto a Putin di fermarsi. A parole. Ma, nei fatti, chiede sacrifici solo all'Ucraina, mentre alla Russia non ha ancora chiesto nulla, tantomeno minacciato sanzioni o azioni contro la sua economia.

Pur affermando di esser vicino all’accordo con la Russia e che gli ostacoli alla pace vengono dall’Ucraina, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha fatto sconti al collega russo Vladimir Putin, avvertendolo per i droni e i missili che ieri, prima dell’alba, hanno colpito la capitale ucraina Kiev provocando 12 morti e 70 feriti. Sul social Truth, il presidente americano ha tuonato: «Non sono contento degli attacchi russi su Kiev. Non necessari e in un pessimo momento. Vladimir, stop! Muoiono 5.000 soldati ogni settimana. Facciamo sì che l’accordo di pace si concluda!». Il leader di Washington s’è poi detto fiducioso che «Putin ascolterà il mio appello sulla fine dei raid». E che la Russia, l’Ucraina e l'Europa «accetteranno» l’accordo e «presto» la guerra finirà. Ma la Casa Bianca ritiene che Mosca nei colloqui di pace con Kiev. accettando di non occupare l’intero territorio ucraino e di «fermare la guerra» e «non prendersi tutto il Paese», abbia fatto «una concessione piuttosto grande». Per l’agenzia Bloomberg, Trump vuole che Putin riconosca il diritto dell’Ucraina a proprie forze armate e industrie d’armi, tanto che l’inviato americano Steve Witkoff, atteso oggi a Mosca, dovrebbe parlarne con Putin.
A corollario, il capo dei servizi segreti esterni russi, SVR, Sergej Narishkin, ha avuto una telefonata «costruttiva» col capo della Cia John Ratcliffe.
Per ammonire l’Europa, il segretario del Consiglio di sicurezza russo ed ex-ministro della Difesa Serghei Shoigu ha ricordato in un'intervista all’agenzia Tass: «La Russia si riserva il diritto di usare armi nucleari in caso di aggressione. Stiamo monitorando attentamente i preparativi militari dei Paesi europei».
Il piano di riarmo dell'Unione Europea allarma il Cremlino e Shoigu ha aggiunto, riferendosi ai progetti della coalizione dei volenterosi guidata dalla Francia: «Sui piani dei volenterosi di mettere stivali sul terreno ucraino camuffati da peacekeeper, i politici europei sensibili capiscano che tale scenario può portare a un confronto diretto tra Russia e Nato e alla Terza Guerra Mondiale». Sui raid russi, il ministro dell'Interno ucraino, Ihor Klymenko, ha precisato che nella sola Kiev sono stati colpiti 13 punti della città, specie il quartiere di Svyatoshyn. Ma sono state bersagliate anche le regioni di Zhytomyr, Dnipropetrovsk, Kharkiv, Poltava, Khmelnytsky, Sumy e Zaporizhzhia.
L’aeronautica ucraina ha calcolato che i russi hanno scagliato nella notte sull'Ucraina un totale di 215 ordigni, suddivisi in 145 droni e 70 missili. Le difese hanno abbattuto complessivamente 112 ordigni, in dettaglio 64 droni e 48 missili.
Non è frequente che gli ucraini ammettano d'aver abbattuto solo metà dei droni e missili lanciati dai russi, il che può significare che le loro difese aeree si stiano degradando o siano insufficienti, come ha sempre fatto presente il presidente Volodymir Zelensky nel chiedere aiuti occidentali nel settore della contraerea.
Certo i raid russi hanno innervosito Trump, che tentando di mediare deve già affrontare l'intransigenza di Zelensky, che rifiuta il verdetto del campo di battaglia senza però avere la forza di ribaltarlo.
Zelensky stesso, che a causa delle incursioni su Kiev è rientrato in fretta dal Sudafrica, ha chiesto che i raid russi «cessino immediatamente e incondizionatamente.
Alle accuse di bersagliare obbiettivi civili, il ministero della Difesa russo ha ribattuto che i raid di ieri miravano a «imprese nei settori di aviazione, missili, spazio, ingegneria meccanica e veicoli blindati, nonché produzione di carburante per missili e polvere da sparo». In effetti a Kiev è concentrata gran parte della produzione bellica e aerospaziale, come l’industria di droni Ukrjet, mentre il citato distretto di Svyatoshyn ospita una sede del complesso aeronautico Antonov con annessa pista.
Ieri anche gli ucraini hanno attaccato la Russia, inviando 87 droni che hanno causato 2 morti e 6 feriti nella regione di Belgorod. Sul campo, nel Donbass le truppe russe sono avanzate fino a un chilometro da Grigorovka e hanno conquistato Bogdanivka. Vicino a Kupyansk hanno bombardato fanterie ucraine che dovevano dare il cambio ai commilitoni.
Sul fronte di Kharkiv, l'esercito di Putin ha usato un drone con guida a fibra ottica per centrare e distruggere un grosso cannone semovente cingolato AS-90 Braveheart fornito a Kiev dagli inglesi. I russi segnalano che gli ucraini ammassano soldati a Veliky Burluk, villaggio di frontiera con la regione russa di Belgorod, forse meditando un'incursione.

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