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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
24.04.2025 Trump bastona Zelensky e l'Occidente continua a tacere
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 24 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Saltano i colloqui di pace Trump bastona Zelensky perché rivuole la Crimea «Prolunga lo sterminio»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/04/2025, a pag. 1/8, con il titolo "Saltano i colloqui di pace Trump bastona Zelensky perché rivuole la Crimea «Prolunga lo sterminio»" la cronaca di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Trump torna a bastonare l'Ucraina, la parte aggredita, perché non accetta le sue condizioni-capestro del "piano di pace". Zelensky, in pratica, dovrebbe riconoscere la sovranità russa sulla Crimea e l'occupazione militare, anche se non riconosciuta legalmente, delle altre quattro regioni invase. Poiché non può accettare, anche perché la costituzione ucraina glielo vieta, allora Trump attribuisce a lui tutte le colpe. E l'Occidente continua a tacere!

Sono stati rinviati i colloqui di pace sull’Ucraina tra ministri degli Esteri che erano in agenda a Londra. Come anticipato da Axios, l’Amministrazione Trump si aspettava dall’Ucraina l’accettazione di un accordo di pace che includesse il riconoscimento ufficiale della Crimea come parte della Russia e il riconoscimento non ufficiale del controllo russo su quasi tutte le aree occupate dall’invasione del 2022.
Il documento di una pagina, presentato dagli Usa ai funzionari ucraini a Parigi la scorsa settimana, descrive questa come «l’offerta finale del presidente Trump».
Che infatti, nel pomeriggio, ha accusato Volodymyr Zelensky di «danneggiare» i negoziati di pace e di «prolungare il campo di sterminio». Nel piano di pace made in USA c’è anche scritto che «l’Ucraina deve astenersi dal cercare di entrare nella Nato». E che «potrà liberamente aderire all’Unione europea e le forze armate europee possono garantire stabilità, ma gli Stati Uniti non garantiscono il loro sostegno».
«Credo che sia giunto il momento di compiere, se non l’ultimo passo, uno degli ultimi, ovvero, a livello generale, affermare che fermeremo le uccisioni e congeleremo i confini territoriali a un livello simile a quello attuale», ha precisato il vicepresidente americano J.D. Vance in visita in India. «Ora, ovviamente, ciò significa che sia gli ucraini che i russi dovranno rinunciare a parte del territorio che attualmente possiedono», ha aggiunto, ribadendo che gli Usa si «ritireranno» se non ci sarà un’intesa. Ma Yulia Svyrydenko, ministro dell’Economia di Kiev, ha risposto che «l’Ucraina è pronta a negoziare, ma non ad arrendersi», pur se Zelensky riconosce che «il primo obiettivo è fermare le uccisioni». E l’Ue lo appoggia.
«Siamo al fianco dell’Ucraina» con l’impegno a sostenerne «la sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Per quanto riguarda la Crimea, la nostra posizione è davvero chiara: la Crimea è Ucraina» ha detto Guillaume Mercier, portavoce della Commissione europea. Anche la presidenza francese ribadisce che «l’integrità territoriale» dell’Ucraina è una «esigenza molto forte» degli europei. Anche Londra chiarisce che spetta all’Ucraina «decidere del proprio destino». Un portavoce di Downing Street non ha tuttavia esplicitamente contestato il possibile riconoscimento di Washington dell’annessione russa della Crimea, a differenza da quanto fatto da Ue e Francia.
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dato forfait all’ultimo minuto, come pure l’emissario di fiducia di Trump, Steve Witkoff. E poi si sono sfilati anche i capi delle diplomazie di Parigi e Berlino.
Per Washington è stato presente solo il generale Keith Kellog, il negoziatore per l’Ucraina cui la Casa Bianca ha finito per affidare un ruolo politico secondario rispetto a Witkoff. Il summit di Londra «è stato ridimensionato dopo il rifiuto del presidente Zelensky di riconoscere l’annessione russa della Crimea», hanno scritto i media di Kiev. «L’incontro di Londra sull’Ucraina non ha potuto aver luogo perché i partecipanti non sono stati in grado di concordare le posizioni su alcun punti», ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia russa Tass.
Si sono dunque incontrati a porte chiuse i soli ministri degli Esteri e della Difesa del governo di Keir Starmer, David Lammy e John Healey, con i loro omologhi ucraini Andrii Sybiha e Rustem Umerov, seguiti poi da un confronto a livello di negoziatori e consiglieri per la sicurezza nazionale con rappresentanti di Francia, Germania e Usa.
Secondo quanto scrive il Washington Post, Kiev preferisce «discutere prima di un cessate il fuoco completo e di tutto il resto dopo». E in serata è lo stesso Zelensky a scrivere su “X”: «L’Ucraina agirà sempre in conformità con la sua Costituzione e siamo assolutamente certi che i nostri partner, in particolare gli Stati Uniti, agiranno in linea con le sue decisioni forti. Oggi gli animi si sono surriscaldati. Ma è positivo che cinque Paesi si siano incontrati per avvicinare la pace». E ancora: «L’Ucraina e gli altri Paesi europei hanno presentato i loro contributi. E speriamo che sia proprio questo lavoro congiunto a portare a una pace duratura».
«Ci sono un sacco di notizie false che appaiono sui media», ha detto invece Peskov, dopo che il Financial Times aveva descritto Putin come pronto a un cessate il fuoco sulla linea attuale del fronte in Ucraina.
«Ogni bozza delle diverse opzioni per una soluzione non può essere resa pubblica, perché appena diventano pubbliche, perdono ogni efficacia», ha aggiunto, citato dall’agenzia Ria Novosti, chiarendo che, mentre proseguono i contatti con gli americani, non ce ne sono con europei e ucraini».
Intanto, la guerra sul campo continua. Nove persone sono state uccise in un attacco russo con un drone su un autobus a Marganec, nell’Ucraina sudorientale. E le Forze Armate ucraine avvertono che Mosca «sta preparando un’offensiva per raggiungere il confine amministrativo delle regioni di Dnipropetrovsk e Donetsk».

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