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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
22.04.2025 Putin falsa tregua, solo bombe
Cronaca di Dario Mazzocchi

Testata: Libero
Data: 22 aprile 2025
Pagina: 22
Autore: Dario Mazzocchi
Titolo: «Dopo la tregua farlocca, con 3mila scontri a fuoco, Mosca riprende l’attacco»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/04/2025, pag. 22, con il titolo "Dopo la tregua farlocca, con 3mila scontri a fuoco, Mosca riprende l’attacco", il commento di Dario Mazzocchi. 


Dario Mazzocchi

Giusto qualche filo-russo (e Trump) avrebbe potuto credere alla proposta di Putin per una tregua pasquale. Nelle trenta ore di cessate-il-fuoco, i russi hanno violato la tregua per quasi tremila volte su tutto il fronte. Appena finita la Pasqua, hanno ripreso a bombardare le città ucraine, come prima e più di prima.

Avrebbe dovuto essere una Pasqua di tregua, ma dalle informazioni rilasciate dall’esercito di Kiev, in Ucraina sono proseguite le operazioni delle truppe di Mosca e una volta terminato il cessate il fuoco nella notte tra domenica e lunedì, quasi un centinaio di droni russi hanno colpito i centri di Kherson, Dnipropetrovsk, Cherkasy e Kharkiv. Le sirene antiaeree hanno suonato anche nella capitale. Tre le vittime a Kherson, quattro feriti a Donetsk. Nelle ore precedenti la tensione era rimasta comunque molto alta.
«Il numero totale delle violazioni da parte dell’esercito russo della propria promessa di tregua ha raggiunto quota 2.935», ha comunicato il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi.
Un conteggio al quale il ministero della Difesa moscovita ha risposto con la denuncia di 4.900 trasgressioni: gli ucraini «hanno continuato a sparare con artiglieria e a colpire con droni le posizioni delle nostre truppe, nonché obiettivi civili nelle zone di confine delle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk». Gli scontri si stanno intensificando e le parole si fanno più dure. Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato Volodymyr Zelensky di aver inizialmente rifiutato la proposta della tregua pasquale, per poi cambiare idea sotto la pressione esterna. «Abbiamo visto tutti la risposta iniziale: hanno rilasciato una dichiarazione in cui liquidavano la nostra proposta come un gioco con la vita delle persone», ha affermato Putin durante una conferenza stampa. «Tuttavia sembra che qualcuno più intelligente, molto probabilmente dei mediatori stranieri, abbia suggerito che respingere tali iniziative sarebbe stato politicamente svantaggioso per il regime di Kiev».
L’Ucraina, da parte sua, ha denunciato come Mosca non abbia preso in considerazione l’ipotesi di un cessate il fuoco prolungato per 30 giorni dopo Pasqua e di astenersi dai raid missilistici sulle infrastrutture civili. Ecco perché «la natura delle azioni ucraine resterà simmetrica: al cessate al fuoco risponderemo con il cessate il fuoco, agli attacchi risponderemo con la nostra difesa: le azioni sono sempre più forti delle parole». Non è il caso di abbassare la guardia: mentre si rincorrono le voci su una proposta di pace americana che prevede l’esclusione di Kiev dalla Nato, accolta con favore dal Cremlino, la Brigata Khartiia, unità di fanteria meccanizzata che opera nel sud-est del Paese, ha riferito che l’esercito russo ha approfittato della tregua di Pasqua per consolidare le posizioni in prima linea e preparare percorsi per il passaggio di mezzi pesanti nel Luhansk.
Zelensky intanto si è confrontato con il primo ministro britannico Keir Starmer: una «conversazione positiva e profonda» che ha rilanciato il piano per un cessate il fuoco «incondizionato» per poi avviare «la costruzione di una pace vera a duratura» con il sostegno di Francia e Usa. Per Putin invece la vittoria russa non è in discussione: «Nessuno ne dubita», ha ribadito nel corso di un incontro con i capi delle municipalità russe al quale era presenta una delegazione del Lugansk, la repubblica che nel 2014 ha proclamato l’indipendenza dall’Ucraina e annessa formalmente dalla Russia nel 2022.

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