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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
20.04.2025 Putin, solo parole
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 20 aprile 2025
Pagina: 2
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Mosca riapre le trattative con la tregua di Pasqua. Zelensky esita, poi rilancia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/04/2025, a pag. 2 con il titolo "Mosca riapre le trattative con la tregua di Pasqua. Zelensky esita, poi rilancia" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

La proposta di una tregua di Pasqua di Vladimir Putin è solo propaganda. Le notizie dal campo di battaglia dimostrano che non c'è alcuna volontà, da parte russa, di arrivare a un vero cessate-il-fuoco.

Complice il fatto che quest’anno la Pasqua ortodossa e quella cattolica coincidono, ieri il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una tregua nelle operazioni militari contro l’Ucraina, valida dalle ore 18 di Mosca (le 17 italiane) di ieri, per tutta la giornata di Pasqua, fino alla mezzanotte fra domenica e lunedì. Sono trenta ore in cui i russi, per favorire il negoziato avviato insieme agli Stati Uniti, dovrebbero cessare il fuoco, ma a patto che gli ucraini facciano altrettanto.
Ha spiegato Putin: «Su considerazioni umanitarie, oggi dalle 18 alla mezzanotte tra domenica a lunedì, la parte russa dichiara una tregua pasquale.
Ordino che tutte le azioni militari cessino per questo periodo. Presumiamo che la parte ucraina seguirà il nostro esempio. Allo stesso tempo, i nostri soldati siano pronti a respingere violazioni della tregua e provocazioni del nemico». Kiev è scettica e poco prima della tregua il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha denunciato un nuovo attacco aereo russo sulla capitale con droni Shahed d’origine iraniana, che i russi fabbricano su licenza di Teheran in una fabbrica ad Alabuga, vicino agli Urali: «Alle 17.15 sono stati avvistati droni d’attacco russi nei nostri cieli. La difesa aerea e l’aviazione ucraina hanno già iniziato a difendersi. Gli Shahed nei nostri cieli mostrano la vera attitudine di Putin nei confronti della Pasqua e della vita delle persone». Il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko ha confermato il raid, sostenendo che molti droni sono stati abbattuti e invitando i cittadini a restare nei rifugi. L’attacco ha preceduto di almeno tre quarti d’ora l’inizio della tregua russa, il cui ordine esecutivo è stato diramato dal capo di Stato Maggiore Valerij Gerasimov, appunto alle 18.00 locali, con la precisazione che «il cessate il fuoco sarà rispettato dalle forze russe a condizione che venga rispettato reciprocamente da Kiev».
Poco dopo, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha dichiarato che, da parte di Putin, «c’è una lunga storia di dichiarazioni che non corrispondono alle sue azioni». Sybiha ha inoltre rinfacciato a Putin di «offrire trenta ore di tregua anziché trenta giorni», riferendosi al fatto che fin dai colloqui di Gedda dell’11 marzo c’era stata la proposta USA di una tregua di un mese, che i russi hanno rifiutato per non perdere l’iniziativa sul terreno ed evitare che l’esercito ucraino approfittasse della pausa per ricostituire riserve di uomini e munizioni. Il rischio che la tregua, per quanto limitata, non tenga a causa di provocazioni è molto alto. Se non altro, ieri s’è avuto il maggior scambio di prigionieri della guerra. Mosca e Kiev, grazie alla mediazione degli Emirati Arabi Uniti, si sono reciprocamente restituiti 246 militari russi e 277 ucraini. Zelensky ha rammentato che «dall’inizio della guerra abbiamo riportato a casa 4.552 prigionieri».
La tregua di Putin ha lo scopo di imbonire gli Stati Uniti, dopo che il presidente Donald Trump ha ammonito sia Mosca sia Kiev sul fatto che «se una delle due parti si comporta da stupida, siamo pronti ad andarcene dal tavolo negoziale». Nelle ore precedenti, vari media hanno anticipato che gli Stati Uniti sarebbero pronti a riconoscere l’annessione alla Russia della Crimea, avvenuta nel 2014. Inoltre, l’inviato speciale americano Steve Witkoff ha affermato che «i negoziati ruotano su cinque territori»: oltre alla Crimea, Washington potrebbe cioè lasciare ai russi anche le provincie occupate.
Ieri il Ministero della Difesa ucraino ha smentito le voci dal New York Times secondo cui Kiev sarebbe stata «favorevole al 90% al piano di pace di Trump».
In serata, un alto ufficiale militare ucraino ha detto alla Bbc che la sua unità e altre hanno ricevuto l’ordine di cessare il fuoco contro le postazioni russe pochi minuti dopo l’orario di inizio della tregua Secondo la fonte, alle unità è stato anche ordinato di registrare foto e video di eventuali violazioni e, se necessario, di rispondere.
L’annuncio ha «colto tutti di sorpresa», ha concluso l’alto ufficiale. Zelensky, in un messaggio su X, ha dato fiducia al nemico: «Se la Russia ora è pronta a impegnarsi, l’Ucraina imiterà le azioni russe. Silenzio in risposta al silenzio, attacchi difensivi in risposta agli attacchi.
Se un cessate il fuoco completo dovesse concretizzarsi, l’Ucraina propone di estenderlo oltre la Pasqua del 20 aprile.
Questo rivelerà le vere intenzioni russe, perché 30 ore servono a fare notizia, ma non per reali misure di rafforzamento della fiducia. Trenta giorni potrebbero dare una possibilità alla pace». Per ora, ha concluso, «il fuoco dell’artiglieria russa non è cessato».

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