Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Scenari da Terza Guerra Mondiale: perché no? IC Mappamondo di Gabriel Barouch
Testata: Informazione Corretta Data: 19 aprile 2025 Pagina: 1 Autore: Gabriel Barouch Titolo: «Scenari da Terza Guerra Mondiale: perché no?»
Scenari da Terza Guerra Mondiale: perché no? IC Mappamondo di Gabriel Barouch
L'invasione russa dell'Ucraina, iniziata tre anni fa, ha innescato una dinamica internazionale molto pericolosa. E l'arrivo di Trump alla Casa Bianca ha segnato un'altra svolta nel mondo, altrettanto destabilizzante, perché Trump si sta allineando con la Russia.
La guerra in corso in Ucraina, iniziata dalla Russia oltre tre anni fa, ha innescato un complesso scenario geopolitico che coinvolge mutevoli alleanze diplomatiche, il riemergere di Donald Trump sulla scena globale e le ambizioni dittatoriali del presidente Vladimir Putin.
L'invasione non è stata accolta con la durezza dovuta, molte parole di sostegno all’Ucraina ma senza gli aiuti militari necessari. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha alterato le dinamiche delle relazioni tra Stati Uniti e Russia, creando quello che alcuni definiscono un nuovo ordine mondiale.
Questo cambiamento implica il coinvolgimento di Trump con Putin, che ha dovuto affrontare l'isolamento internazionale, e un potenziale allineamento delle loro visioni del mondo, che potrebbe offrire alla Russia un esito più favorevole nel conflitto.
Un aspetto chiave di questa dinamica in evoluzione è la natura condizionale del sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina sotto l'amministrazione Trump.
Le proposte che suggeriscono il controllo degli Stati Uniti sulle risorse ucraine, come centrali elettriche e risorse minerarie, hanno sollevato preoccupazioni e potrebbero incoraggiare Putin a chiedere maggiori concessioni nei futuri negoziati.
Trump non teme la violenza russa
Trump ha adottato diverse violenze russe, tra cui la messa in discussione della legittimità del presidente Zelensky e la promozione delle elezioni in Ucraina, apparentemente in linea con un'agenda programmata dal Cremlino. Questo cambiamento ha inferto un duro colpo all'Ucraina e ha costretto il presidente Zelensky a presentare delle scuse, segnando una vittoria diplomatica per Putin.
Inoltre, il presidente Donald Trump ha definito il recente attacco missilistico mortale della Russia sulla città ucraina di Sumy, che ha ucciso 34 civili, inclusi bambini, un "errore" del presidente russo Vladimir Putin. Trump ha dichiarato: "Mi è stato detto che hanno commesso un errore" e ha definito l'attacco "una cosa orribile", pur non avendo esplicitamente attribuito la responsabilità dell'attacco alla Russia.
Questo approccio contrasta nettamente con il precedente consenso internazionale che mirava a isolare la Russia attraverso sanzioni e pressioni diplomatiche.
La retorica di Trump, che riecheggia ambizioni territoriali che ricordano un'epoca passata, è in linea con la visione di Putin di un nuovo ordine globale e, nonostante l'intrinseca imprevedibilità della condotta di Trump, questo allineamento probabilmente trova riscontro positivo all'interno del Cremlino.
Subordinazione dell'Ucraina e potere globale
La visione di Putin riflette il concetto coloniale del XIX secolo di status di grande potenza, ottenuto attraverso l'imposizione, la manipolazione e il rafforzamento della dipendenza dalla Russia. Alimentando le divisioni globali, mira a rafforzare l'influenza e la libertà d'azione della Russia.
L'obiettivo strategico quindi è quello di subordinare l'Ucraina alla Russia, estendendo tale predominio alle capacità militari
Putin mira inoltre a sfidare l'Europa, in particolare attraverso l'allineamento dei presidenti Trump e Putin, che mina il sostegno europeo all'Ucraina. Il suo obiettivo in Europa è alimentare la divisione, la distrazione e la paralisi, incoraggiando movimenti populisti divisivi. Questa strategia mira a impedire all'Europa di ostacolare le sue politiche e azioni interne in Ucraina.
Indebolimento dell'influenza occidentale
Nell'ultimo decennio, il Cremlino ha coltivato partnership con regimi spesso definiti canaglia o isolati, come la Corea del Nord e l'Eritrea, nonché con vari attori in Africa e nella regione del Sahel. L'impiego di contractor militari privati come Wagner nella Repubblica Centrafricana e in Libia esemplifica la crescente presenza militare della Russia nel continente.
La crescente instabilità e insicurezza nella regione del Sahel ha spinto a un cambiamento strategico.
Un momento cruciale si è verificato nel 2017, quando il Gruppo Wagner, guidato da Yevgeny Prigozhin, un oligarca strettamente legato al Cremlino, ha avviato operazioni nella Repubblica Centrafricana.
Il Cremlino è quindi desideroso di espandere la sua presenza in Africa. Le abbondanti risorse naturali del continente, i suoi 54 voti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la sua vicinanza geografica all'Europa lo posizionano come un alleato strategico e un punto di osservazione privilegiato da cui la Russia potrebbe potenzialmente accerchiare i suoi avversari europei.
Un altro fattore motivante alla base della politica estera espansiva del Cremlino è il suo desiderio di sfidare le norme globali prevalenti, in particolare opponendosi ai concetti di diritti umani universali e al primato della democrazia come unica forma legittima di governo.
Le sue azioni riflettono una visione a lungo termine di ripristino dello status di grande potenza della Russia e di sfida all'ordine internazionale esistente.
La sfida per l’Occidente
A differenza della Germania, conosciuta ormai per essere specializzata a votare leggi pur sapendo che non verranno mai attuate, la Repubblica di Polonia sta attuando una significativa preparazione militare in vista di potenziali conflitti. In particolare, è in attesa della consegna da parte degli Stati Uniti di 250 carri armati Abrams, oltre a ulteriori equipaggiamenti militari. Parallelamente, ha acquisito dalla Corea del Sud 48 caccia FA-50. Il governo ha inoltre annunciato un incremento delle spese per la difesa, che saranno portate al 3% del prodotto interno lordo, e un ampliamento degli effettivi delle forze armate fino a 300.000 unità. Non meno rilevante è l’iniziativa delle aziende statali, con particolare riferimento alle poste polacche, che stanno incoraggiando i propri dipendenti a partecipare volontariamente ad attività di addestramento militare, richiamando simbolicamente l’eroica resistenza dei lavoratori postali di Westerplatte.
Estonia, Lettonia, Lituania sono tra i più attivi nel rafforzare la propria difesa in risposta alla minaccia russa che stimano possibile entro i prossimi sei mesi. Nel dicembre 2024 si è svolta in Estonia l’esercitazione “Pikne”, che ha coinvolto quasi duemila soldati della NATO, con forze aeree, navali e di terra, per testare la capacità di difesa e la cooperazione tra alleati. Auguriamoci che non rimangano chiacchiere.
Ad esempio, la Svezia ha denunciato ripetute violazioni del proprio spazio aereo da parte di jet russi nel Baltico e ha dichiarato la volontà di rafforzare ulteriormente la propria presenza militare sull’isola di Gotland. Il governo svedese dal Novembre 2024 ha distribuito un opuscolo aggiornato con istruzioni su come comportarsi in caso di guerra, inclusi scenari di attacchi nucleari, chimici e biologici. Questa iniziativa mira a preparare mentalmente e logisticamente i cittadini a un possibile conflitto, seguendo l’appello a una “mentalità di guerra” lanciato dalle autorità militari. Anche in questo caso, distribuire un “opuscolo aggiornato” non preoccuperà il Signor Putin.
L’Unione Europea ha presentato la “EU Preparedness Union Strategy” che prevede il rafforzamento della capacità di intelligence condivisa (Single Intelligence Analysis Capacity), la creazione di un sistema satellitare governativo per l’osservazione della Terra e un potenziamento del coordinamento nella risposta alle emergenze, con particolare attenzione alla cooperazione tra autorità civili e militari.
Gli Stati membri sono invitati a coordinarsi per costituire riserve strategiche di materie prime, energia, farmaci e cibo per garantire la tenacia in caso di crisi o conflitti.
Tutti scenari da terza Guerra Mondiale. Ci crederemo il giorno in cui i Paesi democratici abbandoneranno le NAZIONE UNITE per creare una FORZA NUOVA capace di togliere il potere agli attuali guerraioli. La sua vittoria sì che potrà presentarsi come indispensabile.