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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
17.04.2025 Torino: il rapper anti-Israele contro la polizia e pro-occupazioni
Cronaca di Simone Di Meo

Testata: Libero
Data: 17 aprile 2025
Pagina: 10
Autore: Simone Di Meo
Titolo: «Il professore universitario fa il rapper anti-Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/04/2025, a pag. 10, con il titolo "Il professore universitario fa il rapper anti-Israele" l'analisi di Simone Di Meo.

Torino non manca mai di sfornare esempi di islamo-comunismo. Adesso c'è anche il professore rapper anti-sionista. Di giorno è Michele Lancione, docente di geografia al Politecnico torinese, di notte è VogueMc, al centro sociale Askatasuna (epicentro delle violenze pro-Pal) a cantare testi contro Israele.

La pista si scalda, le luci si rincorrono sul palco, la tensione cresce, il vento fischia.
Parte il beat: bum, bum, bum. Signore e signori, anarchiche e anarchici, ecco a voi l’ultima esibizione di “VogueMc” nel giardino del centro sociale Askatasuna di Torino, quello finito sotto processo per gli assalti alle forze dell’ordine e al cantiere della Tav.
“VogueMc” è come Batman/Bruce Waine o Superman/Clark Kent. Di giorno veste i panni di Michele Lancione, un rispettabilissimo docente di geografia al Politecnico del capoluogo piemontese, impegnato a decifrare il linguaggio segreto delle dinamiche sociali ed economiche delle città. Di notte, invece, abbandonata la grisaglia da severo cattedratico, indossa la tuta da rapper per picchiare duro (con le note, per carità) contro le ingiustizie del mondo e il patriarcato. Una specie di Eminem con laurea e dottorato e qualche grado di diottria in meno.
Lo spettacolo andato in scena qualche sera fa si intitola Antifa et Glitterato e ha offerto agli spettatori la possibilità imperdibile di ascoltare quattro brani tra vecchi successi e inediti, che saranno presto raccolti in un album di prossima uscita. Compresa una canzone a favore dei gazawi per denunciare il «genocidio che lo Stato di Israele perpetra contro il popolo palestinese».
«Al lavoro attacco il pc, cinquantamila», urla riferendosi alle vittime nella Striscia.
«Riunioni email, scazzi, cinquantamila, esami ai miei ragazzi, cinquantamila».
Ma chi è Lancione? Si definisce antimilitarista, queer e attivista abitativo. Ma è solo modesto: in realtà è uno dei più apprezzati esperti di geografia umana d’Europa. Dopo la formazione universitaria in Italia, ha viaggiato tra Australia, Romania e Gran Bretagna per completare la specializzazione. Sulla pagina personale del Politecnico, spiega che i temi centrali della sua ricerca sono la «giustizia abitativa, la decostruzione della dicotomia casa/homelessness, l’analisi delle forme radicali dell’abitare e la critica alla marginalizzazione».
Insomma, una specie di Ilaria Salis ma molto più preparato e autorevole (e senza processi in corso a Budapest). Tanto da permettersi di andare contro il suo stesso ateneo quando questo avviò le procedure per stringere un accordo con l’agenzia europea Frontex per il controllo delle frontiere. In tempi più recenti, giusto il 12 aprile scorso, ha firmato un corsivo in prima pagina sul Manifesto per demolire il rapporto malato tra ricerca e difesa.
Prendendosela col suo rettore, peraltro.
«La stagione di totale apertura al militare è iniziata», ha scritto sul giornale comunista. «Siamo già al lavoro nel complesso militare-industriale-accademico che farà implodere l'Università, così come la possibilità di vviere senza l’eterna presenza della guerra, o come la chiamano i buoni, “difesa”».
Lancione, sostiene chi lo conosce, è un fervente sostenitore della non neutralità della scienza nell’attuale contesto militare, ma non è chiaro in che cosa dovrebbe manifestarsi tale «non neutralità»: sganciare una bomba atomica su Gerusalemme?
Teletrasportare in un'altra dimensione Bibi Netanyahu?
Sparare Donald Trump su un missile di Musk direzione Marte?
Più facile da interpretare è invece il messaggio underground della sua musica. In un nuovo brano, che dovrebbe chiamarsi “Come ogni giorno”, VogueMc intona: «Oggi sto, come ogni giorno, col disertore, contro il poliziotto, contro il controllore».
E ammonisce: «All’uomo hardcore che mi viene a spiegare che sto male, do uno specchio per guardare il male. Oggi sto con chi lotta per le vite intere, con chi occupa ogni spazio come liberazione».
Altro che il dissing tra Fedez e Tony Effe, qui siamo alla rivoluzione comunista contro il capitalismo in rima.
«Faccio hip-hop da quando avevo 14 anni», rivela il docente sul suo sito. «Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di decidermi a inciderlo. Là fuori sono un professore universitario. Lavoro insegnando e facendo ricerca. Qui dentro, canto le storie. Lavoro con la mia versione glitterata di rap politico». E che cosa è il rap, secondo il prof Lancione? «Un rumore necessario, una forma di antifascismo contemporaneo».
Ottimo: 30 e lode e possibile candidatura prenotata.

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