Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Nel Palazzo, a Kiev Analisi di Kristina Berdynskykh
Testata: Il Foglio Data: 11 aprile 2025 Pagina: III Autore: Kristina Berdynskykh Titolo: «Nel palazzo, a Kyiv»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 11/04/2025, a pag. III, con il titolo "Nel palazzo, a Kyiv", l'analisi di Kristina Berdynskykh.
Kristina BerdynskykhZelensky è disposto ad acquistare i sistemi di difesa e afferma di fidarsi di Meloni. Sì al riarmo, sì alla difesa comune, se Trump volta le spalle all'Ucraina, noi non dobbiamo seguirlo in questa scellerata decisione. Aiutare militarmente Kiev significa difendere la democrazia in Occidente
Kyiv. L’11 marzo in occasione dei colloqui in Arabia Saudita tra l’Ucraina e gli Stati Uniti, Kyiv ha accettato un cessate il fuoco totale di 30 giorni a condizione che anche la Russia lo accettasse. Ma il 18 marzo, dopo una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, il Cremlino ha dichiarato di essere pronto a fermare per 30 giorni gli attacchi soltanto alle strutture energetiche ucraine. Dopo un mese, i bombardamenti non sono cessati e ci sono stati pochi progressi nei colloqui di pace. “Questo pomeriggio ci sono stati attacchi di droni Fpv su impianti energetici a Kherson”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Foglio durante un incontro con i giornalisti, il 9 aprile. Alle 13.15, nel villaggio di Stanislav, nella regione di Kherson, due droni russi hanno colpito un punto di rifornimento di gas, in cui è scattata una valvola di sicurezza: 507 persone sono rimaste senza gas.
In totale, dal 18 marzo, la Russia ha effettuato 27 attacchi contro 14 strutture energetiche utilizzando 25 droni e due bombe. “I russi hanno agito in modo ibrido e hanno ingannato gli americani utilizzando droni Fpv piuttosto che armi a lungo raggio”, ha detto Zelensky. Asua volta, Mosca accusa Kyiv di aver violato il cessate il fuoco “energetico” senza fornire prove. “Il cessate il fuoco è un’idea di Trump”, ricorda il presidente ucraino, che l’Ucraina ha sostenuto in ogni modo possibile: questo è il primo passo per porre fine alla guerra, ne è sicuro. Zelensky spera ancora che il presidente degli Stati Uniti reagisca infine al fatto che Putin non mantiene le promesse che gli ha fatto. Gli americani avevano assicurato agli ucraini di poter negoziare con la Russia un cessate il fuoco completo e incondizionato. Non è successo e pure il fragile accordo sull’energia sta collassando. Se gli Stati Uniti non riusciranno a fare pressione sulla Russia e a raggiungere un cessate il fuoco, Kyiv si aspetta che seguano nuove sanzioni contro Mosca e un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kyiv. Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina è pronta a pagare: “Ho detto al telefono a Trump: dateci dieci sistemi di contraerea”. Non si tratta solo di un mezzo di difesa, ma anche di una garanzia di sicurezza, poiché l’Ucraina sarà protetta. Kyiv è pronta a trovare 30-50 miliardi di dollari per il nuovo pacchetto americano con l’aiuto dei suoi partner.
Un’altra questione problematica in sospeso tra Ucraina e Stati Uniti è l’accordo sui minerali. Tutto è iniziato con l’arrivo a Kyiv, il 12 febbraio, del segretario al Tesoroamericano Scott Bessent, che ha portato da Washington
la versione statunitense dell’accordo, che implica il controllo non solo dei minerali, ma anche di petrolio, gas e infrastrutture. Zelensky ha criticato l’approccio di Bessent ai negoziati. “E’ venuto e ci ha detto: dovete firmare subito”, ha raccontato il presidente: “A questo ho potuto rispondere soltanto: ‘Smettila di battere il dito sul tavolo e parliamo di cose concrete’” (Bessent continuava a battere il dito per intimare a Zelensky di firmare l’accordo). Il ministro americano non ha gradito. “Dovrebbe esserci parità: se sei un partner di un fondo in cui tutto deve essere diviso 50/50, non possono toglierti tutto quello che avevi”, ha detto Zelensky. Secondo lui, l’accordo dovrebbe essere favorevole sia agli Stati Uniti sia all’Ucraina. Questa settimana si terrà un incontro tecnico tra i rappresentanti ucraini e statunitensi per discutere i dettagli del futuro accordo. Per quanto riguarda i futuri colloqui di pace, Volodymyr Zelensky ritiene giusto che l’Europa sia al tavolo dei negoziati in qualche forma, ma per ora questa è ancora un’ipotesi fantasma. Molti fattori possono influenzare il futuro, come la questione dell’Iran. Se dovessero iniziare le ostilità contro Teheran, anche l’ammontare degli aiuti all’Ucraina ne risentirebbe.
Il Foglio ha chiesto a Zelensky se è deluso dalla politica della premier italiana, Giorgia Meloni, nei confronti dell’Ucraina e se si aspetta che, durante l’incontro con Trump il 17 aprile, si parli anche della guerra in l’Ucraina. “Meloni ha le sue discussioni bilaterali, certamente. Ma credo che la questione ucraina sarà all’ordine del giorno”, ha auspicato il presidente: “Le sono grato per il suo sostegno. So che non è facile per lei in generale, ma è sempre dalla parte dell’Ucraina”. Meloni ritiene che sarebbe più efficace estendere l’articolo 5 della Nato all’Ucraina, senza che questa entri nell’Alleanza, invece che inviare un contingente straniero. “L’articolo 5 è un formato importante che può essere discusso. Può far parte delle garanzie di sicurezza”, ha detto Zelensky, fiducioso.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante