Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Hamas applaude Macron pro-Palestina Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 11 aprile 2025 Pagina: 17 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Hamas applaude il Macron pro-Palestina»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 11/04/2025, a pagina 17, con il titolo "Hamas applaude il Macron pro-Palestina", la cronaca di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Macron si oppone al piano di Trump per Gaza e vuole riconoscere lo Stato di Palestina entro giugno. Per questo si prende i complimenti da parte di un noto partito terrorista palestinese: Hamas. La Francia sta facendo esattamente gli interessi di Hamas.
La Francia riconoscerà la Palestina come Stato “a giugno”, in occasione di una conferenza nella sede dell’Onu a New York co-presieduta assieme all’Arabia Saudita. Lo ha annunciato mercoledì sera il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in un’intervista su France 5. «Dobbiamo procedere verso un riconoscimento e quindi nei prossimi mesi andremo in questa direzione», ha dichiarato Macron. L’intervista, rilasciata alla trasmissione C à vous, è stata registrata martedì, quando era ancora in Egitto in visita di Stato. Interrogato una prima volta sulla questione del riconoscimento dello Stato palestinese, Macron aveva eluso la questione, spiegando che la “priorità” era quella di rimuovere il blocco umanitario imposto da Israele dal 2 marzo e procedere verso un nuovo cessate il fuoco, attualmente al centro delle negoziazioni tra Israele e Hamas, attraverso l’intermediazione di Stati Uniti, Egitto e Qatar.
Poi il cambio di passo. «Lo farò (...) perché voglio anche partecipare a una dinamica collettiva, che deve permettere a tutti coloro che difendono la Palestina di riconoscere a loro volta Israele, cosa che molti di loro non stanno facendo», ha spiegato il capo dello Stato francese. Tale riconoscimento permetterebbe di «essere chiari nella lotta contro coloro che negano il diritto all’esistenza di Israele, come nel caso dell’Iran, e di impegnarci per la sicurezza collettiva nella regione», ha insistito. L’inquilino dell’Eliseo ha manifestato le sue intenzioni nei giorni scorsi al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ma anche al primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu. In cambio del riconoscimento della Palestina, l’Eliseo spera che l’Arabia Saudita faccia lo stesso con Israele, avendo Riad posto come conditio sine qua non per il suo riavvicinamento allo Stato ebraico la creazione di uno Stato palestinese.
I Paesi membri delle Nazioni Unite che non riconosco Israele sono 28, principalmente a maggioranza musulmana. La Palestina è invece riconosciuta internazionalmente da 147 Stati membri dell’Onu su 193: quasi tutti i Paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa dell’Est e dell’America Centrale e del Sud. Gli Stati europei che già riconoscono lo Stato palestinese sono Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Irlanda e Spagna. Gli ultimi tre hanno formalizzato il riconoscimento della Palestina nel maggio dello scorso anno: la Francia potrebbe essere il prossimo.
«Un passo nella giusta direzione, coerente con la difesa dei diritti del popolo palestinese e con la soluzione dei due Stati», ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, Varsen Aghabekian Shahin. Durante la sua visita in Egitto, Macron ha inoltre ribadito la sua opposizione al progetto di Trump di espellere la popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza, o addirittura di annetterla, in violazione del diritto internazionale, per trasformarla nella “Costa Azzurra del Medio Oriente”. «Non è un progetto immobiliare», ha detto Macron, che ha espresso invece il suo sostegno al piano di ricostruzione adottato lo scorso 4 marzo dalla Liga araba su iniziativa del presidente egiziano Al Sisi.
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