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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
11.04.2025 Il nucleare di Teheran: hanno 6 bombe
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 11 aprile 2025
Pagina: 6
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Gli ayatollah accelerano i piani atomici Washington: hanno uranio per 6 bombe»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/04/2025, a pag. 6 con il titolo "Gli ayatollah accelerano i piani atomici Washington: hanno uranio per 6 bombe" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

L'Iran ha abbastanza uranio arricchito da costruire sei testate nucleari, sufficienti per l'annientamento di Israele. Non ha ancora in mano le atomiche, ma ha già la possibilità di costruirle in breve tempo. Lo afferma il senatore repubblicano Lindsay Graham, che sollecita il presidente Trump a prendere una decisione rapidamente.

L’allarme sulle ambizioni nucleari dell’Iran è del senatore repubblicano statunitense Lindsey Graham, mentre la pressione diplomatico-militare del presidente Donald Trump sta avendo successo nello spingere Teheran a trattare. Intervistato da Fox News, Graham ha affermato: «Gli iraniani hanno abbastanza uranio arricchito per costruire sei bombe atomiche. E le useranno. Uccideranno Israele e ci verranno a cercare».
Le dichiarazioni di Graham contrastano con quanto sostenuto dal generale Michael Kurilla, capo del comando USA Centcom, e dalla coordinatrice nazionale dell’intelligence USA, Tulsi Gabbard, secondo i quali l’Iran non ha ancora deciso di costruire testate nucleari.
Vero è che la stima di sei ordigni fatta dal senatore collima con i dati rilevati lo scorso febbraio dall’AIEA, l’Agenzia atomica internazionale, che ha indicato in 275 kg la quantità di uranio arricchito al 60% accumulato dagli iraniani, in crescita rispetto ai 164 kg dell’agosto 2024. Lo stadio del 60% di arricchimento, cioè di percentuale dell’isotopo instabile U235, necessario alla fissione nucleare, rispetto al più diffuso U238, è il penultimo prima del 90% adatto a una bomba.
Poiché l’AIEA ha calcolato che per ogni singola testata bisognerebbe partire da circa 42 kg di uranio al 60%, la quantità finora arricchita a quel livello è davvero sufficiente per almeno 6 testate. E ciò senza contare che l’Iran dispone di uranio a basso arricchimento pari ad altri 8.000 kg, quindi ha margine di crescita. Certo, la possibilità tecnica è una cosa, la volontà di attuarla un’altra, ma la preoccupazione resta. Il Dipartimento del Tesoro USA ha varato nuove sanzioni a vari enti iraniani implicati col programma nucleare, in particolare, l’Organizzazione atomica iraniana, poi la fabbrica TESA che produce le centrifughe per arricchire l’uranio e alcuni subfornitori della TESA.
L’Iran si sente in questo momento debole. Perciò ha accettato di tenere sabato colloqui con gli USA in Oman. La delegazione americana dovrebbe essere guidata da Steve Witkoff e quella iraniana dal ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Ma Washington vuole colloqui diretti, Teheran li vuole indiretti poiché i reciproci rapporti diplomatici sono interrotti dal 1980, all’indomani della rivoluzione islamica che portò al potere gli ayatollah. Secondo funzionari USA sentiti dal Washington Post, Witkoff potrebbe decidere di non andare in Oman se gli iraniani insistessero su dialoghi indiretti, restando però disponibile a recarsi perfino a Teheran, se invitato.
Dal 7 marzo Trump pressava gli iraniani, dapprima con una lettera all’ayatollah Alì Khamenei, poi con la pressione militare rappresentata dagli attacchi aerei sui miliziani Huthi filoiraniani dello Yemen, a partire dalla portaerei Truman, a cui si aggiungerà fra pochi giorni nel Mare Arabico la portaerei Vinson, nonché dall’arrivo in Israele di una nuova batteria di missili antimissile THAAD e dal dislocamento nell’isola di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, di 6 bombardieri Northrop B-2 Spirit.
Trump aveva minacciato nei giorni scorsi bombardamenti sulle basi nucleari iraniane se Teheran non avesse mostrato di cercare un nuovo accordo. Scopo del presidente USA è arrivare a un trattato più completo di quello firmato da Barack Obama con gli iraniani nel 2015. Un consigliere di Khamenei, Mohammad Mokhber, ha detto che «per due volte nel 2022 l’allora presidente iraniano Raisi fu vicino a un accordo con gli USA ma Israele fece saltare tutto». E nel maggio 2024 Raisi morì in un incidente in elicottero.

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