venerdi 18 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
11.04.2025 Elly Schlein voleva dirottare l’areo con Netanyahu a bordo
Cronaca di Fausto Carioti

Testata: Libero
Data: 11 aprile 2025
Pagina: 6
Autore: Fausto Carioti
Titolo: «Il Pd voleva far dirottare il jet con sopra Netanyahu»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/04/2025, a pag. 6 l'analisi di Fausto Carioti dal titolo “Il Pd voleva far dirottare il jet con sopra Netanyahu”


Fausto Carioti

Netanyahu ha sorvolato anche l'Italia per andare in visita di Stato negli Usa. Ebbene: Elly Schlein ora chiede al governo perché non abbia intercettato e fatto atterrare il suo aereo, per poter arrestare il premier israeliano. Il PD è arrivato a questo livello di anti-sionismo. La "sinistra per Israele" esiste ancora? E se c'è, che dice?

Roba che non si vede dai tempi della crisi di Sigonella, ottobre 1985. Allora furono gli F-14 statunitensi a intercettare il velivolo della Egypt Air con a bordo i dirottatori palestinesi dell’Achille Lauro e costringerlo ad atterrare nella base in Sicilia. Stavolta avrebbero dovuto essere gli Eurofighter italiani del 51o stormo di Istrana, responsabili della sicurezza aerea dell’Italia settentrionale, ad affiancare il Kanaf Tzion, l’Ala di Sion, l’aereo presidenziale su cui viaggia Benjamin Netanyahu, e obbligarlo ad atterrare in uno scalo italiano. In modo da consentire alle forze dell’ordine di arrestare il primo ministro israeliano, come richiesto dalla Corte penale internazionale. Il terremoto politico che ne sarebbe sorto può solo essere immaginato. E non si capisce in che modo l’Italia avrebbe potuto costringere l’aereo israeliano ad atterrare: minacciando di abbatterlo, come fecero gli americani col Boeing egiziano? Una scena da romanzo di Tom Clancy, insomma. Ma anche la richiesta contenuta in un’interrogazione presentata al governo dal Partito democratico e annunciata ieri da Elly Schlein.
Il Pd, ha avvertito la segretaria,vuole sapere «attraverso quali procedure sia stato autorizzato il sorvolo del suolo italiano da parte dell’aereo che trasportava il primo ministro israeliano Netanyahu dall’Ungheria agli Stati Uniti, e che secondo il Times of Israel avrebbe deviato dalla rotta prevista, aggiungendo circa 400 chilometri di viaggio per evitare lo spazio aereo di alcuni Paesi che avrebbero potuto applicare il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei suoi confronti per crimini di guerra». I Paesi che Netanyahu avrebbe evitato di sorvolare sono Olanda, Irlanda e Islanda. La leader piddina ricorda che anche l’Italia «aderisce alla Cpi ed è tenuta a dare seguito alle sue decisioni», che prevedono appunto la cattura del primo ministro di Gerusalemme. Gli eurodeputati del suo partito Cecilia Strada, Alessandro Zan, Sandro Ruotolo e altri hanno sollevato poi la questione a Bruxelles: «L’Italia, nel rispetto del diritto internazionale, deve cooperare con la Corte, inclusa l’esecuzione dei mandati di arresto».
È come se il destino si fosse divertito a mettere i peggiori nemici della sinistra nello stesso racconto. Netanyahu, ovviamente. Che il Pd chiede di rimuovere dalla guida di Israele e mettere dietro alle sbarre, e pazienza se “Bibi” è lì perché eletto dal suo popolo: la procura della Corte penale guidata da Karim Ahmad Khan serve a mettere il capo di un governo democratico sullo stesso piano dei tagliagole di Hamas. Poi c’è Viktor Orbán, che ha accolto il leader israeliano da amico, annunciando l’uscita dell’Ungheria dal trattato che istituisce la corte dell’Aja, ritenuta ormai «un tribunale politico». Terzo personaggio, l’uomo nero in persona: Donald Trump. Netanyahu, partito da Budapest, ha sorvolato l’Italia per andare da lui, a discutere della situazione a Gaza, della minaccia iraniana e dei dazi. Quarta, la donna del gruppo: Giorgia Meloni. Come può consentire a uno che è stato dichiarato criminale di guerra da un tribunale internazionale di sorvolare impunito i cieli italiani? Impossibile, insomma, che una storia con questi protagonisti lasciasse indifferente il Pd.
Anche se la realtà, pure stavolta, non s’incastra bene nelle categorie di Schlein e compagni. La Francia di Emmanuel Macron, ad esempio: l’aereo di Netanyahu ha viaggiato per almeno 500 chilometri nei cieli italiani e 700 chilometri in quelli francesi.
E il governo di Parigi, che pure aderisce alla Corte penale internazionale, si è comportato come quello di Roma. Ovvero come quello di Atene, che dopo il mandato di cattura emesso dalla Cpi ha permesso all’Ala di Sion, col premier israeliano a bordo, di sorvolare i cieli della Grecia.
Anche Macron e Kyriakos Mitsotakis, che è membro del Ppe, sono parte della grande cospirazione nera?
La risposta, e il motivo per cui l’interrogazione del Pd non potrà avere alcuna conseguenza, è nella parola «immunità». L’ha usata settimane fa il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, avvertendo che «immunità si applicano al primo ministro Netanyahu e agli altri ministri in questione, e devono essere prese in considerazione nel caso in cui la Cpi ci chieda di arrestarli e consegnarli».
Stessa spiegazione data in Italia da Antonio Tajani, quando ha fatto sapere che il governo di Roma non avrebbe mai arrestato Netanyahu: «Ci sono delle immunità», garantite dagli accordi internazionali, «e le immunità vanno rispettate». Problema serio, per il partito che più di ogni altro confida nei magistrati per regolare i conti con gli avversari. 

 

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT