21/2/02 LA REPUBBLICA E IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE lunedi sera muoiono quattro israeliani (tra cui una donna) insieme a due kamikaze
Testata: La Repubblica Data: 20 marzo 2002 Pagina: 1 Autore: Franceschini Titolo: «un articolo»
Su Repubblica del 20 febbraio Franceschini, descrivendo gli avvenimenti tragici delle ultime 24 ore, fra l' altro scrive che "lunedi sera muoiono quattro israeliani (tra cui una donna) insieme a due kamikaze" , mentre lunedi notte gli israeliani "uccidono" ed "eliminano". L' uso dei verbi, pur inserito in un contesto che riferisce con una certa completezza quanto è successo, è illuminante. I sei infelici (quattro israeliani e due kamikaze) che "muoiono" insieme, come al solito per infarto o per un qualche tumore, viene contrapposto agli israeliani che "uccidono" ed "eliminano", veri killer professionisti. Non molto dissimile è l' uso dei titoli, nei giornali e nei telegiornali. Una notizia di attentati terroristici viene sempre più frequentemente ed in maniera generalizzata introdotta da un titolo che punta invece alla sottolineatura della rappresaglia, mettendo quella e solo quella in evidenza. Eppure, i segnali che provengono dallo scenario mediorientale sono molti, e vanno tutti nella medesima direzione: il terrorismo palestinese si sta rapidamente organizzando secondo schemi militari, sta con sempre maggiore evidenza rispondendo a strategie di coordinamento politico, riceve finanziamenti, forniture di armi e supporti logistici molto importanti, ed infine rafforza e ridisegna collaborazioni con altre forze terroristiche non palestinesi che fino ad ora erano rimaste nell' ombra, si erano sfilacciate, o non esistevano da un punto di vista operativo. Se ricordate, una settimana fa un carro armato israeliano è stato attirato in una imboscata, ed è stato fatto saltare con una potente carica di esplosivo, che ha ucciso tre dei militari. Ebbene, in realtà a quel carro armato era stata fatta saltare la torretta, mediante cariche di esplosivo magnetiche a più stadi, collocate attorno alla base della torretta stessa: in tal modo si è reso vulnerabile un carro ideato per fornire agli occupanti lo spazio vitale di sicurezza in caso di attacco tradizionale. Quella tecnica era già stata usata dai mujaheddin afghani contro i sovietici, e dunque esiste una ragionevole probabilità che essa costituisca il primo segnale di presenza di tecniche (o tecnici) di Bin Laden in Palestina. Altri segnali sono costituiti dall' analisi dell' esplosivo C4 inserito nelle scarpe di Reid, che aveva tentato di far esplodere l' aereo Parigi-Miami, e che risulta identico a quello elaborato dagli specialisti di Al Qaeda (Reid lo aveva ricevuto da Nabil Aqal, un dirigente di Hamas); dalla cattura della nave Karine A con un carico di armi proveniente dall' Iran sulla medesima rotta probabilmente seguita dai capi di Al Qaeda in fuga dall' Afghanistan; dalla presenza del capo delle operazioni militari di Bin Laden, Abu Zubeidah, in Libano, dove è giunto proprio seguendo la rotta della Karine A, e dove è protetto da palestinesi e siriani nel campo profughi palestinese di Ein Hilweh; ed infine dalla cattura, avvenuta il 19 febbraio in territorio turco, dei terroristi palestinesi affiliati ad Al Qaeda che dall' Iran stavano andando in Israele per compiervi attentati. Le operazioni terroristiche degli ultimi giorni, sia quelle contro civili sia quelle contro obiettivi militari, sono state rivendicate dalle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, che politicamente rispondono del loro operato direttamente ad Arafat. Queste sono sottoposte agli ordini del capo dell' intelligence dell' Autorità Palestinese in Cisgiordania, Tawfiq Tirawi, che ha il suo corrispondente militare a Gaza in Muhamad Dahlan, capo delle Brigate Saladino del Comitato di Resistenza Palestinese, nel quale confluiscono anche i Tanzim, il Fronte Popolare, Hamas e la Jihad Islamica. Il primo , inoltre, è la liaison politica di Arafat con Saddam Hussein, il secondo con gli Hezbollah e la fetta di Al Qaeda rifugiatasi in Libano. A questo punto, abbiamo un quadro coerente del cambio di passo del terrorismo, sia sotto il profilo militare sia sotto quello politico. Una scelta di obiettivi militari, ben individuati, selezionati in base a criteri razionali, richiede una organizzazione economica e militare di vaste proporzioni, assistita da un supporto politico totale e da una attività di intelligence qualificata; richiede la disponibilità di almeno mille persone ottimamente addestrate; richiede una rete di luoghi di incontri, di addestramento, di magazzinaggio per armi e munizioni. La tipologia del cosiddetto kamikaze, come ci è stata sempre presentata dai nostri media - un disperato, un solitario, un poveraccio - è completamente diversa da quella del terrorista di questi ultimi giorni e probabilmente dei prossimi; ma, più di ogni altra considerazione, deve prevalere quella che identifica la diversa matrice politica: non più, o non più soltanto, Hamas e la Jihad, ma Arafat, Arafat con Hamas e con la Jihad, Arafat con gli Hezbollah, Arafat con Al Qaeda. Se è vero quel che egli afferma, che cioé non esiste insubordinazione nei suoi confronti ed è lui, solo lui, che ha tutto sotto controllo, è lui a capo della catena di comando .
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