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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
09.04.2025 Mezzaluna crescente sulla Russia
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 09 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Mezzaluna crescente sulla Russia»

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Mezzaluna crescente sulla Russia".


Giulio Meotti

Clicca sulla foto per vedere il video:

La Russia "baluardo dell'Occidente contro l'islam"? Solo secondo i propagandisti. In realtà la Russia è in fase di rapidissima islamizzazione, i numeri lo dimostrano.

Il film del regista canadese Denys Arcand Il declino dell’impero americano si apre con la scena di un professore, interpretato da Rémy Girard, che dice agli studenti: “Nella storia sono importanti tre cose: i numeri, i numeri e ancora i numeri”.

I numeri Khomeini li conosceva e nel 1989 scrisse una lettera al segretario del Partito Comunista Michail Gorbacev: l’ayatollah invitò il leader sovietico ad abbracciare l’Islam per “riempire il vuoto nel vostro sistema”.

L’Unione Sovietica è caduta, Khomeini e Gorbacev sono morti, ma quella lettera sembra aver trovato la sua strada grazie ai numeri.

In Italia c’è una certa destra molto poco informata o molto poco avveduta che considera la Russia un baluardo contro l’islamizzazione dell’Europa.

In Russia ci sono 25 milioni di musulmani, ovvero il 17 per cento della popolazione totale. Sono la maggioranza in 7 delle 21 repubbliche della Federazione. La Russia non ha soltanto una percentuale di musulmani di gran lunga maggiore di tutti i paesi europei (quasi il doppio del Regno Unito), ma la Cina e la Ummah islamica devono solo guardare la guerra in Ucraina e fare il tifo alternativamente per entrambe le parti in attesa che un fenomeno storico ignorato dai giornali italiani faccia il suo corso.

Rivela il Telegraph che “Rybar”, alias Mikhail Zvinchuk, ex ufficiale russo con 1,3 milioni di follower fondatore di uno dei canali Telegram “Z” più seguiti, inserito nella lista nera dell’Unione Europea e del governo di Kiev, ha appena pubblicato un'analisi feroce dei cambiamenti demografici in Russia, usando il sobborgo moscovita di Kotelniki per illustrare il punto: “Nelle scuole, solo il 50 percento è russo”. Rispondendo a Rybar, Ria Katyusha, un altro canale nazionalista, ha paragonato la situazione a Kotelniki a “storie simili su Parigi, Amburgo o le città britanniche”. Boris Rozhin, un blogger con oltre 850.000 iscritti, dice che la trasformazione di Mosca ricorda i “quartieri dominati dalle minoranze di Marsiglia e Parigi”.

Questa è San Pietroburgo nei giorni scorsi. 150.000 musulmani si sono radunati per la preghiera presso le mura della moschea centrale, vicino alla stazione della metropolitana Gorkovskaya. La moschea non poteva accogliere tutti coloro che volevano venire, le strade sono state chiuse, apportate modifiche al funzionamento dei trasporti pubblici e il servizio tramviario sospeso.

Il politologo Yuriy Podorozhniy dichiara: “La popolazione musulmana della Russia sta crescendo. In un certo periodo, la percentuale di popolazioni slave e musulmane cambierà. La Russia si trasformerà naturalmente in un paese musulmano. Ecco perché Putin sta trattando con loro, questo sarà un argomento significativo in futuro”.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato ai media che “i migranti sono una necessità”. “Il fatto è che stiamo affrontando una situazione demografica molto tesa. Viviamo nel paese più grande del mondo, ma siamo in pochissimi”.

Sergey Mironov della Duma a dicembre ha detto che i tassi demografici russi stanno portando il paese all’“estinzione”. Estinzione.

Ecco perché, allo scoppio della guerra in Ucraina, l’analista israeliano nato in Russia, Alexander Maistrovoy, mi disse: “La guerra rafforzerà l'impero cinese e l'Islam mondiale”.

“Viviamo in un'epoca strana, segnata da uno spopolamento diffuso e continuo” scrivono su Foreign Policy gli studiosi Ivan Krastev e Stephen Holmes. “Il mondo intero è alle prese con una crisi di sterilità. Le popolazioni si stanno riducendo nelle nazioni ricche e povere, nelle società laiche e religiose, nelle democrazie e nelle autocrazie. Mentre l'invasione dell’Ucraina è stata senza dubbio innescata da ambizioni imperialiste, risentimento anti-occidentale e desiderio di riconoscimento come Grande Potenza, è anche stata condizionata dalla rapida diminuzione, dall'invecchiamento e dall'emigrazione della popolazione russa. Putin capisce che, nel mondo di domani, la Russia sarà un gigante territoriale e un nano demografico. La popolazione russa non sarà solo molto più piccola delle popolazioni di India, Cina o Stati Uniti, ma anche metà di quella dell'Etiopia e un terzo di quella della Nigeria. Per Putin, questo declino demografico si traduce in una perdita irreversibile di potere. Nel 21° secolo, l'immaginazione demografica ha soppiantato l'immaginazione ideologica come forza trainante che plasma la visione collettiva dell'umanità del futuro. Questa immaginazione demografica evoca una società culturalmente molto diversa da quella in cui viviamo attualmente, generando paura piuttosto che speranza. E mentre le proiezioni demografiche sono spesso fallibili, tuttavia modellano profondamente le nostre aspettative e percezioni, mettendo in discussione il nostro senso collettivo di sé. Nell'immaginario politico del Cremlino, la civiltà occidentale è caduta in un declino irreversibile, avendo perso la sua energia e vitalità. L'Europa, secondo Putin, assomiglia a una ‘casa di riposo’ gestita da migranti. La guerra tra Russia e Ucraina è talvolta descritta come una guerra del passato, una tipica guerra di logoramento. Ma è molto più radicale e terrificante di così. È la prima moderna ‘guerra di lutto’. È improbabile che sia l'ultima”.

Il massimo organismo islamico russo ha appena approvato un editto religioso che consente agli uomini musulmani di praticare la poligamia, in contraddizione con la legge russa che proibisce agli individui di contrarre più matrimoni registrati contemporaneamente. Il Consiglio dei religiosi islamici dell'Amministrazione spirituale dei musulmani della Russia (DUM) ha emesso una fatwa lo scorso 18 dicembre, che ora consentirà a un uomo musulmano di celebrare fino a quattro matrimoni contemporaneamente.

Attorno alla metà di questo secolo, la Russia potrebbe avere una maggioranza islamica.

Secondo Paul Goble, uno dei maggiori analisti di cose russe, Mosca sarà islamica nel giro di vent’anni.

Lo scorso anno in Russia sono arrivati ​​più di 8,5 milioni di migranti, di cui più di un milione provenienti dal Tagikistan. Senza contare il numero sempre più importante di russi convertiti all’Islam.

Grafico molto interessante. La Russia ha importato 11 milioni di migranti tra il 1991 e il 2023 (ufficialmente ne servono altri 11 milioni entro il 2040), mentre la popolazione della federazione si è ridotta di 16,7 milioni.

L'Atlantic Council, un think tank statunitense, ha affermato: “La guerra di Vladimir Putin ha praticamente garantito che per le generazioni a venire la popolazione russa non sarà solo più piccola, ma anche più anziana, più fragile e meno istruita. Sarà certamente meno russa dal punto di vista etnico e più diversificata dal punto di vista religioso”.

Nel 1991, 120 moschee. In vent’anni, ne hanno costruite 8.000. La più grande moschea d’Europa è a Mosca.

E proprio l’imam della Grande Moschea di Mosca, Ildar Alyautdinov, ha dichiarato: “I musulmani hanno una grande missione demografica: a causa dell’alto tasso di natalità fare della Russia un paese a maggioranza musulmana”.

Ha ragione il giornalista Ralph Schoellhammer: “Il futuro della Russia è quello di un protettorato cinese semi-islamico, non una rinascita dell’impero di Pietro I”.

Un rapporto della Jamestown Foundation, dal titolo “Come l’Islam cambierà la Russia”, ha spiegato cosa accadrà: “Dati i cambiamenti demografici, entro il 2050 i musulmani rappresenteranno tra un terzo (secondo le stime più prudenti) e la metà (secondo le valutazioni più ‘allarmistiche’) della popolazione russa. Questa ‘islamizzazione’ della Russia avrà un impatto sia sulla situazione interna della Russia che sulle sue opzioni di politica estera a medio e lungo termine. La crescente importanza dell'Islam in Russia plasmerà il futuro del Paese in cinque direzioni: l'equilibrio demografico, la strategia di ‘normalizzazione’ del Caucaso settentrionale, la politica migratoria della Russia, il posizionamento della Russia sulla scena internazionale e la trasformazione dell'identità russa”.

Walter Laqueur, studioso della Russia putiniana, ha scritto: “Mosca è oggi la città con il più alto numero di musulmani in Europa. Il tasso di natalità musulmano è notevolmente più alto di quello russo. In diverse parti della Russia, il numero di reclute musulmane chiamate ogni anno al servizio militare raggiunge il 30 per cento. C'è il timore di una presa del potere da parte dei musulmani e di xenofobia”.

Già entro il 2035, un terzo di Mosca sarà islamica. A volte gioca la sensazione provocata da eventi particolari, come le riunioni di preghiera di musulmani che hanno riempito una grande via di Mosca, l’Olimpijskij Prospekt, dando l’impressione di una profezia apocalittica per il futuro della Russia.

Scrive il saggista russo Sasha Lensky sullo Spectator: “A Mosca, la popolazione musulmana è aumentata di cinque volte dalla fine degli anni '90. A San Pietroburgo, nel 2022, l'Eid, la festa musulmana, è stata celebrata da 160.000 persone; nel 2023 il numero è raddoppiato. Anche se i musulmani non costituiranno il 30 peer cento della popolazione entro la fine di questo decennio, come ha affermato il Mufti, ce ne saranno abbastanza per cambiare lo ‘stile di vita russo’. Se le cose continueranno su questa strada, i miei figli potrebbero assistere a cambiamenti radicali - nella scuola, nella legislazione, nei codici di abbigliamento e così via - e i miei nipoti potrebbero studiare il Corano, piuttosto che Tolstoj e Dostoevskij”.

Sembra quasi la profezia di Aleksei Navalny.

“Non c’è prigione in Russia dove non si senta un musulmano pregare al di là del muro” aveva detto Navalny in videocollegamento dalla colonia penale siberiana dove sarebbe morto un mese dopo. Parlava alla Corte Suprema contro il divieto di tenere più di un libro in cella d’isolamento, restrizione imposta in origine per bandire dalle carceri Corano e testi islamici: “Il sistema considera una minaccia qualsiasi elemento collegato all’Islam”.

Putin dice che “la Russia è uno stato multinazionale e multiconfessionale”. L’Unione Europea sostiene la stessa cosa. La differenza fra i due gulasch culturali è che soltanto in Europa vediamo il Ramadan nelle chiese. Ma da Marsiglia a Mosca, il “multi” alla fine cederà sempre il passo a un solo “uni”. O, più precisamente, a un’unica ummah.

E come scrive Andrei Kazantsev-Vaisman in un paper per l’israeliano Begin Center, “l'influenza dell'Islam radicale, con le sue tendenze anti-occidentali e anti-semite, potrebbe espandersi in tutta la Russia e iniziare a influenzare la politica del governo federale. Questa situazione potrebbe rappresentare minacce significative per l'Europa e Israele”.

I numeri, i numeri e ancora i numeri. E nel lungo termine ci stiamo condannando tutti.

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