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La Repubblica Rassegna Stampa
30.03.2002 2/4/02 Spirale di menzogne
anche Valli è costretto ad ammettere alcune cose che avrebbe preferito tacere

Testata: La Repubblica
Data: 30 marzo 2002
Pagina: 1
Autore: Bernardo Valli
Titolo: «La spirale della vendetta»

L'articolo di fondo di Bernardo Valli su Repubblica del 30 marzo, initolato "La spirale della vendetta", costituisce un esercizio di contorsionismo di modestissimo livello.
Il leitmotiv è quello, consueto, del duello in stile western fra Sharon ed Arafat, nella altrettanto consueta cornice oleografica di un Israele forte ed arrogante contro una Palestina disperata e martirizzata. Ma, di tanto in tanto, anche Valli è costretto ad ammettere alcune cose che avrebbe preferito tacere, in particolare a proposito del terrorismo come causa oggettiva dell' evolversi della violenza sul campo.
Sharon che "inseguiva invano da decenni" il suo "vecchio nemico" Arafat, e potrebbe anche essere il John Wayne che insegue il bandito - pistolero; ma che i due popoli, israeliano e palestinese, condividano un odio che "nessun argine riesce a contenere" è una menzogna, perché, Valli lo sa bene, gli israeliani non odiano i palestinesi, non li massacrano mentre pregano o mentre ballano o mentre fanno la spesa: semplicemente, reagiscono con rabbia al terrore che i palestinesi seminano ovunque.
E menzogna è la citazione "della folla del venerdi musulmano dispersa dalla polizia israeliana" quando tace del perché la polizia israeliana era intervenuta: la "folla del venerdi musulmano" scagliava pietre sugli ebrei raccolti in preghiera al Muro del Pianto dall' alto della spianata della moschee.
Ci risiamo con "la disperazione che diventa fanatismo", con il corollario del "desiderio di vendetta" che accomuna palestinesi ed israeliani. I "diritti più elementari" negati al popolo palestinese non sono il frutto dell' occupazione dei territori arabi da parte israeliana, ne sono la causa. Ai palestinesi i diritti più elementari sono stati negati per decenni dai fratelli egiziani, giordani, siriani, iracheni, libanesi. L' occupazione israeliana avrebbe dovuto divenire, nella politica di tutti i governi d'Israele dal 1967 ad oggi, una merce di scambio per un trattato di pace; per l' Egitto lo è stata, per volontà di un governo di estrema destra guidato da Begin. Non è Israele che "impedisce alla Palestina di divenire uno statosovrano", lo impediscono gli altri stati arabi ed anche il simbolo stesso della Palestina, Arafat, quando rifiutano piani di spartizione proposti dalle Nazioni Unite e dallo stesso Israele.
Valli, procedendo nei suoi contorsionismi, ritiene che la necessità della sicurezza, generata dalle persecuzioni subìte nei secoli, prevalga negli israaeliani sul senso di giustizia e sulla ragione. No, la necessità della sicurezza è oggettiva in uno stato circondato da nemici che da 55 anni proclamano di volerlo annientare, ed affiancato ora da una popolazione che si infiltra sotto forma di bombe umane. E non ha nulla a che vedere con le persecuzioni antecedenti, né entra in conflitto con ragione e giustizia.
E pur di avallare le sue tesi Valli modifica anche i canoni della religione ebraica: la pasqua ebraica non è "una delle ricorrenze più care alla società israeliana", è una delle solennità religiose più profondamente vissute del popolo ebraico, che in esse vede anche la realizzazione del desiderio di libertà di tutti i popoli. Uccidere ebrei che celebrano questo rito è un crimine antisemita, come lo è stato assassinare gli ebrei all' uscita dalle sinagoghe di Gerusalemme. Non ha senso, anzi fa orrore, che due righe più avanti Valli metta sullo stesso piano Hamas, autore del secondo attentato (quello di Gerusalemme era stato perpetrato dagli uomini di Arafat) ed il popolo d' Israele.



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