CLICCA QUI per vedere il VIDEO Brigitte Gabriel: I palestinesi hanno distrutto tutti i paesi in cui sono andati 07/04/2025
Brigitte Gabriel: I palestinesi hanno distrutto tutti i paesi in cui sono andati Video a cura di Giorgio Pavoncello
Duro atto di accusa di Brigitte Gabriel, libanese, contro l'OLP e le organizzazioni terroristiche che gestiscono i profughi palestinesi. Ovunque siano andati, hanno distrutto i paesi ospiti, come un cancro che agisce in tutto il Medio Oriente.
Gli ospedali, come le scuole e le moschee, usati come base militare da Hamas. Se Israele li colpisce, scatta la condanna della Croce Rossa Internazionale (che però non visita nemmeno gli ostaggi israeliani nelle mani dei terroristi). Gaza, da un anno e mezzo, è tenuta letteralmente in ostaggio da Hamas.
A Gaza, le porte dell'inferno si sono aperte ben prima delle minacce del Presidente americano o di quelle dei leader israeliani. E’ stato lo stesso Hamas a prendere l'iniziativa il 7 ottobre 2023.
I leader di questa organizzazione terroristica ne erano perfettamente consapevoli. Ciò vale sia per i cosiddetti “esterni”, riparati nell'opulenza delle loro residenze in Qatar, sia per quelli “all’interno”, che avevano provveduto a predisporre per sé delle comode abitazioni sotterranee. L'offensiva, pianificata da tempo, è iniziata il 7 ottobre con l'infiltrazione di migliaia di terroristi che hanno commesso le peggiori atrocità nei kibbutz e nelle località confinanti con la Striscia di Gaza e nei villaggi, mentre una pioggia di missili si abbatteva su Israele. Il leader dell'ala militare di Hamas, Mohammed Deif, è stato citato da Le Monde mentre si vantava dell'accaduto quello stesso giorno, annunciando che “5.000 razzi erano stati lanciati contro Israele sabato mattina per dare il via all'operazione 'Diluvio di Al-Aqsa’.” Infatti, nel solo mese di ottobre, Hamasha lanciato circa 9.000 razzi Qassam su tutto il territorio di Israele, da Dimona a Sud a Wadi Ara a Nord, fino a Gerusalemme a Est del Paese. Era quindi del tutto ovvio che Israele avrebbe reagito: per fermare i lanci, per impedire un nuovo attacco e, soprattutto, per liberare gli ostaggi che i terroristi avevano portato via con sé. Così una valanga di fuoco si abbatté sulla Striscia di Gaza mentre le forze armate israeliane si preparavano a lanciare una grande offensiva terrestre. I leader di Hamas, come abbiamo visto, erano pronti. Al sicuro nei chilometri di tunnel che avevano costruito con i miliardi di aiuti internazionali sottratti ai civili gazawi, potevano muoversi senza paura. La popolazione invece, si trovò indifesa. Come previsto. Hamas, sacrificando i propri figli come l'antico Moloch, ha continuato a mettere in pericolo la popolazione di Gaza. “Combattenti valorosi” nascosti dietro la finestra di una stanza d'ospedale tenevano sotto tiro i soldati israeliani e poi fuggivano senza attendere la reazione, a discapito dei pazienti che erano ricoverati lì. Altri combattenti erano posizionati in una moschea con lo stesso obiettivo. Delle botole sotto le camere da letto dei bambini davano l'accesso a depositi di armi, munizioni e persino di missili.
E la macchina della propaganda dell'organizzazione terroristica funzionava a pieno regime, gonfiando il numero dei “civili innocenti” contando come tali anche i militanti uccisi in combattimento. Poteva contare sul sostegno dell'ONU, che aveva scelto da che parte stare fin dall'inizio, e dei media, che accettavano ciecamente le cifre fornite dal “Ministero della Salute di Hamas.” La Croce Rossa ce la metteva tutta protestando contro le violazioni di quella che chiamava “legge umanitaria” da parte di Israele, e mostrando al contempo una scandalosa indifferenza per le torture inflitte agli ostaggi.
Oggi, a quasi un anno e mezzo dall'inizio dello scontro da loro pianificato, i leader di Hamas si rifiutano ancora di liberare gli ostaggi rimasti e la popolazione di Gaza dall'inferno in cui la tengono prigioniera.