Torino: Askatasuna, cade il reato più grave. L’ira dei poliziotti 'noi senza tutela' Commento di Francesco Storace
Testata: Libero Data: 01 aprile 2025 Pagina: 14 Autore: Francesco Storace Titolo: «Askatasuna, cade il reato più grave Ira dei poliziotti: «Noi senza tutele»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 01/04/2025, a pag. 14, con il titolo "Askatasuna, cade il reato più grave Ira dei poliziotti: «Noi senza tutele»", il commento di Francesco Storace.
Francesco Storace
Il centro sociale Askatasuna, ancora una volta, viene assolto dalle sue colpe. Epicentro delle violenze pro-Pal (e No Tav), protetto dal sindaco di Torino, ora i suoi militanti vengono assolti dai reati più gravi. E la polizia protesta, perché a questo punto non si sente più tutelata dalla giustizia.
Sono comunisti, anarchici o quello che volete voi. Ma sono rossi e quindi si salvano in tribunale. La morale del processo Askatasuna – con 18 condanne ma senza associazione a delinquere e 10 assoluzioni – pare questa. Una lezioncina, ma non più di tanto. E chi se ne frega di decine e centinaia di poliziotti e carabinieri che nella loro vita li hanno dovuti fronteggiare più volte.
Detto questo, le sentenze si rispettano, ma questa lascia l’amaro in bocca. A dimostrarlo persino i festeggiamenti all’uscita dal tribunale degli imputati: temevano il peggio, tripudio per aver scansato il pericolo più grande, ma non è che sono stati assolti. Persino se Ilaria Salis twitta subito «sono con voi» (ma dal Parlamento europeo, ndr), diciotto condanne, sia pure non pesantissime, rimangono.
Per 16 dei 28 imputati è caduta l’accusa di associazione a delinquere «perchè il fatto non sussiste», mentre le altre pene relative a singoli episodi vanno dai 5 mesi ai 4 anni e 9 mesi. La procura aveva chiesto complessivamente condanne per 88 anni di carcere. Da ieri mattina dinanzi al palazzo di giustizia si era riunita una folla a sostegno degli imputati, che alla lettura della sentenza ha esultato con cori e applausi.
Furibondi i rappresentanti delle forze di polizia: molti sindacati hanno reagito con stizza alla sentenza, con parole di fuoco che lasciano intendere quanto disappunto ci sia tra gli uomini in divisi. Istituzioni contro istituzioni e tutto per il centro sociale Askatasuna.
«Speriamo che il fatto di valutare solo i reati minori derubricando così le accuse più gravi – affermano i rappresentanti dei sindacati di polizia - non siano un incentivo a continuare ad alzare il livello di lotta sociale contro lo Stato e contro i cittadini onesti». Ed è il Siulp a farsi portatore di un’istanza al Viminale: «Il ministro Piantedosi impugni questa sentenza, affinché si accerti l’effettività dei fatti. Giacchè in ogni democrazia, quando lo Stato viene aggredito in forma associativa e sovversiva, esso ha il dovere, prima ancora del diritto, di difendere se stesso e chi lo rappresenta».
In città la reazione della politica non si è fatta intendere. Oltre a chi si unisce alla richiesta al ministro Piantedosi molti si rivolgono al sindaco Lo Russo di non procedere ad ulteriori “regali” ad una struttura che certo non sembra brillare per cultura della legalità.
Un po’ tutte le forze politiche del centrodestra si fanno sentire, dalla Lega a Forza Italia fino a Fratelli d’Italia. In questo caso è la deputata Augusta Montaruli, che da sempre combatte questa battaglia, a farsi sentire ad alta voce: «Chi usa la violenza come strumento di lotta, ideologica e politica, chi si professa fuori da ogni regola, assurgendo a professionisti del disordine, minaccia le istituzioni, devasta la città, i beni della cittadinanza e il patrimonio, così come chi aggredisce le forze dell’ordine, non può mai essere un interlocutore dello Stato e pertanto delle amministrazioni degli enti locali». La meloniana sottolinea che «le 18 condanne ai militanti di Askatasuna emesse dal tribunale di Torino lo confermano, anche se cade l’associazione a delinquere: non cambia la sostanza e anzi questa prima sentenza lo certifica in pieno». Anche perchè «la pericolosità degli esponenti di Askatasuna resta ed è molto grave, proprio perché i militanti, pur condannati, sono fieri dei loro comportamenti».
Il giudizio di Montaruli è netto: «Questo è un segnale chiaro a tutta la cittadinanza e al sindaco di Torino: senza alcun ravvedimento, pentimento e messa in discussione di quanto finora fatto da Askatasuna, va confermata la contrarietà a qualsiasi forma di sanatoria del centro sociale e dei suoi attivisti. Il Comune di Torino non può piegarsi alla violenza, all’illegalità esibita con orgoglio, perché è un messaggio contro tutti i cittadini che rispettano le regole. Torino non deve essere ostaggio».
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