Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Ramadan sull'altare: il buffo suicidio dell'Occidente".

Giulio Meotti
Per l'Edizione parlata della Newsletter clicca sulla foto:

Per la versione scritta, prosegui la lettura:
Così scriveva quattro anni fa il romanziere algerino Boualem Sansal: “Desacralizzando e decostruendo tutto abbiamo creato le condizioni per il nostro fallimento senza ritorno”. Sansal aveva visto lungo, molto più degli occidentali che mangiano papaya pensando di costruire un’Europa multiculturale. Per questo è stato appena condannato a cinque anni di carcere in Algeria.
Ci aveva avvisato su quello che è successo ieri in Francia.
E a Torino, “città islamica” (c’era anche il sindaco).
A Parigi intanto il “miglior pasticciere del mondo”, Pierre Hermé, offriva la sua “collezione Ramadan di macaron”; a Londra, Piccadilly Circus era addobbata con luci e decorazioni comunali che invitano a trascorrere un “Buon Ramadan”; nella catena di supermercati Sainsbury's al cliente si chiedeva se è “pronto per il Ramadan” e al Castello di Windsor il re (e “difensore della fede”, per così dire) era affaccendato per un iftar nella St George's Hall, chiamata così in onore del patrono sotto la cui bandiera i cavalieri crociati cavalcarono in battaglia e oggi molto politicamente scorretta.
Questo articolo era naturalmente destinato alla sezione Islamizzazione dell’Europa, ma è talmente assurdo che ho deciso di inserirlo in Brave New World. Basta andare nella scuola elementare che ha cancellato la Pasqua per “favorire la diversità”.
Una scuola inglese ha annullato la celebrazione pasquale annuale per “rispettare le diverse credenze religiose”. La Norwood Primary School di Eastleigh, Hampshire, ha inviato una lettera ai genitori per informarli. La preside Stephanie Mander ha spiegato che ciò è dovuto al "rispetto per la diversità" della scuola statale e al suo obiettivo di "creare un'atmosfera più inclusiva". Mander ha detto che la scuola ha in programma però di celebrare la “Settimana del Rifugiato” a giugno.
Anche la Theodor-Haubach-Schule di Amburgo ha pubblicato un calendario scolastico che elenca solo le festività islamiche insieme agli eventi scolastici. La scuola, che si impegna per la "diversità", elenca tutte le festività islamiche, come la fine del Ramadan il 30 marzo e la rottura del digiuno il 31 marzo. È inclusa anche la festa islamica del sacrificio, dal 4 al 9 giugno. Il calendario non contiene alcuna traccia delle festività cristiane. Le festività di Natale e Pasqua non sono incluse. Come le date dell'Ascensione a maggio e della Pentecoste.
La diocesi di Milano organizza il Ramadan in chiesa. Sempre più parrocchie italiane festeggiano il Ramadan nei propri oratori. Dietro alcune di queste iniziative c’è Sant’Egidio, che per me è in bancarotta morale da quando a Roma invitò Yusuf al Qaradawi, l’imam della Fratellanza Musulmana e spietato teologo dalle idee assassine.
500 islamici hanno celebrato la fine del Ramadan nel convento di San Domenico a Prato. Il Tirreno: “Ramadan, la prima volta nel cortile della parrocchia”. Davvero avevano bisogno di farlo in chiesa?
Ciò che sembra un “incontro interreligioso”, come viene spacciato sui media, è in realtà più simile a un rituale di autoumiliazione.
Intanto, nella chiesa di San Giovanni Battista di Bruxelles, centinaia di musulmani hanno festeggiato il Ramadan. Le invocazioni ad Allah e i versetti del Corano declamati tra le antiche mura di una chiesa cattolica. Sull’altare hanno messo anche una bandiera palestinese.
E chi avrebbe mai pensato di vedere la celebrazione dell'Iftar del Ramadan all'interno di una delle cattedrali simbolo d'Inghilterra? Invece, è ciò che è successo a Bristol. Non una chiesa sconsacrata, ma una cattedrale fondata nel 1140 come abbazia di Sant'Agostino. I musulmani inglesi non hanno abbastanza moschee? Vediamo cene di Pasqua nelle grandi moschee d’Africa e Medio Oriente?
Un college di Oxford ha cancellato la festa di San Giorgio per far spazio all’Eid islamico, rivela il Telegraph. Il Magdalen College, fondato dal vescovo William Waynflete nel XV secolo, ha sempre tenuto un banchetto annuale per commemorare il leggendario santo patrono dell'Inghilterra, San Giorgio appunto. Non quest'anno. Il college ha tenuto al suo posto una cena per l'Eid, la festa islamica che segna la fine del Ramadan. In una email inviata a centinaia di docenti, il professor Nick Stargardt, vicepreside del college, ha invitato gli ospiti a “celebrare l'Eid con una cena nella Hall”, aggiungendo che “il pasto seguirà le usanze musulmane: il piatto di carne sarà halal e non verranno serviti alcolici”.
La chiesa protestante Mirjam di Düsseldorf ha festeggiato il Ramadan all'insegna del motto "Alla ricerca della pace". La chiesa evangelica di Neukölln, a Berlino, ha tenuto una cerimonia congiunta di rottura del digiuno. La data non è stata scelta a caso: esattamente il Mercoledì delle Ceneri, giorno in cui tradizionalmente inizia la Quaresima cristiana.
A Tuttlingen, Ramadan nella chiesa cattolica di Maria Regina. Poi al centro comunitario protestante di Sprockhövel la rottura del digiuno è stata organizzata come un buffet da portare da casa, regole chiare: “Niente maiale o alcol”.
E sempre a Berlino scene incredibili: centinaia di musulmani radunati in Leopoldplatz per la cerimonia di rottura del digiuno e “Allahu Akbar” di fronte alla chiesa di Nazareth. Il comune di Berlino ha dato l’autorizzazione per “mandare un segnale contro la destra”. Perché scegliere una piazza con una chiesa? Loro lo sanno, noi no. Siamo stupidi.
Non meno assurde le scene fuori dalla chiesa di San Sebastiano di Mannheim, dove ci sono stati numerosi attentati islamici nell’ultimo anno.
Devo ancora abituarmi: niente sfilate di carnevale, niente feste popolari, niente mercatini di Natale, niente feste di Natale, ma celebrazioni del Ramadan. Intanto a Strasburgo un influencer islamico va in una chiesa e si riprende mentre spiega perché l’Islam è superiore a tutti.
Quando il cardinale Karl Lehmann disse di voler celebrare messa a Riad così come i musulmani potevano aprire moschee in Occidente, sollevando il tema della reciprocità, venne attaccato da ogni parte. Oggi di aprire chiese a Riad non ne parla più nessuno, neanche il Papa. In compenso celebriamo il Ramadan nelle nostre chiese e le addobbiamo coi veli. A questo suicidio hanno dato un nome strano e rassicurante: multiculturalismo.
Oriana Fallaci l’ha previsto, ma nessuno l’ha ascoltata. Michel Houellebecq l’ha messo in un romanzo, ma nessuno l’ha preso sul serio.
“Potremmo iniziare a vedere alcuni legislatori in alcuni di questi parlamenti europei iniziare a introdurre la legislazione della Sharia prima piuttosto che dopo”, dichiara l’editor di Newsweek Josh Hammer.
Lo temo anche io. A volte basta scendere per strada per accorgersene.
Milano. Khaybar, khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud. Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà. Non è un canto ecumenico buono per le chiese multiculturali. Khaybar è il nome dell’oasi saudita abitata dagli ebrei che Maometto conquistò nel 628. Il luogo ha assunto un significato leggendario nella prospettiva islamista di una sottomissione finale e violenta degli ebrei.
Lo stesso grido che risuona in tutta Europa, da Bruxelles a Vienna, nei giorni scorsi è risuonato per le strade di Damasco.
Non si festeggia la loro integrazione, si celebra la nostra sottomissione. Temo finirà come il primo razzo lanciato dall’Europa.
In ogni caso, auguri, cari struzzi multiculturali. Ne avrete davvero bisogno.
La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).
Abbonarsi alla sua newsletter costa meno di un caffè alla settimana. Li vale.
Per abbonarsi, clicca qui