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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
25.03.2025 Benvenuti in Italstan, l'islam sempre più si espande. Faremo la fine dell'Inghilterra?
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 25 marzo 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Benvenuti in Italiastan»

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Benvenuti in Italiastan".


Giulio Meotti

Una moschea bianca con quattro cupole azzurre è ora in costruzione a Milano. Sorgerà a via Esterle, potrà ospitare 3.500 musulmani ogni venerdì di preghiera

Il Comune di Milano, come le altre grandi città europee in via di sottomissione, celebra il Ramadan. Il 21 marzo in piazza Duca D'Aosta, davanti alla Stazione Centrale, con il patrocinio del Consolato del Qatar, c’è stata la cena di Iftar.

Quali sono i segnali dell’islamizzazione di un paese? Mega moschee costruite con i soldi dei regimi stranieri, spazio pubblico allocato per le feste islamiche, lauti investimenti finanziari arabi, magistratura che cede al multiculturalismo, preghiere islamiche per le strade, simboli nazionali sfregiati dalle bandiere islamiche, scuole che fanno concessioni alla sharia, università che stringono accordi con le dittature mediorientali, attacchi ai siti cristiani. E l’Italia nell’ultimo anno ha visto tutto questo esplodere con una intensità senza precedenti per il nostro paese, che si beava di essere in ritardo rispetto agli altri in Europa.

Ma i “pensabenisti sull’Islam”, come li chiamava quel grande intellettuale libero che era Giovanni Sartori, non li vogliono vedere.

In questo ultimo anno abbiamo visto di tutto in Italia. Una dolce sottomissione che risale a quando fu posata la prima pietra della Grande Moschea di Roma.

Il vecchio adagio secondo cui la demografia è destino sembra guidare certe decisioni della sinistra italiana e sembra essersi avverato nelle elezioni federali tedesche, almeno in una certa misura. Mentre i risultati delle elezioni hanno visto Alternativa per la Germania (AfD) e Cristiano Democratici (CDU) ottenere quasi il 50 percento di tutti i voti, se avessero votato solo i musulmani, questo totale tra i due partiti avrebbe raggiunto solo il 18 percento. I partiti di sinistra, al contrario, avrebbero ricevuto l'80 percento dei voti.

I dati del gruppo di ricerca Wahlen, condotti per l'emittente statale ZDF, hanno mostrato che i musulmani hanno sostenuto i partiti di sinistra in numeri incredibilmente alti durante le elezioni. Infatti, il loro partito principale era il Partito di sinistra (la Linke, erede del Partito comunista della DDR), con il 29 percento. I socialdemocratici (SPD) hanno ricevuto il 28 percento.

La loro aperta simpatia per i palestinesi, la zelante promozione dell'islamizzazione del paese attraverso l'illuminazione del Ramadan, l'approvazione dei richiami dei muezzin, sempre più moschee, il corteggiamento delle associazioni musulmane, la criminalizzazione di qualsiasi critica all'Islam, la ridenominazione delle festività cristiane nelle scuole e l'occultamento dell'enorme quota musulmana della crescente criminalità migratoria: tutto ciò ottiene l'effetto desiderato alle urne.

Anche uno dei principali politici francesi si inchina al potere di sfruttare il voto musulmano. Il mese scorso, Jean-Luc Mélenchon ha affermato: “Nel nostro paese, una persona su quattro ha un nonno straniero. Il 40 per cento della popolazione parla almeno due lingue. Siamo destinati a essere una nazione creola e tanto meglio! La giovane generazione sarà la grande sostituzione della vecchia generazione”.

Cosa ci riserva il futuro?

Secondo Pew Research, la popolazione musulmana in Germania potrebbe salire a 17,4 milioni entro il 2050, rappresentando il 19,7 percento della popolazione. In uno scenario del genere, un blocco di voto musulmano eserciterebbe un potere enorme per plasmare la politica nazionale. I nuovi arrivati ​​hanno un forte incentivo a votare per i partiti che ritengono porteranno le loro famiglie in Occidente e i loro connazionali. A loro volta, questi partiti hanno un forte incentivo a portare più immigrati. Se fosse stato per i musulmani, la sinistra avrebbe vinto il 70 per cento dei voti in Germania. Mera ipotesi di scuola al momento. Ma cosa succederà quando in una generazione l’Islam sarà il 20 per cento della Germania?

Il PD sta facendo i conti.

Una moschea bianca con quattro cupole azzurre è ora in costruzione a Milano. Sorgerà a via Esterle, potrà ospitare 3.500 musulmani ogni venerdì di preghiera, divisi su tre turni, in un’area coperta di 750 metri quadrati.

Intanto a Torino svetterà la torre dei muezzin alta una ventina di metri sulle ex officine Nebiolo. La nuova moschea sarà comprensiva di studentato, biblioteca e uno spazio mostre. Concessione per 99 anni dal Comune e un progetto da 17 milioni di euro per metà pagato dal re del Marocco (attivissimo anche in Francia con i suoi milioni alle moschee).

Di Torino avevo appena parlato come “città islamica”, dopo che il comune, primo in Italia, ha deciso di aprire uno sportello per denunciare l’“islamofobia” in città. Sono 25 le moschee a Torino e nel 2018 erano 17.

Venezia ha appena intascato 50 milioni dal Qatar per aprire un proprio padiglione nei giardini della Biennale. L’esordio a maggio e sarà permanente.

In Italia sono qatariote gran parte delle nuove moschee. A Ragusa lo sono un quarto di tutte le moschee. Come la nuova moschea di Catania (la più grande del sud Italia), la moschea di Pavia, la moschea di Albenga (la più grande della Liguria).

Follow the money…

Milano detiene il record assoluto del valore di una singola operazione, grazie allo storico deal con cui il fondo sovrano del Qatar ha acquisito Porta Nuova, pagando per il 60 per cento della quota (il 40 era già di sua proprietà) due miliardi di euro. Si sigla così il controllo dei palazzi simbolo della Milano dei Duemila (i grattacieli, il "Bosco Verticale", la "Torre Unicredit"). Al passaggio di proprietà lavorerà anche lo Studio Tremonti dell'ex ministro dell'Economia. Poi Valentino passa al Qatar. Il 25 ottobre 2013, sei mesi dopo l’inizio dell’operazione Porta Nuova, si arriva all’inaugurazione, con tanto di minareto, della tanto attesa moschea El Radwan di Colle Val d'Elsa, gestita dalla comunità islamica di Siena in collaborazione con un comitato garanzia composto da otto membri, quattro nominati dal Comune a guida PD. Il Qatar ci ha messo i soldi. Quella di Colle Val d'Elsa era la moschea che ossessionava Oriana Fallaci, che quando seppe che la stavano costruendo disse al New Yorker: "Non voglio vedere questa moschea vicina alla mia casa in Toscana (a Greve in Chianti) non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto quando io non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia nel loro Paese!”.

La magistratura italiana si sta adeguando ai dettami multiculturali. Un giudice di Brescia ha deciso che un imputato del Bangladesh va assolto per i maltrattamenti della moglie frutto di un “fatto culturale”.

Le preghiere in strada sono sempre più diffuse. Questa è Napoli, stazione centrale.

Alcuni cardinali ci avevano avvisati, dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna (“c’è un'azione pilotata che ha come obiettivo islamizzare l’Europa”) al missionario Piero Gheddo (“l’Islam conquisterà prima o poi la maggioranza in Europa”). Oggi non si muove una mosca in Vaticano.

Le università sono sempre più nel mirino. L’Università di Siena è la prima al mondo a mandare studenti all’Università Islamica di Gaza. Una delegazione senese ha fatto anche visita all’Università di Gaza e realizzato un documentario propagandistico. Se non fosse che l’Università di Gaza non è come tutte le altre. Voluta dal fondatore di Hamas, lo sceicco Yassin, l’università è parte della macchina da guerra di Hamas. All’Università di Roma Due, Tor Vergata, hanno un accordo con il Qatar. Il vice premier del Qatar, Hamad Bin Abdulaziz al Kawari, ha anche ricevuto una laurea honoris causa da Giuseppe Novelli, il magnifico rettore. Anche l’Orientale di Napoli ha un accordo con il Qatar.

Qualche mese fa è stata issata sul Duomo di Milano la bandiera di una nazione nella quale un’organizzazione terroristica nazislamica, Hamas, ha vinto le elezioni, governa come l’Isis la Striscia affacciata sul Mediterraneo e ha compiuto il più grande massacro di ebrei dal 1945. Il gesto della bandiera palestinese sul Duomo di Milano è stato compiuto da un candidato alle elezioni europee di Alleanza Verdi-Sinistra, Stefano Apuzzo, aiutato dalla comunità palestinese in Italia.

L’islamizzazione “spicciola”, intanto, procede spedita.

Al Don Milani di Calenzano, vicino a Firenze, i genitori hanno ottenuto dalla preside l’esonero dalla mensa durante il Ramadan. Digiuno da acqua e cibo a dieci anni (tranquilli, l’imam di Firenze ha detto che “sono i bambini spesso a voler digiunare”).

A Trento, via da scuola gli studenti che - in occasione del Ramadan - digiunando sono “costretti a restare a guardare i compagni a mangiare”. Segnatevi le mie parole: presto leggeremo di scuole italiane, come a Berlino, dove si costringono tutti gli studenti a partecipare alla cena che spezza il digiuno islamico.

A Monfalcone, esenzione per le studentesse con il niqab, il velo integrale: basterà un rapido riconoscimento prima di entrare in classe (esenzione di Dante, perché Maometto brucia all’Inferno). A Figline Valdarno la piscina comunale dedica un corso alle musulmane in burkini. Le scuole italiane sono travolte dall’islamizzazione, caso su caso, di cui si perde il conto.

Quando alcune scuole inglesi decisero di evitare di insegnare la Shoah, il presidente della comunità ebraica di Roma, Leone Paserman, disse: “Si è assunto un atteggiamento di acquiescenza verso la cultura musulmana. Si crede che in questo modo si possa comprare la non belligeranza dei fondamentalisti islamici”.

Questo è quello che sta cercando di fare l’Italia.

A Brescia, che Limes ha definito “capitale islamica d’Italia”, (anche il vescovo e il sindaco presenti) migliaia di fedeli musulmani hanno celebrato al Brixia Forum la fine del Ramadan.

Appena un anno fa, un’accademica della Sorbona diceva alla mia newsletter: “L’Italia ha poco tempo per evitare l'islamizzazione già in corso in diverse paesi”. I segnali sono tutti davanti ai nostri occhi, prima che ci mettano il velo, come alla statua del generale greco Epaminonda avvolta in un lenzuolo rosso per risparmiare la “sensibilità” dei musulmani in un teatro in Liguria.

Abbiamo visto la censura di Napolislam, il documentario-film di Ernesto Pagano sugli italiani convertiti all’Islam.

Qui siamo nella piazza centrale del popolare quartiere romano di Centocelle: maschi islamici pregano liberamente inginocchiati e le donne sono dentro a un recinto, chiuso da teli che impediscono di guardarle in preghiera.

Un think tank italiano, la Fondazione Fare Futuro, ha previsto che a causa delle migrazioni di massa e dei diversi tassi di natalità fra italiani e immigrati, entro la fine del secolo metà della popolazione italiana potrebbe essere islamica.

Oltre alle prime chiese convertite in moschee, aumentano intanto i casi in cui si bruciano le chiese nell’indifferenza più totale che, come spiega Ayaan Hirsi Ali, è uno dei segnali che è in corso l’islamizzazione di un paese.

Oriana Fallaci, che temeva un minareto nella terra di Giotto, ha previsto molte cose. Ma non aveva ancora visto niente. E neanche lei, che mi scrisse chiedendomi un articolo sull’islamizzazione dell’Olanda, avrebbe immaginato la moschea fiorentina costruita sui terreni della diocesi cattolica.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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