Putin: nessun tavolo con Kiev Cronaca di Matteo Legnani
Testata: Libero Data: 25 marzo 2025 Pagina: 8 Autore: Matteo Legnani Titolo: «Putin frena sulle trattative «Nessun tavolo con Kiev» Attacchi alle città ucraine e droni contro la Crimea»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/03/2025, a pag. 8, con il titolo "Putin frena sulle trattative «Nessun tavolo con Kiev» Attacchi alle città ucraine e droni contro la Crimea" la cronaca di Matteo Legnani.
Lavrov e Rubio a Riad. I nuovi colloqui di pace nella capitale saudita non stanno portando a nulla. Mosca frena e si dichiara indisponibile per sedere al tavolo con l'Ucraina per una tregua.
La doccia fredda è arrivata nella serata di ieri. Da Riad, dove sono iniziati i colloqui tra la delegazione americana e quella russa per un cessate il fuoco in Ucraina, i rappresentanti di Mosca hanno comunicato che, comunque vadano le trattative, nella capitale saudita non ci sarà la firma di alcun accordo, segno evidente che le parti sono ancora lontane. L’incontro di ieri si è chiuso dopo dodici ore senza comunicazioni. «Non sono previsti documenti», ha dichiarato seccamente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov all’agenzia di stampa russa Tass.
In precedenza gli stessi emissari di Mosca avevano riferito all’agenzia Ria Novosti che «i negoziati tra Russia e Stati Uniti sono ben lungi dall’essere anche solo vicini a una conclusione» e che «dureranno molto a lungo». Nella capitale saudita c’è anche la delegazione ucraina, guidata dal ministro degli Esteri, Rusten Umjerov. Ma, alla luce di quanto affermato dai rappresentanti di Mosca, è difficile prevedere che già a Riad ci possano essere le condizioni perché si arrivi a incontri trilaterali che vedano al tavolo i due Paesi belligeranti e gli Usa.
Anche perché a qualche migliaio di chilometri dal deserto saudita, le due nazioni in conflitto se le stanno dando di santa ragione e lo scenario sul campo pare ben lontano da quello di una tregua.
Proprio nelle prime ore della mattinata di ieri, Mosca ha condotto un raid missilistico contro strutture residenziali e civili, incluso un ospedale pediatrico, a Sumy, lungo il confine con la regione russa del Kursk che è l’epicentro della battaglia in queste ultime settimane. Media locali hanno riferito che non ci sarebbero morti, ma il bilancio dei feriti ieri pomeriggio era arrivato a 74, inclusi 13 bambini che si trovavano nell'ospedale.
«L’Ucraina si batte per la pace mentre la Russia ancora una volta dimostra di voler continuare con il terrore" ha scritto su X il premier ucraino, Denys Shmyhal, accusando il Cremlino per l'attacco alle «infrastrutture civili a Sumy, con danni in abitazioni private e feriti, bambini compresi. La comunità internazionale – ha aggiunto - deve aumentare la pressione sulla Russia per fermare l'aggressione, garantire giustizia e salvare le vite degli ucraini».
Sull’altro fronte, tuttavia, il ministero della Difesa russo ha riferito di aver abbattuto nella nottata tra domenica e ieri ben 227 droni lanciati verso il suo territorio. La notizia è stata comunicata da Sky News, che ha sottolineato come il numero di velivoli impiegati sia stato notevolmente superiore alla media degli attacchi lanciati da Kiev, come a voler ricordare a Washington e Mosca, ha sottolineato l’emittente britannica, che l'Ucraina ha ancora carte da giocare nella guerra.
Il Cremlino ha a sua volta lanciato un attacco nella notte, con 99 droni diretti verso le regioni di Kiev, Kharkiv, Sumy, Kirovohrad e Zaporizhzhia. E il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov è tornato a ripetere la narrazione della propaganda di Mosca secondo cui il governo ucraino sarebbe «nazista», dichiarando che la Russia intende continuare a prestare «attenzione alla soluzione del compito della denazificazione di quello Stato che resta sotto il controllo» di Kiev. Attraverso l'agenzia di stampa statale Ria Novosti, Lavrov ha accusato Kiev di «sterminare sul piano legislativo e fisico tutto quello che è russo con una completa negligenza e complicità da parte degli Stati europei».
Tornando al fronte diplomatico, ieri a Riad si è discusso di temi legati alla sicurezza della navigazione nel Mar Nero, della possibilità del controllo americano su alcune centrali nucleari ucraine (inclusa quella di Zaporizhzhia) e di linee di demarcazione territoriale in regioni di confine sensibili. «Stiamo discutendo di confini, ma a breve con l’Ucraina firmeremo l’accordo sulle terre rare», ha rivelato il presidente Donald Trump parlando a Washington con la stampa.
Intanto, la Cina ha smentito che le sue truppe possano partecipare a un’operazione di peacekeeping in Ucraina, a cessate il fuoco raggiunto. «Sono notizie del tutto false, la posizione della Cina sulla crisi in Ucraina resta coerente e inequivocabile», ha replicato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, a chi gli chiedeva conferma se Pechino stesse considerando l'invio di soldati e a quali condizioni.
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