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Libero Rassegna Stampa
24.03.2025 Gli avversari più duri di Israele
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 24 marzo 2025
Pagina: 5
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Gli avversari più duri di Israele sono i ribelli Huthi in Yemen»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/03/2025, a pag. 5, con il titolo "Gli avversari più duri di Israele sono i ribelli Huthi in Yemen", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Bloccano la rotta del canale di Suez, lanciano missili a lungo raggio contro Israele bloccandone anche il traffico aereo. Gli Houthi, armati e addestrati dagli iraniani, sono padroni dello Yemen e sono attualmente gli avversari più duri di Israele.

«Abbiamo ottenuto l’obiettivo di bloccare il traffico aereo all’aeroporto per oltre mezz’ora». Il motto stampato sulla bandiera degli Huthi indica uno scopo più ampio – «Allah è grande! Morte all’America! Morte a Israele!
Siano maledetti gli ebrei! Vittoria per l’Islam!» – ma chi si accontenta gode. L’aeroporto in questione è il Ben Gurion di Tel Aviv, che però gli Huthi chiamano “Jaffa occupata”, e il mezzo con cui lo avrebbero bloccato per 30 minuti è l’ennesimo missile ipersonico Palestine 2 che la milizia yemenita alleata dell’Iran ha esploso ieri all’indirizzo del nord d’Israele, obbligando i suoi residenti a una corsa mattutina nei rifugi. «Un successo», secondo il portavoce degli Huthi, Yahya Saree.
Il gruppo armato zaydita, una versione dell’Islam sciita, è l’ultimo nemico di Israele che non si limita ad alzare la voce ma a minacciare di fatto lo stato ebraico. Incassata la sconfitta del 7 ottobre 2023, Israele ha umiliato i suoi nemici: sia Hamas sia Hezbollah sono state decapitate. I due gruppi del terrore si stanno ancora leccando le ferite inferte dalle Israeli Defense Forces (Idf) negli ultimi mesi. E ieri Israele ha annunciato che migliaia di effettivi della 36esima Divisione si stanno preparando a unirsi alle operazioni militari a Gaza, aumentando così la portata dell’offensiva di terra contro Hamas.
L’altro arcinemico di Israele nella regione, il siriano Bashar Assad (legato a doppio filo all’Iran), non c’è più. Il crollo repentino del suo regime sanguinario ha permesso alle Idf di rafforzare la propria presa sul Golan e di distruggere l’arsenale strategico siriano già nelle ore in cui Assad riparava in Russia.
Gli Huthi sono oggi una spina nel fianco di Israele ma nonostante la serie ininterrotta di attacchi contro il proprio territorio, gli israeliani non stanno reagendo contro il gruppo.
Un comportamento del tutto diverso da quello tenuto per esempio nei confronti di Hamas, contro cui Idf hanno da poco riaperto le ostilità, oppure di Hezbollah in Libano: dopo il lancio di sei missili sabato dal Sud del paese dei Cedri contro il nord d’Israele, le Idf hanno replicato con una doppia serie di attacchi, prima localizzati sul sud libanese e poi sul resto del Paese. Ma poiché gli Huthi non minacciano solo lo stato ebraico ma tutto il traffico marittimo nella regione, Donald Trump ha voluto schierare gli Usa in prima fila.
E a detta di Mike Waltz, consigliere Usa per la Sicurezza nazionale, il gruppo terrorista ha poco da celebrare. Ieri Waltz ha spiegato alla Cbs come una campagna di attacchi su obiettivi yemeniti condotti dalle forze armate statunitensi avrebbe condotto, fra l’altro, all’eliminazione del massimo esperto di missili in seno alla milizia.
«Abbiamo colpito il loro quartier generale, gli snodi della comunicazione, le fabbriche di armi e anche alcuni dei loro impianti per la produzione di droni» ha affermato Waltz senza, però, indicare il nome dei leader Huthi uccisi.
L’impegno americano contro il gruppo sostenuto dall’Iran è notevole: prima il Pentagono ha inviato la portaerei USS Harry Truman ad incrociare al largo delle acque yemenite e ad attaccare gli Huthi – che hanno replicato attaccando la nave da guerra due volte.
Constatato che si tratta di un osso duro, in queste ore la Difesa americana ha disposto che anche la USS Carl Vinson si unisca alla guerra contro il gruppo.
In un articolo apparso sul Jerusalem Post, l’analista Jonathan Spyer mette in guardia gli Stati Uniti: attenzione, scrive, gli Huthi sono l’unica forza regionale che non è stato umiliata da Israele ma dietro la loro forza non c’è soltanto l’Iran ma anche il supporto della Russia, con la quale però gli Usa dialogano sull’Ucraina.
Ma Mosca, conclude Spyer, è capofila di «una lunga lotta per erodere e ripristinare il potere statunitense e occidentale: speriamo che gli Usa se ne accorgano presto».

 

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