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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.03.2025 L’ago della bilancia è a favore di Putin
Commento di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 marzo 2025
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «L’ago della bilancia è a favore di Putin»

L’ago della bilancia è a favore di Putin
Commento di Antonio Donno

A nessuno interessa più seriamente la difesa dell'Ucraina, men che meno a Trump, come è stato evidente da subito. La causa è stata progressivamente abbandonata dal mondo occidentale. Ora il vantaggio è tutto di Putin che si ripropone di ristabilire l'egemonia di Mosca sull'Europa centro-orientale. .. a meno di un miracolo...

Nonostante le prese di posizione dell’Unione Europea contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, appare evidente che, con il passare dei giorni, la questione stia perdendo quell’urgenza politica che aveva avuto nelle settimane successive all’ingresso di Mosca nelle regioni orientali dell’Ucraina. Zelensky si prodiga incessantemente per sollecitare l’Unione Europea e soprattutto gli Stati Uniti a non abbandonare il proprio Paese ad un destino di sottomissione alle mire imperialistiche di Putin. Ma, poiché l’Ucraina non fa parte né dell’Unione Europea, né della Nato, la reazione dell’Occidente e degli Stati Uniti si va sempre più configurando come una condanna priva di sostanza politica, e questo perché non possono mettere in campo la necessaria forza militare per controbattere l’invasione russa. Per quanto gli aiuti militari dei Paesi europei a Kiev non siano mancati, essi non sono sufficienti per riconquistare i territori perduti, né tantomeno per difendere la parte restante del Paese da un’eventuale avanzata russa verso l’ovest dell’Ucraina. Di fatto, si è delineata una situazione sul terreno che favorisce la Russia sia al momento attuale, sia nel caso in cui Mosca dovesse decidere di portare avanti la conquista dell’intera Ucraina.

     Nel dare inizio all’avanzata russa in Ucraina, Putin era perfettamente consapevole della posizione favorevole del proprio Paese nell’area politica dell’Europa centro-orientale e parzialmente in quella balcanica. Il crollo dell’Unione Sovietica, pur avendo consentito ai Paesi di quelle aree di acquisire l’indipendenza, non li ha sottratti all’influenza di Mosca. In sostanza, l’Europa è divisa in due aree, le quali continuano ad avere connotazioni culturali e psicologiche diverse in ragione della loro storia e delle influenze che hanno ricevuto nel corso dei secoli. Putin conosce molto bene le distanze socio-culturali delle due parti, distanze che i Paesi dell’Europa orientale non hanno ancora colmato, pur avendo conquistato le libertà democratiche dopo decenni di sottomissione al comunismo.

     Da parte americana, peraltro, la questione dell’Ucraina tende ad essere progressivamente allontanata dal novero dei problemi di politica internazionale. Trump ha inizialmente valutato il pericolo dell’avanzata russa nel centro dell’Europa, per poi addivenire a una conclusione: se l’Europa Orientale, in virtù dell’avanzata russa in Ucraina, è oggetto delle attenzioni egemoniche di Putin, allo stesso modo l’Europa occidentale deve rientrare pienamente nella sfera d’influenza americana, sia dal punto di vista politico che da quello economico. I dazi che Trump ha imposto all’economia europea hanno un significato politico preciso: l’Europa occidentale deve rientrare nell’orbita americana. Questo è l’esito politico ed economico dell’accordo Trump-Putin, almeno per ora.

     C’è da dire, però, che l’obiettivo di Trump presenta difficoltà che Putin non ha, per le ragioni già esposte. Trump è in rotta di collisione con l’Unione Europea, che considera debole e insignificante dal punto di vista politico ed economico. Inoltre, Trump valuta la Nato un’alleanza che ha fatto ormai il suo tempo, tant’è che il presidente americano ha più volte espresso la volontà americana di uscire dall’alleanza, con l’obiettivo di portare la Nato allo scioglimento. Il risultato sarebbe un’Europa occidentale nuovamente posta sotto l’ombrello americano. Tuttavia, l’obiettivo di Trump è assai difficilmente raggiungibile. I Paesi dell’Europa occidentale, pur avendo interessi talvolta contrastanti, rappresentano una realtà politica la cui coesione ha alle spalle decenni di vita politica, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni, a parte l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, i Paesi dell’Europa centro-occidentale hanno avuto governi di diverso colore, ma mai disposti a rinunciare alla propria presenza nell’Unione.

     In sostanza, Putin e Trump, pur manifestando velleità strategiche non confliggenti, almeno per ora, hanno di fronte obiettivi di diverso peso politico, e, di conseguenza, difficoltà di gestione dei rispettivi progetti difficilmente comparabili. Il vantaggio di Putin è evidente, peraltro reso ancora più pesante dalle posizioni strategiche acquisite dalla Russia con l’invasione dell’Ucraina e dalla passività dimostrata dagli Stati Uniti in quella circostanza. Trump crede di poter avere una contropartita da parte di Putin, ma è una vera e propria illusione. La bilancia del sistema politico internazionale pende dalla parte della Russia.

Antonio Donno
Antonio Donno


takinut3@gmail.com

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