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Libero Rassegna Stampa
20.03.2025 Ultimatum di Israele
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 20 marzo 2025
Pagina: 8
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Da Israele un consiglio ai palestinesi: «Liberate gli ostaggi e potrete partire»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/03/2025, a pag. 8, con il titolo "Da Israele un consiglio ai palestinesi: «Liberate gli ostaggi e potrete partire»", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Dopo i raid aerei di inizio settimana, Israele muove anche le forze di terra per colpire in profondità i terroristi di Hamas a Gaza. Massima pressione per ottenere la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani dei palestinesi.

Quando fra lunedì e martedì le Israel Defense Forces (Idf) hanno sancito la fine della tregua (iniziata il 19 gennaio) con Hamas, in molti si sono chiesti se alle manovre dell’aeronautica militare sarebbe seguita anche un’operazione di terra. L’esercito dello Stato ebraico è un esercito di popolo costituito da giovani di leva e riservisti da cui la diffusa preoccupazione delle famiglie israeliane davanti alla possibilità che i propri cari siano mandati a combattere in quella grande trappola che è la Striscia di Gaza.
Il governo di Benjamin Netanyahu ha rotto gli indugi in tempi record. Ieri sera il Jerusalem Post scriveva che carri armati israeliani erano entrati mercoledì pomeriggio nel corridoio Netzarim nella Striscia di Gaza. Chiamato Netzarim dal nome di un insediamento israeliano nell’enclave palestinese fondato nel 1972 e smantellato nel 2005 quando Israele si ritirò da Gaza, il corridoio corre fino al mare separando il terzo settentrionale dal resto della Striscia: in questa fase, le fonti hanno indicato al Jerusalem Post che un'invasione più ampia «non è ancora iniziata», il che non significa che sia esclusa. Mentre i carri armati e i fanti delle 252esima divisione entravano nel corridoio, altre operazioni di terra di carattere “puntuale” sono state eseguite nel centro e nel sud dell’enclave. Infine, la Brigata Golani è stata dispiegata nei pressi del confine meridionale della Striscia.
Israele sta dunque esercitando la massima pressione su Hamas dimostrandosi pronto a tornare in gran forze a Gaza. Un’ostentazione, resa più minacciosa dall’aperto appoggio dell’amministrazione Trump, che il governo spera possa bastare a convincere il gruppo terrorista a venire a più miti consigli, ovvero a rilasciare gli altri 59 ostaggi nelle sue mani. Di questi, 25 dovrebbero essere ancora vivi. Un’illusione: Hamas si nasconde proprio dietro agli ostaggi per non essere distrutta Ieri il ministro della Difesa di Gerusalemme, Israel Katz, ha minacciato di nuovo il gruppo terroristico. Se gli ostaggi non saranno rilasciati e Hamas non lascerà Gaza, «Israele opererà con una forza che non avete ancora visto. Seguite il consiglio del presidente degli Stati Uniti», ha continuato Katz, «liberate gli ostaggi altre opzioni si apriranno per voi, inclusa la possibilità di partire per altri luoghi nel mondo».
A mettere una pulce nell’orecchio a Hamas dovrebbe essere la circostanza che oltre a rifornire Israele di armi, gli Usa hanno consegnato anche numerosi Caterpillar D9, dei potenti bulldozer capaci di spostare terra e detriti in grande velocità trasformando un campo di battaglia in un accampamento militare fortificato.
Da notare infine che nonostante la fine della tregua, Hamas, che non ha perso occasione dallo scorso 19 gennaio di dare sfoggio della propria forza e della padronanza delle armi, non ha ancora sparato un singolo razzo contro lo Stato ebraico.
Difficile credere che il gruppo terrorista non abbia più un Qassam da lanciare contro Israele. Più probabilmente i pochi dirigenti rimasti temono una possibile reazione israeliana: Hamas è disarticolata e al momento punta più su una intifada globale contro le ambasciate di Israele nel mondo. Meglio mandare avanti altri.

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