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Libero Rassegna Stampa
20.03.2025 Immobili regalati ai centri sociali violenti, Torino e Milano
Analisi di Massimo Sanvito

Testata: Libero
Data: 20 marzo 2025
Pagina: 6
Autore: Massimo Sanvito
Titolo: «I progressisti non badano a spese: immobili regalati ai centri sociali»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/03/2025, a pag. 6, con il titolo "I progressisti non badano a spese: immobili regalati ai centri sociali", la cronaca di Massimo Sanvito

L'Askatasuna di Torino è il centro sociale epicentro della violenza pro-Pal. Il comune lo vuole regalare ai suoi occupanti, prorogando il patto di collaborazione con loro. A Milano, il sindaco Sala vuole fare lo stesso con il centro sociale Leoncavallo. Sindaci contro la proprietà privata e per l'illegalità (basta che si proclami "antifascista").

L’ultimo schiaffo alla legalità è contenuto nelle sei pagine di una delibera di giunta fresca fresca. Il Comune di Torino a guida Pd ha prorogato per cinque anni il patto di collaborazione tra la città e il gruppo di proponenti composto da cinque attivisti e dalle associazioni Asd Aurora Vanchiglia e Asd Dopolavoro 47 per la gestione del piano terra e del cortile dell’immobile di via Santa Margerita occupato dai professionisti del disordine di Askatasuna. Nonostante le inchieste (88 anni totali di carcere chiesti per associazione a delinquere per i leader del centro sociale e una richiesta di 6,8 milioni di euro di risarcimento danni nell’ambito delle guerriglie No Tav) e l’indignazione sacrosanta di quei (tanti) cittadini che hanno ancora a cuore la giustizia.
Finita la fase della co-progettazione, la sinistra istituzionale tira dritto per accontentare un bacino elettorale non indifferente. Si passa dunque alla (doppia) fase operativa: prima la ristrutturazione degli spazi a carico dei nuovi-vecchi inquilini, poi il via libera a eventi «di carattere sociale, culturale, artistico, musicale sportivo ed educativo» per «favorire l’aggregazione e la coesione sociale». Imperativo: «Promuovere i valori dell’antifascismo, dell’antisessismo, dell’antirazzismo, diritti sociali ed ecologia» e - udite udite - «aumentare la percezione di sicurezza».
E se il Comune di Torino, al primo punto del patto di collaborazione, invoca l’articolo 118 della Costituzione che «affida ai soggetti che costituiscono la Repubblica il compito di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale», il centrodestra non ci sta. L’escamotage con cui il nome di Askatasuna è stato depennato dai documenti ufficiali per addolcirne la regolarizzazione è fin troppo indigesto. Maurizio Marrone, assessore regionale alla Casa, ha annunciato un ricorso al Tar: «Dal momento che il Comune di Torino ha scelto espressamente di non rispettare la legge regionale sui Beni Comuni, che vieta patti di collaborazione su immobili che siano stati oggetto di occupazione abusiva nei cinque anni precedenti, faremo valere le ragioni della legalità in Tribunale. La nostra legge è pienamente in vigore e non è stata impugnata neanche dal Comune di Torino, che era libero di farlo qualora l’avesse ritenuta illegittima».
Esulta, invece, il gruppo musicale dei Subsonica, di cui uno dei membri, Max Casacci, è tra i proponenti del patto di collaborazione. «C’è ancora una città che mostra coraggio. Con la delibera approvata, la giunta di Torino risponde nei fatti alle minacce di sgombero dello stabile di corso Regina e quindi dell’esperienza Askatasuna, in una stagione politica ostile alle realtà non omologate e agli spazi di libertà e dissenso».
Sarebbe semplice dissenso l’assalto sistematico alle forze dell’ordine, a suon di bombe carta e bastonate, davanti a cantieri dell’alta velocità?.
Alla vicenda Askatasuna, intanto, si aggiunge un nuovo capitolo. Che non riguarda le peripezie politiche ma è comunque intriso di violenza. Due attiviste del centro sociale devono rispondere di resistenza a pubblico ufficiale per una lite con gli steward e le forze dell’ordine impegnati nel servizio d’ordine al concerto di Vasco Rossi allo stadio Olimpico di Roma nel giugno del 2022.
Si ribellarono al fatto che gli fu negato l’accesso all’area gold. Una delle due, la 28enne Maria B., fu anche arrestata quel giorno: il suo era un nome note, perché nel 2017 aveva denunciato un poliziotto (poi assolto) accusandolo di averla malmenata durante una manifestazione.
Da Torino a Milano. Qui, sindaco Sala e compagni stanno accelerando la sanatoria che toglierà dalla sua cinquantennale illegalità il centro sociale Leoncavallo: è già pronta una nuova casa per loro.

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