La Cina paga 15 eurodeputati Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 14 marzo 2025 Pagina: 1 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Pagati da Pechino 15 eurodeputati»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/03/2025, pag. 1, con il titolo "«Pagati da Pechino 15 eurodeputati»", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Tangenti della Huawei (Cina) a 15 eurodeputati, in cambio di attività lobbista. La polizia belga indaga e di mezzo ci sono anche politici italiani. Due assistenti di Forza Italia sono stati perquisiti. Insomma, è troppo forte la tentazione di farsi corrompere dalle dittature nemiche dell'Occidente.
Perquisizioni, arresti, interrogatori, 21 mandati in totale ordinati dalla procura Belga. E di mezzo ci sono anche 15 europarlamentari e i loro assistenti. Insomma, tutti gli elementi per un altro Qatargate che dovremmo in questo caso chiamare Huaweigate, visto che a tirare le fila sarebbe stato il colosso di Shenzhen, o forse meglio Chinagate, dal momento che la Huawei è la punta di diamante di quelle attività di lobby sporca che Pechino non ha mai smesso di praticare tra Europa e America.
Come nelle più classiche delle grandi operazioni di polizia gli agenti belgi, un centinaio, hanno hanno fatto irruzione negli uffici e nelle case dei lobbisti di buon mattino alla ricerca di prove che confermino la tesi secondo cui i rappresentanti di Huawei hanno infranto la legge nelle loro attività di lobbying sui membri del Parlamento europeo. Perquisizioni sono state effettuate anche in Portogallo. Un sospettato è stato invece arrestato in Francia. Nel pomeriggio gli investigatori si sono presentati al Parlamento Europeo dove sono stati posti i sigilli ad alcune zone e sono stati perquisiti gli uffici degli assistenti parlamentari di Fulvio Martusciello e Marco Falcone di Forza Italia (Ppe) e di Nikola Minchev dei liberali di Democratic Bulgaria (Renew). La presidente di Renew Europe, Valérie Hayer, è «sconcertata», fa sapere un suo portavoce, ma «condanniamo con fermezza qualsiasi forma di corruzione», mentre FI fa sapere che «nessun tipo di utilità di qualsiasi genere è mai stata conferita a membri o componenti dello staff. Inoltre, nessun invito è stato mai raccolto, né per visite in Cina né tantomeno per assistere a eventi allo stadio».
Nel comunicato rilasciato dalla Procura federale belga si parla di reati di corruzione «commessi regolarmente dal 2021» e di somme di denaro, cene, viaggi e biglietti per le partite dell’Anderlecht. Si fa riferimento anche a un «flusso di finanziamenti legati ai premi nelle spese di conferenze gratuite e versati a vari intermediari».
La procura belga per il momento non ha ritenuto necessario fornire i nomi degli indagati ma secondo Le Soir ci sarebbe di mezzo anche un cittadino belga di origini italiane, tal Valerio Ottati, 41enne che sarebbe entrato a far parte di Huawei nel 2019 quale direttore degli affari pubblici dell'ufficio nell’Unione europea, immediatamente dopo aver terminato 10 anni da assistente parlamentare, cosa generalmente non consentita. Dal 2009 al 2014 è stato assistente parlamentare del forzista Enzo Rivellini del Partito popolare europeo. Dal 2014 al 2019 è stato invece assistente di Nicola Caputo, ex-europarlamentare con il gruppo dei Socialisti e democratici, oggi membro di Italia Viva e in precedenza del Partito democratico. Secondo il curriculum pubblicato sul suo account Linkedin (ora cancellato) durante il primo mandato Ottati si è occupato della “gestione delle relazioni con l’ambasciata cinese presso la Ue” e di quella “delle riunioni interparlamentari Ue-Cina”, vantando un ruolo nella “presidenza della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese”. Lo stesso Rivellini, che non è indagato, in quel periodo si è espresso in questi termini su Huawei: «Questa società, vero colosso della telecomunicazione mondiale, si sta sforzando con un forte impatto sociale a migliorare il pianeta e io sono disponibile ad aiutarli». Con Caputo, nemmeno lui indagato, Ottati avrebbe smesso di avere relazioni ufficiali con la Cina, malo stesso europarlamentare ha fatto parte tra il 2018 e il 2019 della Delegazione di cui sopra.
Secondo Le Soir l’ex assistente aveva dunque conoscenze al Parlamento Europeo molto importanti per Huawei e si sarebbe occupato di “organizzare incontri con i deputati” e “invitare le persone agli eventi”, che l’azienda cinese ha finanziato per quasi 2 milioni di euro.
Un ruolo del tutto lecito ma che in realtà, sempre secondo il giornale belga, avrebbe nascosto operazioni di corruzione. La merce di scambio sarebbe quella citata dalla procura, ovvero biglietti per partite di calcio (soprattutto per lo stadio dell’Anderlecht, dove l’azienda cinese ha una tribuna privata), spese di vitto e alloggio, oggetti quali ovviamente cellulari della marca Huawei e denaro nel cui trasferimento avrebbe avuto un ruolo decisivo la società portoghese perquisita.
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