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Libero Rassegna Stampa
25.02.2025 Trump accelera sull’Ucraina. Zelensky volerà a Washington. La Lega pro-Putin: no all’invio di soldati
Cronaca di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 25 febbraio 2025
Pagina: 2
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Trump accelera sull’Ucraina: «Pace in poche settimane Putin accetterà truppe Ue» E loda Meloni: grande leader»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/02/2025, pag. 2, con il titolo "Trump accelera sull’Ucraina: «Pace in poche settimane Putin accetterà truppe Ue» E loda Meloni: grande leader", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Macron e Trump alla Casa Bianca si intendono su un piano di pace per l'Ucraina che preveda anche il dispiegamento di forze di pace europee. Tocchiamo ferro per quale sarà il risultato. 

Mentre in Europa la Ue varava il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e progettava l’invio all’Ucraina di nuovi aiuti militari, dall’altra parte dell’Atlantico il presidente francese Macron, in visita alla Casa Bianca, diceva in pratica di sì con la testa a ogni richiesta di sua maestà Donald Trump. Ed è parso perfino scoraggiato, se non affranto, quando il tycoon, interpellato dai giornalisti sui possibili dazi doganali all’Italia, si è sperticato in elogi per il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
«È una grande leader», ha detto («Grazie per le parole, Usa e Europa condividono valori e responsabilità comuni. Lavoreremo insieme per affrontare le sfide globali con determinazione e visione», risponde Giorgia via social), sottolineando poi che l’Italia è un alleato «molto importante» per gli Stati Uniti.
E la Francia? E il presidente francese che era lì accanto? Ha dovuto ravaler sa fierté come si dice in francese, ovvero sostanzialmente ingoiare il rospo.
Ma quel che è certo è che ormai il processo di pace è un fatto indiscutibile e questo il presidente francese sembra averlo implicitamente riconosciuto in tutte le sue dichiarazioni. Così come è indiscutibile il ruolo dell’Europa che non avrà voce in capitolo nelle trattative ma tornerà utile quando sarà il momento. Le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, una volta che sarà raggiunto un accordo per porre fine alla guerra con la Russia, saranno messe in pratica dall’Europa, ha detto Trump, e Putin non ha nulla in contrario. «Gli europei sono pronti ad assumersi la responsabilità di garantire una pace duratura. Accetterà truppe di pace Ue (ma la Lega ha subito dichiarato: «No all’invio di soldati italiani», ndr). Il coinvolgimento a lungo termine degli Stati Uniti è un fatto positivo», ha risposto ossequioso Macron. In questa chiave è dunque importante che l’Europa torni ad armarsi come non ha fatto in questi anni contando sull’ombrello degli Stati Uniti.
Una richiesta che risale al primo mandato di Trump e che nel suo secondo è stata raddoppiata proprio in vista delle trattative di pace. «L’Europa è pronta a rafforzare la sua difesa», ha assicurato ieri il presidente francese.
La richiesta in ambito Nato di Trump è che ogni singolo Paese membro spenda nella difesa il 5% del Pil, una percentuale che richiederà uno sforzo gigantesco, e forse impossibile, da parte dell’Unione Europea.
Ma il tycoon ha anche in pratica chiarito ulteriormente quella che è la linea dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina. In un messaggio sul suo social Truth ha scritto di essere impegnato «in serie discussioni con il Presidente russo Vladimir Putin in merito alla fine della guerra e anche alle principali transazioni di sviluppo economico che avranno luogo tra Stati Uniti e Russia». «I colloqui stanno procedendo molto bene!” ha aggiunto il presidente.
Quasi in contemporanea, in un gioco di specchi significativo, il presidente ucraino Zelensky sosteneva al G7 che Usa e Ucraina stanno lavorando in modo produttivo all’accordo economico che permetterà alla trattativa di continuare, quello sui minerali. Dallo Studio Ovale, in presenza dello stesso Macron, Trump ha confermato tutto, dicendo che appunto sembrerebbe che l’accordo sia molto vicino e che si aspetta la visita alla Casa Bianca del presidente ucraino molto presto, «questa settimana o la prossima». Zelensky dunque prima di Putin, come egli stesso aveva chiesto giusto 24 ore prima.
A Mosca potrei andarci «una volta messe a posto le cose» ha scritto Trump su Truth, aggiungendo poi, a fianco del presidente francese, che «potremmo mettere fine alla guerra in Ucraina nel giro di settimane, se siamo intelligenti».
Anche da Mosca sono arrivati segnali. L’inviato di Putin Kirill Dmitriev ha di fatto risposto al tycoon sostenendo che «la Russia è aperta alla cooperazione economica tra Usa e Russia e ritiene che sia fondamentale per un’economia globale più resiliente». Poche ore prima il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov aveva fatto sapere che Mosca cesserà le sue azioni militari solo se l’esito sarà «soddisfacente» per la Russia.
Ma aveva anche aggiunto che molti altri Paesi sono diventati «realistici» nella loro posizione sull’Ucraina e che il recente incontro a Riad ha sollevato la speranza di avere un dialogo normale tra Russia e Stati Uniti.

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