L’ostaggio bacia i terroristi: altro Hamas horror-show Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 23 febbraio 2025 Pagina: 8 Autore: Mirko Molteni Titolo: «L’ostaggio bacia le belve: l’ultimo show di Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/02/2025, a pag. 8 con il titolo "L’ostaggio bacia le belve: l’ultimo show di Hamas" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Gli ultimi 6 ostaggi rilasciati, con la solita scenografia concepita apposta per celebrare la vittoria dei terroristi e l'umiliazione dei prigionieri israeliani.
Come promesso, ieri Hamas ha liberato altri 6 ostaggi israeliani, consegnandoli in località diverse della Striscia di Gaza, ma non sono mancate ulteriori polemiche sull’apparato scenografico con cui il movimento palestinese alimenta la propria propaganda. Hanno fatto scalpore i baci sulla fronte che uno degli ostaggi ebrei ha appioppato a due dei miliziani di Hamas mascherati che presiedevano al rilascio, non si sa se spontanei o estorti. In cambio, Israele si preparava in serata a liberare 620 detenuti palestinesi, attendendo le conclusioni di un vertice di sicurezza nazionale convocato dal premier Benjamin Netanyahu.
Col completamento della liberazione dei 33 ostaggi vivi concordati per la prima fase della tregua Israele-Hamas, dovrebbe ora iniziare la seconda fase. In mattinata Hamas ha liberato i primi due ostaggi a Rafah, consegnandoli alla Croce Rossa, la quale li ha passati ai soldati israeliani. Si trattava di Tal Shoham, 40 anni, e Avera Mengistu, 38 anni, quest’ultimo ebreo nero della comunità falascià proveniente dall’Etiopia. Se Shoham è uno dei rapiti del 7 ottobre 2023, prelevato dal kibbutz di Be’eri, Mengistu è ostaggio di lunga data, uomo di Ashkelon con problemi mentali entrato volontariamente a Gaza nel 2014. La consegna è avvenuta sotto la sorveglianza di un drone militare ebraico che sorvolava Rafah, stando a quanto riportato su X dal Palestinian Information Center. Come nelle precedenti liberazioni, Hamas ha approfittato dell’occasione propagandistica allestendo un palco e mostrando come trofei armi catturate all’esercito israeliano. Più tardi, altri tre ostaggi sono stati rilasciati su un altro palco di Hamas a Nuseirat, a metà della Striscia di Gaza. Erano i giovani Eliya Cohen, 27 anni, Omer Shem Tov, 22 anni, and Omer Wenkert, 23 anni. Ragazzi catturati un anno e mezzo fa al festival musicale Nova, assalito da terroristi di Hamas sbarcati dal cielo in paramotore. I ragazzi erano vestiti tutti con un’uniforme militare e a un certo punto, uno di essi, Omer Shem Tov, ha baciato sulla fronte due dei miliziani palestinesi in mimetica e passamontagna che avrebbero potuto ucciderlo durante la cattività. Non si sa se l’ostaggio abbia baciato i miliziani come sfogo o ringraziamento per essere stato risparmiato, se siano stati gli stessi estremisti a istruirlo per creare un maggiore effetto mediatico oppure se sia stata una manifestazione della “sindrome di Stoccolma”, quel fenomeno psicologico che talvolta spinge le persone rapite a “solidarizzare” paradossalmente coi rapitori.
Il sesto israeliano liberato ieri, Hisham al-Sayed, 37 anni, è un arabo-israeliano che, analogamente a Mengistu, era in mano ad Hamas da anni, dal 2015, essendo anch’egli mentalmente offeso, entrato fin da allora nella Striscia e colà trattenuto. Nel suo caso, essendo un beduino arabo e non ebreo, Hamas ha deciso di “rispettarlo”, consegnandolo alla Croce Rossa a Gaza City quasi in sordina, senza show di dubbio gusto.
Il che prova come, negli altri casi, le cerimonie sono viste dagli stessi miliziani palestinesi come una beffa agli ostaggi. In serata Netanyahu ha rinnovato il suo impegno a riportare a casa tutti gli ostaggi: «Finora abbiamo rimpatriato in Israele 192 persone rapite. Di essi, 147 sono vivi e 45 sono morti. Hamas detiene ancora 63 ostaggi. Il governo israeliano s’impegna a continuare con determinazione per riportare a casa tutti i rapiti».
Fra i 620 palestinesi che verranno liberati figurano molti esponenti di Hamas, per citarne solo alcuni: l’architetto e politico Yousef al Mansi, già ministro della Comunicazione di Gaza, Salama Katkawi, Abdel Nasir Issa, organizzatore di due attentati, Othman Balal, che scontava ben 27 ergastoli per attentati terroristici. C'è anche il più longevo detenuto palestinese in Israele, Nael Barghouti, 67 anni, in prigione da ben 45, quando ne era solo 22enne. Non c’è invece il medico, pediatra e neonatologo, Hussam Abu Safiya, che dirigeva l’ospedale di Kamal Adwan nella Striscia di Gaza ed era stato catturato dai soldati ebraici un paio di mesi fa, il 27 dicembre 2024.
Secondo le fonti palestinesi, ieri truppe israeliane hanno compiuto incursioni intimidatorie nelle case di molti di questi prigionieri palestinesi, in villaggi fra Ramallah, Hebron e Betlemme, «minacciando le famiglie affinché non organizzassero celebrazioni», stando al Palestinian Prisoners’ Media Office. Frattanto, sulla scia della restituzione nei giorni scorsi delle salme della signora Shiri Bibas e dei suoi due bambini, Ariel e Kfir, il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che la «crudeltà senza pari di Hamas non resterà impunita».
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