Testata: Libero Data: 22 febbraio 2025 Pagina: 2 Autore: Matteo Legnani Titolo: «I terroristi hanno ucciso i bimbi Bibas a mani nude. Giallo sul corpo della madre»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/02/2025, a pag. 2, con il titolo "I terroristi hanno ucciso i bimbi Bibas a mani nude. Giallo sul corpo della madre" la cronaca di Matteo Legnani.
Benjamin Netanyahu, sulla restituzione dei corpi dei Bibas: definisce correttamente "mostri" i terroristi di Hamas e ringrazia Javier Milei, per i giorni di lutto dell'Argentina dedicati allo sterminio della famiglia.
Non bastava l'orrore di quelle quattro bare esposte giovedì sul palco di Khan Younis come se fossero trofei. Né è bastato l'orrore della scoperta che in una di quelle quattro bare non ci fosse Shiri Bibas, la mamma di Ariel e Kfir, i due bambini di 4 anni e 10 mesi appena, rapiti il 7 ottobre 2023 e i cui cadaveri sono stati restituiti alla famiglia dopo 16 mesi. Ma il corpo consegnato era di un’altra donna.
Poi, in serata, hanno finalmente trovato la salma di Shiri e l’hanno portata alla Croce Rossa.
Sembra non esserci un limite all’orrore di cui sono capaci i «mostri» di Hamas, come ieri li ha definiti il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Mostri che, come hanno appurato gli esami autoptici svolti sui cadaveri di tre dei quattro corpi consegnati giovedì dai terroristi, hanno ucciso i piccoli Ariel e Kfir a mani nude.
I patologi forensi che hanno eseguito le autopsie, condividendole con gli alleati di Israele in tutto il mondo, non hanno voluto specificare pubblicamente, per pietà e nel rispetto della dignità delle due piccole vittime, se i due bambini sono stati picchiati a morte o strangolati. Ma così sono stati uccisi, in un modo o nell’altro.
«Oggi è un giorno tragico, di sconfinata tristezza, indescrivibile dolore. Ariel Bibas, il suo fratellino Kfir e Oded Lifshitz sono stati brutalmente assassinati dai selvaggi di Hamas. Chi rapisce un bambino e un neonato eli uccide? I mostri. Ecco chi. Questi mostri di Hamas si sono anche rifiutati di restituire indietro la madre Shiri, e hanno inviato il corpo di una donna gazawi, violando l'accordo».
«Come primo ministro, giuro che non avrò pace finché i selvaggi che li hanno giustiziati non saranno consegnati alla giustizia. Non meritano di camminare su questa terra.
Niente mi fermerà. Niente», ha detto il premier israeliano, che ha ringraziato il presidente dell’Argentina Javier Milei per aver dichiarato due giorni di lutto nazionale nel suo Paese in onore dei due bimbi che, come la mamma, avevano la doppia cittadinanza israeliana e argentina.
«La tua decisione esemplare di proclamare due giorni di lutto nazionale per Kfir e Ariel Bibas, due bambini innocenti brutalmente assassinati dai mostri terroristi di Hamas, dovrebbe essere da ispirazione per tutti i leader del mondo civilizzato. Grazie per la tua incrollabile integrità e la tua straordinaria leadership, non vedo l'ora di darti presto il benvenuto in Israele», ha scritto il premier israeliano su X.
I “mostri”, intanto, hanno avuto la faccia tosta di chiedere indietro il corpo della donna palestinese che hanno infilato nella bara al posto della povera Shiri Bibas, spiegando che si sia trattato di «uno scambio di cadaveri» del quale hanno, ovviamente, attribuito la colpa agli israeliani. Sostengono, infatti, che i tre membri della famiglia Bibas siano rimasti uccisi da un bombardamento dell’aviazione israeliana contro un sito nel quale Shiri e i suoi due bimbi si trovavano assieme ad alcuni palestinesi.
Hamas ha detto di non avere alcun interesse a «trattenere i corpi» degli ostaggi israeliani morti e che sta esaminando le possibili ragioni dello scambio avvenuto ieri «con la massima serietà. Segnaliamo anche la possibilità di un errore o di una sovrapposizione per quanto riguarda i corpi, che potrebbe essere il risultato dell’occupazione che ha preso di mira e bombardato il luogo in cui la famiglia si trovava con altri palestinesi», ha affermato il gruppo terroristico su Telegram. Ricostruzione smentita dalle autopsie eseguite sui corpi dei due bimbi Bibas. I “mostri” hanno aggiunto che informeranno i mediatori dei risultati delle indagini e che diffonderà i risultati «in modo trasparente».
La famiglia Bibas, che forse non potrà nemmeno piangere sulla tomba della 32enne Shiri, ha attaccato il governo israeliano accusandolo di non aver protetto i propri cari durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 (che fece oltre 1.200 vittime) e di non averli poi saputi riportare a casa vivi.
«Non c'è perdono per averli abbandonati il 7 ottobre, e non c'è perdono per averli abbandonati in cattività. Primo ministro Benjamin Netanyahu, non abbiamo ricevuto scuse da te in questo momento doloroso», ha detto Ofri Bibas, la zia di Ariel e Kfir, in una dichiarazione. La famiglia, ha aggiunto, sta ancora aspettando di conoscere il «destino» di Shiri.
Oggi, intanto, Hamas consegnerà gli ultimi sei dei 33 ostaggi la cui liberazione faceva parte dagli accordi per la prima fase del cessate il fuoco con Israele, che è iniziata lo scorso 19 gennaio e terminerà come previsto dopo sei settimane, il prossimo 2 marzo. Si tratta del 39enne Tal Shoham, rapito dal kibbutz Be'eri, del 22enne Omer Sem-Tov, del 27enne Eliya Cohen e del 23enne Omer Wenkert, che si trovavano al rave Supernova, e di due cittadini israeliani con storie di malattia mentale entrati una decina di anni fa nella Striscia e dei quali non si avevano notizie da allora.
In cambio della loro libertà, Israele rilascerà oggi 602 detenuti palestinesi in cambio di sei ostaggi israeliani che torneranno in Israele domani. Secondo Hamas, l'elenco comprende 50 detenuti che scontano condanne all'ergastolo, 60 che scontano condanne lunghe. Saranno rilasciati anche 47 detenuti riarrestati dopo essere stati rilasciati in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2011, così come 445 detenuti arrestati a Gaza durante la guerra.
Nelle mani del gruppo terroristico restano ancora una settantina di ostaggi israeliani, la cui liberazione dovrebbe costituire uno dei punti della trattativa per il via libera alla fase due della tregua, che verrà negoziata la prossima settimana.
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