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Libero Rassegna Stampa
20.02.2025 Macron vola da Trump
Cronaca di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 20 febbraio 2025
Pagina: 4
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Macron vola da Trump. Il piano: truppe Ue a Kiev»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 20/02/2025, a pagina 4, con il titolo "Macron vola da Trump. Il piano: truppe Ue a Kiev", la cronaca di Mauro Zanon 

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Dopo il fallimento del mini-vertice di Parigi con gli alleati europei della Nato, Macron riprende il dialogo con Trump per organizzare una forza di interposizione europea, per garantire la prossima pace in Ucraina. 

Dopo il tentativo fallito di lunedì di costruire una posizione europea unitaria sui negoziati di pace in Ucraina e, più in generale, sulla sicurezza del continente, ieri il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron ha organizzato un secondo mini-summit ma soprattutto ha elaborato un piano con il britannico Keir Starmer per creare una «forza di garanzia» che farebbe affidamento sulle forze aeree occidentali, sostenute dagli Stati Uniti, per far rispettare qualsiasi accordo di cessate il fuoco in Ucraina e scoraggiare una potenziale aggressione russa. Lo riferisce il quotidiano "Financial Times", secondo cui il leader dell’Eliseo sarà a Washington la prossima settimana, probabilmente con Starmer, per discutere della cosa con Trump. Il progetto, basato su un impegno maggiore di truppe e mezzi europei, potrebbe non dispiacere al presidente americano e avrebbe il gradimento anche di Giorgia Meloni. Il premier italiano mantiene il riserbo in questo momento delicato, con lo scontro Trump-Zelensky e le incomprensioni fra alleati occidentali, ma fonti vicine a Palazzo Chigi rilevano che l’iniziativa franco-britannica non viene considerato una anomalia. Parigi e Londra proseguono le fonti - hanno spinto per una forza di peacekeeping, per un dispiegamento di forze sotto la regia dell'Onu e soprattutto siedono nel Consiglio di sicurezza. Quanto al vertice “di riparazione” parigino, vi hanno partecipato appunto i Paesi che erano stati esclusi lunedì e avevano manifestato tutta loro indignazione a Parigi per il trattamento ricevuto: dalla Repubblica Ceca del premier conservatore Petr Fiala, che ha definito Macron «arrogante» per non aver invitato il suo Paese lunedì, alla Romania di Ilie Bolojan, che condivide con l’Ucraina 600 chilometri di frontiera, fino ai Paesi Baltici, Lituania, Lettonia, Estonia.
«Ho appena avuto un’altra lunga conversazione con diversi colleghi dell’Unione europea, così come col Canada, l’Islanda e la Norvegia. La posizione della Francia e dei suoi partner è chiara e unitaria. Vogliamo una pace duratura e solida in Ucraina», ha scritto Macron su X al termine del meeting. «Siamo al fianco dell’Ucraina e ci assumeremo tutte le nostre responsabilità per garantire la pace e la sicurezza in Europa. Questo è l’interesse fondamentale della Francia e ne sono il garante.
Condividiamo l’obiettivo, che è anche quello del presidente Trump, di porre fine alla guerra di aggressione condotta dalla Russia da quasi tre anni», ha aggiunto il presidente francese su X, prima di enumerare i princìpi che dovrebbero guidare l’Europa: «L’Ucraina dovrà essere sempre essere coinvolta e i suoi diritti dovranno essere rispettati; la pace dovrà essere duratura e accompagnata da garanzie solide e credibili; le preoccupazioni degli europei in materia di sicurezza devono essere prese in considerazione. Siamo convinti della necessità di aumentare le spese e le capacità di difesa e sicurezza per l’Europa e per ciascuno dei nostri Paesi. Nei giorni e nelle settimane a venire saranno prese delle decisioni».
Insomma, solo e soltanto annunci, senza nessun risultato concreto, come al termine del primo meeting. In un’intervista alla stampa regionale francese prima del secondo mini-vertice, Macron aveva dichiarato che l’Europa, come garanzie di sicurezza, potrebbe «inviare esperti o anche truppe ridotte, al di fuori di qualsiasi zona di conflitto, per sostenere gli ucraini e dare un segno solidarietà». «È quello che stiamo pensando con i britannici», aveva aggiunto il presidente francese. Che ha però escluso l’invio di boots on the ground francesi sul territorio ucraino. «La Francia non si prepara a inviare truppe di terra, belligeranti, in un conflitto, in prima linea», ha affermato Macron. Dopo aver definito la Russia «una minaccia esistenziale» per l’Europa, citando come esempi «i cyberattacchi, i tentativi di manipolazione elettorale, gli atti antisemiti gravissimi nel nostro Paese organizzati dai russi e le pressioni migratorie in Polonia», l’inquilino dell’Eliseo ha dichiarato che Trump «può riavviare un dialogo utile con il presidente Putin». Macron si è poi detto favorevole all’«adesione alla Nato» dell’Ucraina e di un’«operazione di mantenimento della pace sotto il mandato delle Nazioni unite». Ieri sera, Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha dichiarato a Fox News che la prossima settimana, assieme al primo ministro britannico, Keir Starmer, verrà a Washington anche Macron. Francia e Regno Unito, le due potenze nucleari, guidano il fronte dei possibilisti all’invio di peacekeeper in Ucraina, ipotesi inizialmente osteggiata da Germania, Italia e Polonia.

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