Ricorda Amalek: non dimentichiamo e non perdoniamo Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 20 febbraio 2025 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Ricorda Amalek: non dimentichiamo e non perdoniamo»
Ricorda Amalek: non dimentichiamo e non perdoniamo Commento di Deborah Fait
Palloncino arancio, simbolo dei Bibas, la famiglia rapita da Hamas il 7 ottobre. Kfir e Ariel, oggi di 2 e 5 anni, sono stati uccisi, così come la madre Shiri. Oggi la restituzione dei corpi.
Abbiamo avuto la conferma alle paure che tutta Israele ha vissuto per più di 500 giorni. Gli psicopatici nazisti di Hamas hanno confermato la morte dei fratellini Kfir e Ariel, oggi di 2 e 5 anni, e della loro mamma Shiri Bibas. Ce li restituiranno oggi. Il 7 ottobre dormivano nei loro letti e durante il giorno avrebbero festeggiato Simchat Thorà, la festa dei bambini che conclude la settimana di Sukkot. Dormivano i due bambini, Kfir aveva 9 mesi, Ariel 4 anni, quando nella loro casa entrò il Male assoluto. Degli orchi maledetti che li strapparono alla loro serenità per farli entrare nell’inferno palestinese abitato da due milioni di terroristi, due milioni di psicopatici. E non azzardatevi a darmi della razzista, non osate! Questo è quello che sono e che scrivo da anni, gente malata nell’anima che conosce solo l’odio e il culto della morte. È ora di finirla con la commedia dell’islam moderato perché i moderati fra loro sono quelli che urlano Allahu Akhbar e mangiano dolcetti esultando mentre i ‘non moderati’ sgozzano persone innocenti. Quella mattina i mostri divisero subito il padre, Yarden, dal resto della famiglia. L’ultima immagine che abbiamo è Shiri che, persa nel suo terrore muto, guardandosi intorno sgomenta, senza capire quello che stava accadendo, stringeva tra le braccia i suoi due bambini dai capelli rossi. Da quel momento non hanno più dato loro notizie. La guerra psicologica, il logoramento dei nervi, oltre all’assassinio, sono l’unica ragione di vita di questa marmaglia nazista. Yarden è stato liberato due settimane fa per sapere che quella mattina gli avevano ammazzato la mamma e che nessuno aveva più notizie della sua famiglia, di sua moglie e dei suoi bambini. Ora lo sa, ora la sappiamo tutti in Israele, perché il portavoce di Hamas ha annunciato che giovedì, 20 febbraio, avrebbero consegnato i resti di 4 assassinati, tra cui i tre Bibas. Quei piccoli gingi, quei due bambini sorridenti sono il simbolo di Israele, della sua disperazione, delle gole chiuse dal pianto, dalla rabbia impotente. E il desiderio di giustizia. Dicono, vigliacchi fino al midollo, che sono morti a causa di un bombardamento israeliano. Non provateci, maledetti, di fare da scarca barile. Li avete rapiti, avete portato a Gaza esseri umani vivi mescolati a cadaveri di quelli che avete ammazzato sul posto, sono stati accolti a sputi dagli esultanti abitanti di Gaza. Avete sgozzato, aperto le pance, legato agli alberi giovani donne per stuprarle e poi sparar loro in testa, avete banchettato col loro sangue, vi siete beati di morte e di orrore e non siete nemmeno capaci di prendervi le vostre responsabilità.
La verità è che questi esseri mostruosi sono consci di avere dalla loro gran parte dell’Occidente che li sostiene, li ama e li difende. Un occidente antisemita che, nelle piazze e nelle università, urla che Israele deve essere distrutto, dal fiume al mare. Un Occidente stupido, debole, accusatore della democrazia liberale di Israele, ammiratore delle dittature e teocrazie islamiche e innamorato della barbarie palestinese.
Il sangue degli innocenti grida vendetta, il mondo non lo sente questo grido, non capisce di avere in casa il Mostro, troppo stupido per rendersene conto. Ma pagherà il suo sostegno incondizionato a questi nuovi nazisti, lo pagherà perché il Male è ormai nelle strade di Milano, di Roma, di Berlino, di Parigi, di Londra, di Amsterdam.
Il mondo ha scelto la sua condanna, lo ha fatto liberamente e in modo del tutto insensato, indottrinato da media e politici prezzolati.
I nostri due bambini e la loro mamma non ci sono più, divorati da Amalek, e io vorrei vedere un segno di speranza da questo mondo ingiusto, vorrei vedere un tentativo di riscatto, di pietà. Vorrei si colorasse di arancione, per cacciare il buio, arancione come il sole, come i capelli fiammeggianti di Kfir, rapito a 9 mesi e Ariel, rapito a 4 anni. In loro ricordo.