Io ucraino dico: Trump ci aiuta Intervista di Maurizio Stefanini a Maryan Zablotskyy
Testata: Libero Data: 19 febbraio 2025 Pagina: 3 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Io ucraino dico: Trump ci aiuta»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/02/2025, a pag. 3, con il titolo "Io ucraino dico: Trump ci aiuta" l'intervista di Maurizio Stefanini a Maryan Zablotskyy.
Maurizio Stefanini
Maryan Zablotskyy, economista e politico liberale ucraino
Nel 2020 l’Ucraina ha deciso di dedicare a Ronald Reagan un monumento a Kiev, in un luogo dove fino al 2014 c’era una statua a un eroe del comunismo. L’idea, e la relativa battaglia per ottenerlo, sono stati di Maryan Zablotskyy: economista libertario esperto in macroeconomia, nel 2015 ha creato la Fondazione per le Libertà Economiche in Ucraina. Alle ultime elezioni è stato eletto col partito di Zelensky, “Servitore del Popolo”. «È un riconoscimento agli sforzi di Reagan per sradicare il comunismo», spiega. Deputato di Zelensky ma anche simpatizzante dei repubblicani Usa.
Come vede l’accusa a Trump di volere abbandonare l’Ucraina?
«Io sono invece abbastanza sicuro che Trump manterrà l’appoggio all’Ucraina. Spesso la stampa, in particolare quella di sinistra, cerca di far passare altro ma ricordo che, in particolare in uno degli ultimi discorsi, Trump ha detto specificamente che gli Stati Uniti rimarranno con l'Ucraina finché sarà necessario. E ricordo anche i suoi discorsi precedenti in cui ha detto che l’Ucraina dovrebbe ricevere caccia ancora migliori degli F-16. Forse degli F-35».
Trump è piuttosto duro con voi.
«Gli ucraini ricordano i fatti, non le parole. Ricordiamo che Trump è stato il primo a darci i missili Javelin nel 2018. Ho persino contattatole unità che hanno ricevuto i primissimi aiuti militari dagli Stati Uniti, che sono stati fatti da Trump, e abbiamo anche registrato un video dei loro saluti a Donald per quei primi Javelin. Ed è vero che questi primi Javelin hanno aiutato a difendere Kiev e hanno insegnato ai nostri soldati a usarli prima che Biden ce li fornisse. Inoltre, Trump è stato il primo a implementare le sanzioni su Nord Stream 2, che sono state purtroppo revocate da Biden».
Ma l’Ucraina non rischia di vedersi imporre un accordo di pace punitivo?
«In linea di principio, siamo abbastanza ottimisti su cosa accadrà. Per quanto riguarda gli accordi di pace, abbiamo visto una strategia specifica da parte di Donald Trump, e sta sicuramente funzionando. In realtà sono d’accordo con lui sul fatto che l’Europa stava spendendo troppo poco perla propria difesa. Ci sono solo alcuni Paesi che non solo hanno adempiuto alla spesa minima del 2%, ma hanno fatto di più. Penso che l’Europa sarà molto più forte se inizierà a spendere di più per la difesa, e Trump ha assolutamente ragione in questo. Ovviamente, l'Ucraina non sarà mai parte di un accordo concordato senza di essa. In realtà, siamo ormai in grado di difenderci da soli. La stragrande maggioranza delle vittime che stiamo causando ai russi sono fatte con armi di fabbricazione ucraina. Possiamo continuare a combattere».
Ma cosa può ottenere l’Ucraina?
«Per noi, la priorità è la sicurezza futura. Sarà probabilmente impossibile recuperare le aree già perse solo con strumenti militari, e onestamente anche io sono contrario al fatto che altri ucraini perdano la vita per questo. Ma possiamo mantenere le nostre posizioni, e i russi sono stati completamente incapaci di occupare persino le città più piccole, anche negli ultimi mesi o settimane. Non riescono nemmeno riconquistare le aree che abbiamo occupato intorno a Kursk».
Pensa che la guerra potrà finire in tempi rapidi?
«Molto probabilmente, Putin cercherà di giocare una partita consistente nel forzare una tregua temporanea con l’idea di spingerci verso le elezioni.
Ciò comprenderebbe l’apertura dei confini e l’invio di soldati in prima linea, ma poi attaccherebbero di nuovo. Penso che il presidente Zelensky abbia assolutamente ragione nel senso che volere un accordo di pace globale ora, con garanzie effettive di terze parti per la nostra sicurezza, e in modo da rendere l’Ucraina così forte che non avrebbe alcun senso per la Russia attaccarci. Se un tale compromesso sul tavolo verrà raggiunto, dalla Russia ci resterà solo di affrontare alcuni giochi mentali. Quindi, come ha detto correttamente Marco Rubio, i prossimi giorni e settimane mostreranno se la Russia è effettivamente seria riguardo ai negoziati».
L’Ucraina è stata toccata anche dalla polemica sul taglio dei fondi Usaid.
«Secondi un sondaggio, solo il 22% degli ucraini pensa che fermare i programmi Usaid in Ucraina sia stata una cosa negativa per noi. Un 12% li ha invece ritenuti del tutto inutili, e un 47% ritiene che, sebbene possano essere in qualche modo utili, avrebbero bisogni di un ripensamento nel modo di gestirli, per poterli utilizzare meglio.
In effetti molto denaro è andato sprecato. Non ho mai capito, ad esempio, a cosa servissero 297 milioni di dollari assegnati allo sviluppo della cultura ucraina. Con quei soldi avremmo potuto produrre un kolossal tipo Avatar! Oltretutto, dai dati risulta finanziata una azienda privata i cui dipendenti sono stati tutti donatori per la campagna elettorale di Kamala Harris».
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