Torino: Salone Internazionale del Libro. Annalena Benini: lottiamo per la liberazione di Sansal Intervista di Francesco Rigatelli ad Annalena Benini
Testata: La Stampa Data: 19 febbraio 2025 Pagina: 24 Autore: Francesco Rigatelli Titolo: «Un Salone del libro sulle parole con una serietà leggera»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/02/2025, a pag. 24 con il titolo "Un Salone del libro sulle parole con una serietà leggera", l'intervista di Francesco Rigatelli ad Annalena Benini.
Annalena Benini, un coraggioso appello per la liberazione di Sansal
«Il Salone del libro di Torino vuole essere sempre di più un luogo d'incontro basato sulla parola, con un pizzico di leggerezza». La direttrice editoriale Annalena Benini presenta così il titolo Le parole tra noi leggere della seconda edizione da lei curata, la 37ª nel complesso, dal 15 al 19 maggio al Lingotto.
Quali sono le sfide per la kermesse di quest'anno?
«Questa edizione è un progetto entusiasmante, a partire dal titolo che incarna lo spirito di quello che vogliamo cercare di fare, cioè mettere la parola al centro con una speciale forma di serietà leggera o di leggerezza seria. Parola intesa come letteratura, ma anche come incontro e tentativo di interpretare il presente in veloce trasformazione. La realtà va più in fretta della letteratura e c'è bisogno di provare a fermarla con le parole per capirla a fondo».
Come ha scelto il titolo Le parole tra noi leggere?
«È un verso della poesia Due nel crepuscolo di Eugenio Montale e il titolo di un romanzo del 1969 della scrittrice cuneese Lalla Romano, che affronta il rapporto tra madre e figlio all'epoca della contestazione giovanile e che vinse il Premio Strega. Le parole tra noi leggere riguarda il noi, la possibilità di scambiarsi idee e talvolta cambiarle».
Nel manifesto dell'illustratrice Benedetta Fasson, veronese classe 1992, ci sono due ragazzi di colore diverso che si abbracciano e si sussurrano all'orecchio su una poltrona di parole. Qual è il messagio?
«Che il noi è tutto, è inclusivo, fa parte del nostro presente, è la nostra realtà e soprattutto il nostro futuro. I ragazzi e le loro parole costruiscono il domani. E lo fanno in dialogo con gli adulti, cercando il nostro ascolto e avendo fiducia in noi. Questo va celebrato e di questo bisogna ringraziarli».
Di tutti gli ospiti in programma qual è quello a cui ha più tenuto e a cui ha più lavorato?
«Mi sono impegnata molto per la lezione inaugurale della scrittrice Yasmina Reza, di cui sono grande ammiratrice da sempre e che ha scritto libri magnifici. Lei ha quel tipo esemplare di scrittura ironica, sorprendente, commovente, capace di fermare gli esseri umani in un dettaglio. Il suo prossimo libro, La vita normale (Adelphi), è un augurio e potrebbe dare il titolo alla sua lezione».
Quanti ospiti del Salone deve ancora rivelare invece?
«Parecchi, gli scrittori saranno tanti, importanti e su alcuni grandi nomi sto ancora lavorando. Ci saranno anche molti giovani, perché vorrei dare spazio non solo ai big ma prendere qualche rischio puntando su nomi nuovi che possano raccontare situazioni insolite».
Perché ha aggiunto una nuova sezione, Crescere, affidandola allo psicologo Matteo Lancini?
«Mi sembra un'urgenza editoriale, perché guardo molto alle uscite dei libri e tante riguardano il tema dell'adolescenza, ma anche esistenziale e contemporanea perché a noi adulti servono degli strumenti e ai ragazzi il nostro ascolto. Il primo ospite di Lancini sarà il rapper Salmo».
Durante la presentazione dell'evento ha ricordato lo scrittore algerino Boualem Sansal tenuto in carcere. Il Salone lotta per la sua liberazione?
«Sì e in Italia bisogna parlarne di più. È una battaglia di libertà a cui non possiamo abdicare. Proprio al Salone espresse il suo pensiero libero e antifondamentalista in un incontro con Ernesto Ferrero. Sansal è stato arrestato per le sue parole, le sue idee, i suoi libri, la sua letteratura. È un uomo anziano e malato tenuto in carcere dal 16 novembre. Non possiamo permetterci di non pensare a lui, anche se siamo travolti da tutto il resto. Speriamo davvero nella sua liberazione».
Il presidente della regione ospite Campania, Vincenzo De Luca, durante la presentazione ha detto che la cultura deve essere di stimolo alla politica, che ne pensa?
«Ho molto apprezzato il suo intervento soprattutto dal punto di vista poetico di grande estimatore di Montale. Credo che le parole siano politica, facciano politica e il suo appello non ci coglie impreparati. Sappiamo quello che stiamo facendo».
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ieri non è venuto, come si colloca il Salone rispetto alla politica?
«Giuli è stato trattenuto in Senato per un decreto, ma ci teneva moltissimo a venire. Il Salone è sempre un evento pluralista che offre la parola e favorisce l'incontro. Ci vogliamo occupare anche di temi attuali e internazionali con la stessa formula dell'anno scorso, andando oltre le presentazioni dei libri per creare dei momenti di approfondimento e di dialogo. Senza dimenticare che si tratta di un evento culturale, ma anche di una grande festa del mondo editoriale e dei lettori».
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