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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
19.02.2025 La cronaca di una morte annunciata
Newsletter Parlata di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 19 febbraio 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Non è una tragedia, ma la cronaca di una morte annunciata»

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Non è una tragedia, ma la cronaca di una morte annunciata".


Giulio Meotti

Un ragazzino cattolico non c'è più, le candele e le corone di fiori decorano le nostre città, anche i cardinali bofonchiano banalità e il divario tra stronzate e realtà è ormai incolmabile (clicca sulla foto per ascoltare Giulio Meotti)

Candeline, cuoricini e coltellini: e anche stavolta non abbiamo capito e non faremo niente” scrivevo ad agosto. “Neanche la strage al ‘festival della diversità’ ci aprirà gli occhi. Le prossime vittime sono state già sacrificate sull’altare dell'imperdonabile masochismo di una civiltà che non sa più difendersi”.

È spaventoso quanto oggi l’Europa appaia impotente. E questa storia non è un giallo di Agatha Christie con il colpevole scovato nell’ultimo capitolo. I colpevoli siamo noi.

Alex, 14 anni. Un ragazzo cattolico della tranquilla cittadina austriaca di Villach. Seguiva account patriottici sui social ed esprimeva preoccupazione per i pericoli dell’immigrazione incontrollata.

Ora non c’è più.

Alex è stato assassinato da un migrante siriano che aveva un permesso di soggiorno. Il giovane carinziano si trovava insieme ad alcuni amici presso una bancarella di salsicce sul ponte sulla Drava.

Dopo aver inferto il colpo mortale, il terrorista ha gridato “Allahu Akbar!”.

Il giorno dopo centinaia di persone hanno acceso candele sulla piazza principale di Villach e pianto la giovane vittima. Anche la famiglia del quattordicenne si è raccolta in preghiera davanti alle candele. Il padre di Alex ha scritto: “Papà sente la tua mancanza! Ti amo, angelo mio”.

Un quindicenne della stessa scuola di Klagenfurt è stato accoltellato allo stomaco, le cui conseguenze potrebbero durare tutta la vita: è in pericolo di vita, ma stabile. Un’altra vittima è stata colpita deliberatamente al cuore e si trova ancora in terapia intensiva.

E pensare che nel 2018 il governo conservatore austriaco aveva pensato di risolvere il problema vietando ai richiedenti asilo di possedere armi da taglio. Fino ad allora, il divieto riguardava solo le armi da fuoco. Un po’ come si fa con il patentino per i monopattini.

A questo punto vi starete chiedendo: “Alex” chi? Secondo le regole prevalenti in molti paesi europei, i nomi completi dei defunti non possono essere pubblicati sui media. Questa regola, molto conveniente per le autorità, rende le vittime pressoché anonime anche nella morte e stanno già svanendo nella vasta confusione generale.

Naturalmente i responsabili politici sono “costernati” e promettono un “cambiamento”. Balbettano qualche frase pietosa ai microfoni. Il sindaco di Londra Sadiq Khan non ha forse detto che qualche attacco qua e là fa ormai parte della vita delle nostre città?

La Svezia ha ora il secondo tasso più alto di morti per violenza armata in Europa, solo l’Albania è messa peggio. Secondo il Guardian, il motivo è “disuguaglianza” e “povertà”. Bene, secondo le statistiche ufficiali, la Svezia ha il 14esimo pil pro capite più alto al mondo e si classifica al 20esimo posto mondiale per uguaglianza economica, quindi non è proprio l’esempio di un paese in cui la disuguaglianza e la povertà spingono le persone a prendere una pistola.

Ma le nostre élite sono arrivate a parlare del terrorismo islamista come se fossero disastri naturali: cose orribili che accadono, morti insensate che dovremmo piangere, prima di andare avanti. Nessun elettore in questo continente a pezzi e di pazzi è andato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati.

Due ragazzi musulmani in Austria hanno confessato davanti al tribunale di Leoben che volevano “uccidere i cristiani". Un attacco terroristico contro un gruppo di giovani cattolici è stato sventato in extremis. Volevano uccidere cattolici durante una veglia di preghiera a Vienna. Un richiedente asilo dall'Afghanistan ha accoltellato una donna che leggeva la Bibbia. Un musulmano ha inseguito e picchiato un uomo che distribuiva la Bibbia a Vienna-Meidling. Un uomo si è scatenato vandalizzando una chiesa, distruggendo statue, croci e altare. Una folla musulmana composta da una cinquantina di persone è insorta intorno al fonte battesimale e ai confessionali all'interno di una chiesa a Vienna, al grido di "Allahu Akbar!”.

“Non abbiate paura dell’Islam”, ha appena detto intanto l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, primate d’Austria che ha lasciato la carica alla fine di gennaio, ma che prima ha parlato del tema che sta più a cuore agli elettori europei. “Il concetto islamico di identità, di stato e religione, non è più accettabile per noi in questa forma”, ha detto Schönborn. I musulmani devono impegnarsi a essere principalmente cittadini di questo paese e a poter praticare liberamente la loro religione, “ma nel rispetto delle altre religioni”.

Ormai le stesse identiche formule di rito rimpallate dalle cancellerie alle redazioni dei giornali, dalle chiese alle Nazioni Unite.

Manifestazione per l’apertura delle frontiere austriache

Quando l’Austria ha deciso di costruire una barriera al confine per contenere la pressione dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica, un vescovo nella regione del Burgenland, tra Austria e Ungheria, ha opposto un secco “no”. Ägidius Zsifkovics ha negato il permesso della diocesi alla costruzione della barriera su alcuni tratti di terreno della curia. “Anche la famiglia di Gesù è stata famiglia di profughi” ha detto il religioso.

Era un mondo magnifico. Poi il bagno di realtà.

Intanto alla “conferenza sulla sicurezza” a Monaco, che ha ospitato i più grandi pezzi grossi del pianeta, non sono riusciti nemmeno a mettere in sicurezza il comune in cui si incontravano, perché il divario tra le stronzate e la realtà si allarga sempre di più. Un uomo armato di coltello è appena entrato persino dentro al Parlamento olandese.

Henryk Broder sulla liberale Welt attacca l’establishment europeo stizzito per il discorso a Monaco del vicepresidente americano JD Vance, in particolare la denuncia delle “ingerenze”:

“Quando il ministro degli Esteri tedesco si reca in Medio Oriente ogni poche settimane per esplorare le possibilità di una ‘soluzione pacifica’ al conflitto mediorientale e quando in queste occasioni dichiara ripetutamente che non esiste ‘alternative’ alla ‘soluzione dei due Stati’, allora si tratta di un'ingerenza negli affari interni di almeno un altro Paese. In Germania, la ‘critica dell’America’ è un passatempo molto popolare, un bar virtuale dove si incontrano politici, giornalisti e persino membri delle classi colte. Il dolore che soffrono è antico, ma fa ancora male. Come è stato possibile che il maestro di scuola tedesco, esperto di Hegel, Kant e Nietzsche, abbia dovuto essere liberato dal nazionalsocialismo da esseri umanoidi neri masticatori di gomma provenienti dall'Alabama?”.

Quello che l’establishment non ha sopportato del discorso di Vance è la richiesta di essere seri sull’immigrazione.

Ammettiamo che i capi della UE siano preoccupati per l’ascesa dell’estrema destra in tutto il continente. Perché non decidono l’immediata chiusura dei confini esterni del blocco e la revisione di tutto il diritto d’asilo?

Perché sono paralizzati dalla minaccia islamista, convinti della spregevole idea che interessarsi alla lotta al terrorismo in qualche modo ti renda “islamofobo” o rischi di “portare acqua al mulino dell’estrema destra”, che preferiscono bofonchiare le stesse banalità prima di cambiare argomento. I giornalisti se ne impipano, per non portare voti ai “populisti”, come se questo fosse il vero orrore e non i corpi insanguinati sparsi per strada, strada dopo strada. Nel frattempo, le corone di fiori e le candele per le persone assassinate sembrano essere le decorazioni più comuni nelle città dell’Europa centro-occidentale, come i fiori in memoria di chi perde la vita negli incidenti stradali.

Prendiamo Jan van Aken, il leader della sinistra tedesca Linke: ha appena proposto di accogliere un milione di rifugiati all'anno. Van Aken descrive l'ammissione di un milione di persone all'anno come un “numero completamente gestibile”. Per ampliare la cerchia delle persone aventi diritto all'asilo in Germania, l'asilo dovrebbe essere concesso anche a coloro “che fuggono dalle conseguenze del cambiamento climatico”.

Auguri!

“La diversità è la nostra forza” sta intanto assumendo un nuovo significato: significa che coloro che vorrebbero distruggere la nostra società hanno il monopolio della violenza.

Villach

L’assassinio di Alex non è una tragedia, è un altro simbolo del fallimento delle politiche migratorie dell’Europa che si è trasformata in un campo di battaglia per estremisti islamici e assassini brutali. Il nostro futuro, quello dei nostri figli e nipoti, non è più solo nelle nostre mani.

Io tendo a viaggiare spesso con i miei e, in qualunque città europea vada, specie in quelle che considero “perse”, cerco di non perderli mai di vista. Ma è chiaro a chiunque abbia fatto i conti con la propria coscienza che nessuno è più davvero al sicuro.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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