Elia Milani e tutti quelli che nelle TV italiane gli assomigliano Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 18 febbraio 2025 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Elia Milani e tutti quelli che nelle TV italiane gli assomigliano»
Elia Milani e tutti quelli che nelle TV italiane gli assomigliano Commento di Deborah Fait
Elia Milani, con i suoi servizi per Mediaset, fa puro vittimismo per i palestinesi. Jenin, Tulkarem e le città di frontiera della Cisgiordania pullulano di terroristi, ma nei servizi dei Tg gli israeliani, quando fanno operazioni di antiterrorismo, sono dipinti come occupanti che fanno retate di civili inermi. Elia Milani forse non sa che lavora per Mediaset, una Tv italiana, crede di lavorare per una televisione di Gaza!
Durante una gita verso il nord di Israele, quasi 30 anni fa, mi è stato detto “vedi quella città laggiù? Meglio non avvicinarsi, è la città da cui vengono i terroristi in Israele”. Io avevo appena fatto l’aliyah e non conoscevo bene Israele, non sapevo nemmeno che esistessero città pericolose come Jenin e Tulkarem ma non dimenticherò quel momento in cui venni riportata, dai miei sogni sionisti, alla dura realtà della vita in questo meraviglioso paese. Quando uno vive all’estero non capisce il dramma che pesa sulla testa degli israeliani giorno dopo giorno. I terroristi, squadroni interi, una popolazione intera, che vogliono vederci morti, sono praticamente accanto a noi, dentro di noi. Si mettono in macchina, la riempiono di armi e dopo pochi chilometri qualche israeliano muore. È così da sempre, da prima che fosse fondato Israele. Dalla prima aliyah, avvenuta nel 1881 ai giorni nostri, il terrorismo arabo non ha mai avuto una fine, nemmeno una pausa. Non c’è governo di Israele, non importa quale, che non abbia dovuto confrontarsi con il terrorismo.
Dopo le stragi del 7 ottobre Israele è stato attaccato contemporaneamente con bombardamenti missilistici da Hamas, dagli Houti, dall’Iran, dal Libano, dalla Siria, dall’Iraq e dalla Cisgiordania (Giudea e Samaria) dove Hamas va per la maggiore, i terroristi entravano per colpirci con omicidi al coltello, al mitra e per prenderci sotto con le auto dirette all’improvviso e a tutta velocità contro chi va tranquillo per la sua strada. Allora Elia Milani, perché il solito gnè gnè, perché fare un servizio tutto improntato sull’ insopportabile piagnisteo palestinese? E proprio nel momento, sabato sera, in cui Hamas aveva liberato tre ostaggi in cambio di più di 369 assassini di cui molti ergastolani. Sabato sera Milani, anziché far notare al pubblico italiano, l’assurdità dei numeri, 369 contro 3, ha fatto un servizio indecente sulla città terrorista di Samaria, Tulkarem, e le parole chiave, quelle che dovevano colpire la mente e la sensibilità pilotata degli ascoltatori del TG4 eccole: Operazione Muro di Ferro, ambulanze, occupazione israeliana, campi profughi, centro culturale, sfollati, donne uccise, muro, nessun futuro per i ragazzi di Tulkarem. Ecco snocciolato tutto il repertorio che compone il quadretto di questo cattivo Israele: poveri palestinesi, campo profughi, donne uccise, il tutto condito da immagini di tre ragazze ovviamente innocenti che guardavano spaventate quello che succedeva, di case distrutte, di soldati che camminavano lungo le strade con i cattivi cani ebrei al fianco. Nessun accenno alle incursioni in Israele da quella città che non si può chiamare campo profughi nemmeno con la più vivace fantasia. La scusante che, siccome i giovani palestinesi non hanno un futuro, allora sono obbligati, poverini, a prendere un coltellaccio per andare a sgozzare qualche israeliano o a guidare per investire gente innocente alla fermata di un autobus, fa semplicemente orrore. Servizio più osceno non poteva essere fatto, per di più da un inviato di Mediaset che non dovrebbe essere una televisione dalla parte dei terroristi. Se Elia Milani ha tanta pena per quei soggetti chieda al suo capo di fare l’inviato per Abu Mazen, da Ramallah, non da Gerusalemme. La televisione italiana sembra fatta apposta per diffondere odio contro Israele. A part Elia Milani che ci fa assaggiare il suo pane …avvelenato…quotidiano, c’è Andrea Scanzi che sempre da Rete 4 (Carta Bianca) parla di “sterminio” dei palestinesi fidandosi in modo assoluto di un inesistente Ministero della Salute di Hamas. Bianca Berlinguer che gracchia urlando sui poveri bambini palestinesi e i suoi ospiti inguardabili. Cambiando canale arriviamo a Di Martedì che ha ospite fisso uno dei peggiori odiatori di Israele, Alessandro Di Battista. E poi, sulla 9, c’è Maurizio Crozza che allieta il venerdì sera dicendo che Gesù è nato in “Cisgiordania” e che oggi i soldati israeliani gli avrebbero distrutto la capanna. Ma Gesù non era nato in una grotta? E Betlemme non era una città della Giudea? E la Giudea non era la terra dei giudei? E la Cisgiordania non è un nome fasullo dato ai territori ebraici di Giudea e Samaria nel 1948? Allora come faceva a esistere duemila anni fa? Questa fa il paio con quello che aveva detto, sempre il coltissimo Crozza, nel 2015, cioè che intorno a Gesù bambino c’erano solo arabi e che i tre Re Magi erano curdi. Di ebrei nemmeno l’ombra secondo il professor Crozza. E intanto, mentre la Tv italiana dà il peggio di sé, leggiamo con orrore le notizie che ci arrivano dal mondo, aggressioni, pestaggi di chi parla ebraico in Grecia, sinagoghe bruciate in tutto l’Occidente, medici e paramedici che vogliono ammazzare i pazienti ebrei in Australia, cori “ebrei maiali” in tutta Europa, università americane al soldo del Qatar per la più tremenda operazione antisemita mai vista negli States.
Intanto Hamas detta legge, decide chi liberare e chi no, chi può vivere e chi no, decide persino sul futuro di Gaza e nessuno protesta, nessuno che urli che basta, che è troppo, che deve liberarli tutti gli ostaggi ancora in vita e poi deve scomparire dalla storia del Medio Oriente. Lo dicono Trump e Netanyahu e il mondo cosa fa? Solo due cose: tace e quando non tace critica. Critica Hamas? No, solo e sempre Israele e gli Usa.