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Roberto Giardina
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Le crepe del mito tedesco 14/02/2025

Le crepe del mito tedesco
Analisi di Roberto Giardina

Benvenuto a Roberto Giardina, da oggi informerà nel suo archivio, nella colonna a sinistra dei corrispondenti di Informazione Corretta!

L'attentato a Monaco e l'attentatore, Fahrad Noori, afgano e immigrato illegale. La sua ultima corsa in auto sulla folla segna la fine del modello tedesco sull'immigrazione. 

Ancora sangue, morte e terrore in Germania e ancora una volta per mano di un giovane richiedente asilo asiatico. Alle 10,30 di giovedì a Monaco, un 24enne afghano identificato come Fahrad Noori ha lanciato la sua auto contro una manifestazione di lavoratori ferendo 30 persone, alcune in modo grave.
L’attacco è durato poco e l’uomo è stato subito arrestato perché in città la polizia è ovunque: oggi si apre l’annuale Conferenza perla Sicurezza di Monaco, uno dei più importanti appuntamenti globali in tema di relazioni internazionali; nella capitale bavarese sono attesi ospiti come il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la città è già sotto assedio. Ma mentre ieri la polizia ha reso noto di aver sventato un attacco di un estremista di destra contro un ostello per migranti a Dresda, a Monaco le forze dell’ordine, che pure proteggevano i manifestanti, sono intervenute solo dopo l’attacco. E così è successo nelle scorse settimane ad Aschaffenburg, a Magdeburgo, a Solingen risalendo lungo una lista di atti di terrore di matrice islamica che parte dal 17 settembre del 2015, quando un giovane iracheno accoltellò un poliziotto a Berlino, che culmina con i 12 morti e 45 feriti dell’attacco aun mercato di Natale sempre nella capitale tedesca il 19 dicembre del 2016 e continua negli anni seguenti.
L’attentato di Monaco è avvenuto dieci giorni prima delle elezioni anticipate del 23 febbraio convocate dopo la crisi del governo del cancelliere Olaf Scholz. La Germania è in recessione ma per via degli attentati il paese discute solo di politiche migratorie. A destra, i sovranisti di AfD premono per misure draconiane contro gli stranieri senza titolo di soggiorno, come lo stesso Noori. Avvistato a Reggio Calabria a gennaio 2016 ma residente in Germania dallo stesso anno, l’afghano non aveva ottenuto asilo; e benché fosse noto alle forze dell’ordine per furto e uso di stupefacenti godeva del cosiddetto regime di «soggiorno tollerato» con la sospensione dell’espulsione.
«L’attentatore deve essere subito espulso», ha tuonato Scholz il cui partito socialdemocratico arranca nei sondaggi. «Qualcosa deve cambiare in Germania», gli ha fatto eco il candidato cancelliere dei moderati (Cdu-Csu) Friedrich Merz. Giorni fa Merz ha tentato di rendere più veloci le espulsioni degli asilanti respinti presentando una mozione e un ddl al Parlamento con il sostegno dell’AfD, un partito oggi fortissimo nei sondaggi ma isolato da tutti gli altri perle uscite estremiste di molti suoi dirigenti. La mozione è passata ma il ddl è stato respinto da un muro rosso-verde con il risultato, scriveva ieri la conservatrice Welt, «che socialdemocratici ed ecologisti hanno perso l’ultima occasione prima del voto per dimostrare ai tedeschi di saper ascoltare le loro preoccupazioni». A conferma di avere monopolizzato il tema migrazioni, ieri l’AfD bavarese ha sollecitato le dimissioni del governatore regionale Markus Söder (Csu), capo dell’ala destra del fronte moderati.


Roberto Giardina


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