Martellate agli agenti in autostrada, un poliziotto si difende e spara Cronaca di Claudia Osmetti
Testata: Libero Data: 07 febbraio 2025 Pagina: 18 Autore: Claudia Osmetti Titolo: «Martellate agli agenti in autostrada. E un poliziotto spara all’aggressore»
Riprendiamo da LIBERO del 07/02/2025, a pag. 18, con il titolo "Martellate agli agenti in autostrada. E un poliziotto spara all’aggressore" l'analisi di Claudia Osmetti.
Claudia Osmetti
Altra violenza contro la polizia, in provincia di Torino. Due agenti aggrediti a martellate da uno straniero con cittadinanza francese. Un agente ha risposto con la pistola. Dovevano farsi ammazzare a martellate?
«La drammaticità di quanto accaduto dovrebbe far aprire gli occhi alle “anime belle” che scendono in piazza contro il ddl Sicurezza pur non conoscendo le nostre difficoltà operative».
Domenico Pianese, il segretario del sindacato di polizia Coisp, non usa mezzi termini. È appena successa l’ennesima aggressione ai danni di due agenti che sono stati presi a martellate da un giovane esagitato di 26 anni. Settimo Rottaro, formalmente provincia di Torino ma più vicino a Ivrea, pochi minuti prima di mezzodì. Kelvin Stephane Crochon è di nazionalità francese e sta entrando, su un furgoncino bianco, nell’area di servizio di Viverone Sud. Il camioncino non è suo, gli ha dato un passaggio un autista che l’ha trovato a vagare in autostrada: l’auto sulla quale viaggiava poco prima, una Peugeot 208, probabilmente rubata e con una targa d’oltralpe, è completamente distrutta. Crochon ha appena fatto un incidente.
Forse è l’adrenalina, forse chissà: mette piede in Autogrill e comincia a prendersela col personale. È aggressivo, urla, strepita. Nel parcheggio prova a rubare un’altra macchina, con un coltello minaccia l’uomo che è al volante.
Epperò viene notato da una volante della polstrada che è ferma sullo stesso piazzale. Il 26enne prima prova a scappare, poi (a piedi, in mezzo all’autostrada, coi militari che lo inseguono) apre la cerniera del giubbotto che indossa e estrae non più una lama ma un martello. E lo sbatte furiosamente sulla testa di uno dei poliziotti.
È solo a questo punto che, con una situazione assai concitata e critica, l’uomo in divisa impugna la pistola d’ordinanza che ha al lato della cintola blu e spara. Vuole fermare quel ragazzo violento. Mira in basso e il francese, effettivamente, è ferito alla gamba destra (verrà trasportato al presidio ospedaliero Cto di Torino dove un’equipe di medici lo visiterà e nel quale si beccherà una prognosi di trenta giorni: sarà operato probabilmente oggi): ma un colpo sfiora anche la spalla dell’altro agente. Per fortuna è un colpo di striscio da un proiettile di rimbalzo. Nello stesso nosocomio torinese che sta visitando il 26enne finisce il poliziotto che è stato ferito col martello: è cosciente e vigile, non è intubato anche se ha riportato un trauma cranico per cui deve essere (giustamente) monitorato, la sua prognosi supera la decina di giorni. Il collega invece non è grave e viene portato alla struttura sanitaria di Ivrea.
Nel frattempo il traffico è deviato, la bretella chiusa dallo svincolo di Albiano e, quando l’elicottero dei soccorsi decolla, il parcheggio dell’area di Viverone si riempie di auto della polizia. C’è ancora il furgoncino bianco con cui Crochon è arrivato e ci sono, soprattutto, le telecamere di sicurezza da visionare per cercare di dare un senso a una vicenda che sembra autentica follia. Il 26enne francese sarebbe, tra l’altro, un soggetto psichiatrico. Le indagini sono affidate al pm Renato Cravero di Ivrea.
«Il lavoro della polizia è imprevedibile: anche un intervento banale può trasformarsi in una tragedia. È inaccettabile continuare a ignorare quest’emergenza», spiega Pianese e, nell’arco della giornata, quasi tutti intervengono. L’Associazione nazionale dei funzionari di polizia esprime la sua solidarietà agli agenti coinvolti «vittime di un episodio gravissimo che si aggiunge a una drammatica escalation di violenze ai danni delle forze di polizia» e la sigla sindacale di categoria Fsp polizia sottolinea che «cresce senza sosta la drammatica lista dei tutori della sicurezza feriti in servizio con una cadenza temporale agghiacciante che ne vede finire in ospedale uno ogni tre ore e mezza, e con una casistica sempre più variegata, virulenta, subdola».
Ma è soprattutto la politica a dire la sua (e, in un certo senso, a riaprire il dibattito sul ddl Sicurezza). Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno, prima chiama Vittorio Pisani, il capo della polizia, per sincerarsi delle condizioni dei due agenti della polstrada e poi dichiara che «ogni episodio di violenza contro le forze dell’ordine è inaccettabile e sarà perseguito con fermezza». Il suo sottosegretario Nicola Molteni (Lega) aggiunge che «oggi più che mai, di fronte a vili atti di criminalità contro le nostre forze di polizia, si conferma il dovere di rafforzare tutele e protezione ai nostri operatori con lo strumento del disegno di legge Sicurezza, fortemente voluto dal governo e dal Carroccio».
«La brutale aggressione avvenuta sulla bretella di Ivrea-Santhia è un episodio gravissimo e che conferma i rischi che corrono quotidianamente le forze dell’ordine», scrive invece il presidente del Senato Ignazio La Russa (Fdi) sulla sua pagina X, «preoccupa la crescente violenza contro chi serve lo Stato in divisa tutelando la nostra sicurezza». Infine il pieno sostegno agli agenti arriva anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani (Fi): «Per il lavoro che svolgono ogni giorno con professionalità e dedizione e spesso rischiando la vita solo per il fatto di indossare una divisa».
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