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Informazione Corretta Rassegna Stampa
07.02.2025 From the River to the Sea Palestine You'll never see
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 07 febbraio 2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «From the River to the Sea Palestine You'll never see»

From the River to the Sea Palestine You'll never see
Commento di Deborah Fait

L'idea sganciata da Trump di trasformare Gaza in una riviera mediterranea ha fatto sognare gli israeliani. Unico antidoto alla paura di veder ripetere il 7 ottobre, di subire un altro pogrom partito da Gaza.

Pensatela come volete ma la proposta del Presidente Trump, una bomba sganciata durante la visita alla Casa Bianca del Primo Ministro Netanyahu, ha fatto sognare la gran parte degli israeliani. È inutile menare il can per l’aia e raccontarci frottole buoniste e ipocrite, a chiunque farebbe piacere la prospettiva di poter vivere in pace senza l’incubo di avere come vicini due milioni di probabili terroristi, correre in rifugio ogni volta che piovono missili e, dopo il 7 ottobre, vivere l’incubo di vedersi piombare in casa delle belve desiderose solo di sgozzarti con tutta la famiglia. Israele dopo l’eccidio ha dovuto incominciare una guerra che non aveva cercato e non avrebbe voluto ma ha dovuto farlo per fermare quella che era la prova generale per un’invasione totale del Paese e procedere alla sua distruzione, come da statuto di Hamas. La guerra, come ormai tutti sappiamo, ha provocato nel mondo occidentale un odio antisemita mai visto nemmeno durante le Leggi razziste del 1938. Orde di disgraziati nelle piazze e nelle università di tutto il mondo inneggiavano a Hamas e alla morte di tutti gli ebrei e lo fanno ancora nonostante la tregua. Ogni bomba di Israele provocava ondate di odio e disprezzo dei soliti tromboni televisivi e violenza nelle manifestazioni. Per gli ebrei è diventato pericoloso mostrarsi in quanto ebrei. Giorni fa al centro di Roma, un bambino di otto anni è stato aggredito da un energumeno perché portava la kippà. Eppure tante volte abbiamo scritto come Israele sta facendo la guerra a Gaza, come si sforzi,  anche mettendo in pericolo la vita dei propri soldati, di non colpire i “civili” palestinesi e tutti sappiamo che Hamas quando combatte non porta le solite divise da ninja ma abiti civili per mescolarsi tra la popolazione che usa come scudi umani. Israele per non colpire la popolazione si è comportato come nessun paese al mondo ha mai fatto in guerra. 70.000 telefonate, 13 milioni di messaggi whatsapp ai gazawi, 14 milioni di messaggi vocali, 7 milioni di volantini per annunciare l’imminenza degli attacchi. Israele, in una complicatissima guerra urbana, ha fatto infinitamente meno vittime di qualsiasi altra guerra nel mondo. Eppure gli inviati delle varie TV prendevano per buone le notizie di un fantomatico Ministero della Salute di Hamas e ad ogni Tg sparavano numeri inesistenti senza mai dire che quei tagliagole mettevano donne e bambini dentro obiettivi pieni di armi nascoste che Israele avrebbe fatto saltare, previo avviso. Israele è stato attaccato contemporaneamente da sud, da est e da nord, più gli Houti dallo Yemen che non si è capito cosa c’entrassero ma anche loro sparavano missili, così, tanto per renderci la vita meno noiosa. Israele ha vinto su tutti i fronti, ha distrutto Hezbollah, eliminato Nasrallah, il capo supremo e pericoloso,  permettendo al Libano di eleggere un governo senza i terroristi. Ha fatto la genialata dei cercapersone che saltavano i mano ai terroristi. Ha fatto scappare in Russia Bashar Assad facendo avanzare i ribelli che ora sono al governo in Siria. Ma Hamas? Hamas è un problema anche se ormai è alla frutta, è difficile affondarlo e  vincerlo completamente perché è composto praticamente da 2 milioni di persone. Li abbiamo visti chi sono i gazawi quando Hamas ha liberato le nostre ragazze ostaggio dopo un anno e mezzo di prigionia in condizioni assurde. Li abbiamo visti, i cari e buoni palestinesi, tanto amati dagli antisemiti del mondo, urlare come bestie e tentare di linciare le nostre ragazze terrorizzate. Erano migliaia, uomini, bambini e anche donne, debitamente velate come prescrive la sharia, non avevano nulla di umano, eppure i pacifinti e le pseudo femministe non hanno detto nemmeno una parola!

Ma adesso c’è Trump che appoggia Israele e avere gli Stati Uniti completamente dalla nostra parte dà un senso di sicurezza. Il suo piano di svuotare Gaza e di far ritornare fra una quindicina d’anni una popolazione ripulita dalla sporcizia del terrorismo e denazificata, ci riempirebbe di speranza. Naturalmente il mondo occidentale, ipocrita fin nel profondo dell’anima, si oppone perché, dice scandalizzato, sarebbe pulizia etnica. Gli arabi protestano perché non vogliono nemmeno mezzo palestinese nei loro paesi e le loro paure sono motivate dalla fama di fanatismo terrorista che precede i palestinesi che dove vanno fanno danni. La UE protesta perché cosa farebbero le anime belle europee senza i palestinesi da compatire  e Israele da odiare?  

Certo, Trump con il suo piano ha voluto provocare e smuovere le acque. Ha ribadito la sua intenzione di normalizzare i rapporti tra Arabia Saudita e Israele e di prendere il controllo di Gaza per avviare la sua ricostruzione e farne una nuova Costa Azzurra, una nuova Tel Aviv. Questa sarebbe la risposta alla domanda “Cosa sarà il giorno dopo la fine della guerra?”. Smantellare le bombe inesplose, ripulire dalle macerie , livellare tutta la striscia, gettare tutto lo schifo che c’è e creare, e avviare, una volta completata la ricostruzione, uno sviluppo economico che fornirà un enorme numero di posti di lavoro e ricchezza. Come era prevedibile, questo piano viene schernito, ridicolizzato e respinto. Non capiscono, gli idioti, che questa sarebbe aria fresca per il mondo intero, non solo per Israele. Sono idee nuove, da grande imprenditore, e potrebbero essere positive e allora perché non ascoltarlo? Perché sminuirne l’importanza prima di incominciare?  Cosa proporrebbero gli oppositori? Che i palestinesi restassero là , in tende, per 10, 15 anni? Io credo che se il leader più potente del mondo ha ricevuto con gli onori dovuti a un regnante e prima di tutti gli altri, Netanyahu e, con lui al fianco, ha proposto un piano alternativo per portare la pace nella regione, tutti dovrebbero festeggiare non sgonfiare l’idea. Se no, se non vi va bene, proponete un’alternativa. Abbiamo visto che tutte le soluzioni per Gaza sono crollate nel nulla. Ci aveva provato il grande Ariel Sharon consegnando la Striscia ai palestinesi e siamo arrivati al 7 ottobre dopo 17 anni di missili su Israele.

Trump ha detto “ Bisogna imparare dalla storia, non bisogna permettere che si ripeta”. Certo, sarà difficile, quasi impossibile, ma niente altro ha funzionato finora. Tentare anche la carta Trump non è un optional, è doveroso per rompere drasticamente una situazione ormai incancrenita. Israele deve poter vivere in pace e non vogliamo più vedere morire i nostri giovani perché i giovani di un‘altra etnia vengono educati fin dalla più tenera età a odiarli. Il 7 Ottobre ha cambiato il mondo, abbiamo visto l’abisso, adesso ci meritiamo di vedere la luce e se Donald Trump, con le sue idee originali e strampalate,  vuol dare una mano a questo popolo israeliano, il più coraggioso del mondo, di vivere finalmente in pace, perché no? Un tentativo per smuovere la situazione va fatto assolutamente, per Israele ma anche per tutto il Medio Oriente. Come dice il titolo “Dal Fiume al Mare non vedrete mai più quella Palestina”.  

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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