30/4/02 Quanta (sospetta) comprension distruzioni che non hanno nulla a che vedere con la lotta al terrorismo.
Testata: L'Espresso Data: 29 aprile 2002 Pagina: 141 Autore: Dina Nascetti Titolo: «LACRIME E SANGUE»
LACRIME E SANGUE di Dina Nascetti
L'Espresso, pag. 141
Rashid aveva un bel negozio di computer nel centro commerciale "Al Natsche", il più grande di Ramallah. Sei piani, nel cuore della città, con ogni tipo di attività. I computer si sono volatilizzati, tutti. Come anche scarpe, abiti, generi alimentari, video, cellulari, gioielli, persino giocattoli. Quello che ai soldati israeliani, durante i loro bivacchi, non interessava, è stato bruciato o distrutto prima della loro ritirata.
Notizia fornita da chi? Verificata? Documentata?
"E' una catastrofe economica", dice riferendosi alla distruzione sistematica delle infrastrutture dell'Autonomia palstinese, ai bombardamenti indiscriminati dei campi profughi E come hanno fatto trenta soldati israeliani a restare uccisi e centinaia feriti bombardando?
alle case sventrate, alle strade divelte dai carri armati, allo sradicamento degli ulivi, degli impianti idrici e di elettricità. Strano: nelle testimonianze dei palestinesi riportate dai giornali arabi leggiamo che sono stati i palestinesi a sventrare le case facendole saltare in aria dopo averle minate, per trasformarle in trappole mortali per gli israeliani, e che sono stati loro a tagliare le tubature dell'acqua per riempirle di esplosivo. Queste distruzioni non hanno nulla a che vedere con la lotta al terrorismo. No, infatti, non hanno a che fare con la lotta al terrorismo: hanno a che fare col terrorismo, visto che a produrle sono stati i terroristi, come atto di terrorismo.
Nigel Roberts, direttore della Banca mondiale in Cisgiordania e Gaza, in grado quindi di avere il reale polso della situazione, punta il dito sui numerosi posti di blocco israeliani nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Quante volte il signor Roberts ha puntato il dito sul terrorismo, che ha reso necessari e inevitabili quei posti di blocco?
Aumentati con lo scoppio della seconda intifada, rendono praticamente quasi impossibile lo spostamento dei palestinesi e il trasporto delle merci. E riescono a sventare in media il 90% degli attentati. Ma questo non è molto importante, vero?
Ma Roberts insiste, per evitare la bancarotta palestinese è necessario smantellare i posti di blocco.
E a fermare il terrorismo ci va lui, insieme alla comprensiva signora Nascetti? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com a scrivere alla redazione dell'Espresso per esprimere il proprio dissenso rispetto a questo articolo. Cliccando sul link sottostante si aprirà una mail pronta per essere compilata e spedita.