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Libero Rassegna Stampa
01.02.2025 Gli elettori traditi ancora. Alle urne si faranno sentire
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 01 febbraio 2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Gli elettori traditi ancora. Alle urne si faranno sentire»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 01/02/2025, a pag. 1, con il titolo "Gli elettori traditi ancora. Alle urne si faranno sentire", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Caos in Germania, simile a quanto sta arrivando in Italia. La Cdu di Merz cerca un'intesa con AfD sull'immigrazione ed è subito caos in Germania. Tradendo la volontà degli elettori, il cartello dei partiti tradizionali è ossessionato dalla volontà di escludere "le destre", contro ogni logica democratica.

A tre settimane dalle elezioni, la Germania è nel caos. Il Bundestag ha respinto la proposta del giro di vite, richiesto dalla maggioranza della popolazione, sulle norme per l’arrivo dei migranti.
Ogni volta lo stesso clamoroso errore e la medesima coazione a ripetere, a sinistra e non solo: puntare la telecamera sui politici, sui partiti, sui leader, anziché sugli elettori, le loro attese, le loro ragioni e le loro paure.
Negli Usa è andata così: Trump parlava agli americani (di immigrazione e inflazione), mentre gli avversari ossessivamente – si occupavano solo di Trump. E il risultato si è visto: lui connesso con la common people e dunque vincente, gli altri sconnessi e dunque fuori partita.
Mutatis mutandis, in Germania sta risuccedendo qualcosa di analogo: AfD si rivolge ai tedeschi e parla dei loro problemi, a partire dall’immigrazione fuori controllo, mentre gli altri si occupano di AfD per demonizzarla. Il risultato è già scritto: nel senso che i sondaggi che danno la formazione guidata da Alice Weidel al 22-23% paiono clamorosamente sottostimati.
A onor del vero, c’è un fatto nuovo notevole: da diverse settimane il leader della Cdu Friedrich Merz, in testa nei sondaggi e in predicato di essere il nuovo cancelliere dopo le elezioni del 23 febbraio, ha mostrato almeno in parte di capire l’aria che tira e ha schierato i cristiano-democratici su una linea di maggior rigore contro i clandestini, sconfessando la vecchia posizione di Angela Merkel, la quale si è clamorosamente dissociata. Vorremmo dire: un altro punto a favore di Merz, considerando la disastrosa eredità politica merkeliana.
Ma c’è di più: com’è noto, e come Libero vi ha raccontato nei giorni scorsi, una mozione parlamentare della Cdu molto severa sull’immigrazione è passata anche con i voti di AfD.
Un segno di sano realismo, da parte di Merz e dei cristiano-democratici. E invece? E invece in tutto il resto del quadro politico è riscoppiata la crisi isterica, replicando il solito errore: hanno preso a insultare AfD anziché guardare agli elettori, si sono messi a parlare tra attori di palazzo ignorando i cittadini.
Incredibilmente, gli avversari di AfD non si sono fatti svegliare nemmeno dalla performance spettacolare e spiazzante di un paio di settimane fa della leader Alice Weidel, in dialogo con Elon Musk su X: una linea libertaria e pro mercato in economia, anti-indottrinamento a scuola, e ovviamente molto rigida sull’immigrazione. Degli avversari lucidi avrebbero capito che è lei (con l’aiuto di Musk) quella in sintonia con le persone comuni, a partire dal voto giovanile e meno politicizzato.
E invece no: si è proseguito con gli esorcismi e gli anatemi, e ci si è interrogati sul voto parlamentare dei liberali, nella speranza di neutralizzare attraverso di loro, in questo ultimo scampolo di legislatura, i voti arrivati da AfD.
Fino al pasticcio clamoroso di ieri: c’è stato un nuovo voto su una proposta di legge sempre della Cdu di Merz (questa sarebbe stata organica e vincolante, se fosse stata approvata), il testo è stato bocciato, e realisticamente milioni di elettori saranno letteralmente furiosi da qui all’apertura delle urne il 23 febbraio prossimo. Con la scommessa, per Merz e per AfD, di alzare moltissimo i toni per tre settimane.
In prospettiva, dopo il voto, rimarrebbe aperto lo stantio forno per cucinare l’ennesima grande coalizione tra Cdu e Spd, stavolta a parti e a guida invertita (ma chissà se Merz sarebbe spendibile per una simile prospettiva).
C’è invece da sperare che Merz spinga il suo coraggio ancora oltre (cioè rifiutando il connubio postelettorale con i socialdemocratici), che gli elettori decidano numeri tali da suggerire una convergenza Cdu-AfD, e che ovviamente la stessa Weidel (per convinzione o per convenienza) confermi la linea di destra più libertaria “muskiana” archiviando alcuni dirigenti del suo partito francamente poco o per nulla presentabili.
Ma tutto questo (lo insegna l’operazione condotta da Berlusconi nel 1994) sarebbe reso più facile dal coinvolgimento della destra in un progetto di governo: altro che cordoni sanitari e strategia dell’isolamento.
A essere isolati - a ben vedere - sono e saranno coloro che si mostrano scollegati dal sentimento popolare.
E che insistono in una lettura metodologicamente capovolta della politica: partendo cioè dai partiti e dalle loro geometrie anziché dai messaggi degli elettori.
Ora, è ovvio - per chiunque non sia un avventurista irresponsabile- che anche la materia del contrasto all’immigrazione illegale vada incanalata verso soluzioni ragionevoli e praticabili. Occorre cioè offrire agli elettori lo sbocco di soluzioni realistiche. Ma il punto di partenza è aprire gli occhi e le orecchie, sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda dei cittadini, e non ostinarsi a marciare contromano in autostrada rispetto al sentimento popolare.

 

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