1/2/02 Bartoli, benvenuto nel club! proposrta avanzata dal presidente del Consiglio Berlusconi all'Unione Europea di convocare una conferenza internazionale sul conflitto israeliano-palestinese
Testata: Il Giornale Data: 01 febbraio 2002 Pagina: 1 Autore: Edgado Bartoli Titolo: «Se l'Europa impone la pace»
Sul Giornale del 1.2.2002 sotto il titolo "Se l'Europa impone la pace", Edgado Bartoli scrive: "L'aspetto più promettente della proposrta avanzata dal presidente del Consiglio Berlusconi all'Unione Europea di convocare una conferenza internazionale sul conflitto israeliano-palestinese.......... sta nella sua tempestività". Lascia stupiti l'uso della parola: "tempestività", Ma se sono secoli che Arafat non fa che invocare sedi internazionali, invio di osservatori, stati esteri che intervengano nel conflitto e via di questo passo. Ben sapendo da che parte pende la bilancia, tutto l'interesse del rais è portato a inserire nel conflitto più forze straniere che può. Più si prosegue su questa strada più Israele perde in legittimità. Quale stato sovrano accetterebbe simili controlli ? Soprattutto uno stato limpidamente democratico come Israele che non ha mai nascosto niente a nessuno. E che delle forze internazionali non ha certo accumulato una buona esperienza (chi ricorda i soldati rapiti e uccisi al confine con il Libano con le forze ONU silenziose e forse peggio?). Primo,non si vede dove stia quindi la "tempestività" nel riesumare aria fritta e rifritta. Secondo. Bartoli ritiene che Bush "tiri i remi in barca,pensando prima di tutto all'anno elettorale che lo attende" e quindi che "tocca all'Europa prendere l'iniziativa" e che quindi " Berlusconi non ha fatto altro che dimostrare la continuità e la coerenza della politica italiana in questa direzione". Ma guarda, ci era sembrato di capire che Berlusconi avesse tutt'altre intenzioni, magari pure quella di cambiare l'andazzo della Farnesine ultra filoaraba. Si vede che ci eravamo sbagliati, se anche il Giornale, diciamo così,vicino alla politica governativa, ci viene a dire che è bene che la nostra politica estera continui a rimanere quella di prima. Di più, Bartoli scrive che sarebbe grave che la proposta di Berlusconi non venisse accolta. Non venisse accolta da chi ? Dall'Europa no di certo, viste le note posizioni filoarabe. Da Israele certo, visto che sarebbe suicida andare di propria volontà su di un pregiudiziale banco degli accusati. E anche dall'America, resa consapevole dei rischi mortali del terrorismo dopo l'11 settembre la risposta ci auguriamo che venga negativa. Bartoli prosegue il suo pezzo non lodando apertamente Arafat ma attaccando Sharon ... "le sue rappresaglie,ognuna più spietata della precedente genera atti terroristici sempre più feroci.." Strano,eravmo convinti che le rappresaglie seguissero gli atti terroristici e non viceversa,come la pensa invece Bartoli. Il quale Sharon ,sempre secondo Bartoli, "offre ai palestinesi ritagli di territorio sparpagliati fra un isediamento e l'altro...". Certo Arafat è difficile da accontentare,come Barak insegna. Ma a Bartoli degli attentati non importa molto, nè si augura che cessino per poter iniziare serie trattive. La sua preoccupazione è che si arrivi subito alla conferenza internazionale perchè è possibile che "un Netaniahu possa per ipotesi tornare ad occupare il posto di Sharon". Ecco bell'è sistemato anche un (possibile) futuro. Sharon è un sanguinario,Netaniahu sarà peggio e Barak che mollava tutto un deficiente perchè non aveva nemmeno calcolato il no di Arafat. Il quale,tra tanti sostenitori europei, a differenza di loro, almeno parla chiaro. La sua carta della Palestina non prevede Israele. Tiutto qui. Speriamo che Berlusconi,nella sua voglia di continuità,non lo scordi. Il club degli Man,Viola & C. era già affollato, ma il benvenuto a una nuova recluta non lo si può negare. I tempi in cui sul Giornale gli editoriali erano affidati a quel grande giornalista che è i R.A.Segre sono ormai finiti. La nuova linea ha il nome di Bartoli. Quasi quasi sentiamo la mancanza di Bettino!