Torino, capo di Askatasuna solo due anni ai domiciliari Cronaca di Andrea Muzzolon
Testata: Libero Data: 31 gennaio 2025 Pagina: 8 Autore: Andrea Muzzolon Titolo: «Leader di Askatasuna ai domiciliari: due anni per gli scontri no-Tav nel 2011»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 31/01/2025, a pag. 8, con il titolo "Leader di Askatasuna ai domiciliari: due anni per gli scontri no-Tav nel 2011", la cronaca di Andrea Muzzolon.
Andrea Muzzolon
Nuove condanne all’interno del centro sociale più violento e controverso d’Italia. Questa volta, a finire ai domiciliari è stato Giorgio Rossetto, 62 anni e una vita passata a guidare il mondo autonomo del torinese. Conosciuto per le sue scorribande durante i cortei, è fra i principali imputati del maxi processo che è ripartito nel capoluogo piemontese per gli scontri durante le manifestazioni del primo maggio del 2017 e del 2019. Da mercoledì erano scattati per lui gli arresti domiciliari: l’uomo, già costretto a regime di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bussoleno, in provincia di Torino, è indagato dalla Procura anche per una violazione delle disposizioni.
Ieri Rossetto si sarebbe dovuto presentare in aula per rispondere alle accuse legate ai fatti del 2017, ma è risultato assente. A svelare il motivo della mancata presenza al Tribunale di Torino è stato l’avvocato dell’anarchico: il suo assistito avrebbe voluto presenziare ma, nonostante avesse inviata istanza, non aveva ancora ricevuto risposta dal tribunale di sorveglianza.
Il legale di Rossetto ha anche svelato il motivo del nuovo provvedimento cautelare: il leader del centro sociale Askatasuna dovrà scontare una condanna superiore ai due anni di reclusione, ormai irrevocabile, per gli incidenti fra no-Tav e forze dell’ordine avvenuti in Val di Susa nel 2011. Sebbene fosse dovuto finire in carcere, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per motivi sanitari in quanto il 62enne ha recentemente riportato gravi difficoltà fisiche dopo un infortunio.
L’ordinanza era stata emessa l’8 ottobre 2024 ma è stata notificata all’anarchico solo mercoledì sera. Nel corso dell’udienza i giudici hanno dichiarato illegittimo impedimento per Rossetto e rinviato la causa al prossimo 4 aprile.
La condanna è la conseguenza del processo che ha visto imputate decine di persone per gli scontri avvenuti il 27 giugno e il 3 luglio 2011. In quei giorni la polizia organizzo una maxi operazione per sgomberare il grande presidio dei No Tav alla Maddalena di Chiomonte, in Val di Susa. Lìi manifestanti, insieme ad anarchici, centri sociali e sigle antagoniste, avevano costruito diverse trincee per impedire l’avvio del primo cantiere dell’alta velocità Torino-Lione. Il bilancio degli scontri fu drammatico, tanto che in ospedale finirono oltre 60 agenti fra poliziotti, carabinieri e finanzieri, più una trentina di no-Tav. Al termine della guerriglia l’area nei pressi della Maddalena di Chiomonte fu consegnata dalle autorità di polizia alla ditta dei lavori.
Ma il 3 luglio la situazione precipitò ancora di più, con centinaia di attivisti che tentarono di attaccare le recinzioni. In quell’occasione, un gruppo di anarchici circondò un carabiniere, lo riempì di botte e lo sequestrò per alcune ore. Momenti di grande paura che però non rientrano fra i fatti presi in esame dal processo: Rossetto fu condannato soltanto per i fatti accaduti il 27 giugno.
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