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Libero Rassegna Stampa
31.01.2025 Gli ostaggi rischiano la vita durante il rilascio
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 31 gennaio 2025
Pagina: 13
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Gli ostaggi rischiano la vita durante il rilascio»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/01/2025, a pag. 13, con il titolo "Gli ostaggi rischiano la vita durante il rilascio", la cronaca di Amedeo Ardenza.

L'anziano Gadi Moses liberato a Gaza con l'ultimo gruppo di ostaggi. Anche lui ha dovuto passare le forche caudine di una folla urlante di palestinesi pronti a scatenare un linciaggio.

Otto ostaggi sono tornati ieri alla vita in tre liberazioni separate. Dopo 481 giorni di prigionia a Gaza, giovedì sono stati liberati tre israeliani e cinque thailandesi, tutti rapiti il 7 ottobre del 2023 nel sud dello Stato ebraico. La prima a essere stata rilasciata è Agam Berger, soldatessa 20enne sequestrata dalla base militare di Nahal Oz. Al pari delle quattro militari liberate sabato scorso, anche Agam è dovuta salire su un palco e, circondata da uomini armati e dal volto coperto, salutare il pubblico mentre le veniva consegnato un “attestato da ostaggio”. Unica differenza: la grottesca cerimonia è avvenuta a Jabalya, nel nord della Striscia, anziché a Gaza City come già per le sue sorelle di sventura. Molto più drammatica la liberazione di Arbel Yehud. Della 29enne israeliana Arbel, rapita assieme al fidanzato Ariel Cunio dal kibbutz Nir Oz, non si sono avute notizie per lunghi mesi. Quando infine Israele e Hamas hanno firmato l’intesa per una tregua, Arbel avrebbe dovuto essere liberata per prima, salvo che Hamas sollevò “problemi tecnici”. Problemi svelati il 25 gennaio quando la Jihad islamica ha fatto sapere con un video che la ragazza era nelle sue mani. Ieri Arbel è stata liberata a Khan Younis, nel sud della Striscia. Le tv globali hanno ripreso le scene della giovane con il terrore negli occhi circondata da uomini incappucciati e una folla urlante che si stringeva attorno a lei mentre veniva sospinta versa il furgone della Croce Rossa.
Stesso trattamento per l’anziano Gadi Moses, quasi travolto da una folla ostile. Immagini che hanno provocato la reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: «Valuto con la massima severità le scene scioccanti viste durante il rilascio dei nostri ostaggi». Il capo del governo ha chiesto ai mediatori «che si assicurino che scene così terribili non si ripresentino e garantiscano la sicurezza dei nostri ostaggi».
E ancora: «Questa è una prova ulteriore dell’inconcepibile brutalità dell’organizzazione terrorista Hamas». La liberazione dell’80enne Moses, il primo uomo dall’inizio della tregua, fa pensare che non ci siano più donne israeliane in vita nelle mani di Hamas.
Ieri hanno ritrovato la libertà anche cinque lavoratori thailandesi. «Noi non abbiamo nulla a che fare con questo conflitto: è capitato che fossero lì, perché lavoravano nelle fattorie e nei kibbutz», ha dichiarato Pannabha Chandraramya, ambasciatrice di Thailandia in Israele, mentre guardava le immagini dei suoi concittadini appena liberati, tutti fra i 28 e i 35 anni. I cinque uomini sono stati portati allo Shamir Medical Center per accertamenti: ad accoglierli fra uno sventolio di bandiere israeliane e del loro Paese c’era un medico militare inviato dal Reale esercito thailandese. Per loro sono state approntate camere separate, e cartelli e indicazioni nella loro lingua. Sono 41 i cittadini dell’ex Siam rimasti uccisi durante il pogrom del 7 ottobre; altri 23 sono stati rapiti e 17 liberati durante il primo scambio fra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi a novembre 2023. Ieri la stampa del Paese asiatico ricordava che nei giorni subito successivi agli attacchi contro Israele da sud (Hamas) e da nord (Hezbollah), circa 7mila lavoratori erano rientrati in patria con gli aerei messi a disposizione del governo di Bangkok. Ma il lavoro in Israele non manca e, se prima del 7 ottobre 2023 si contavano meno di 30mila immigrati thailandesi, oggi il loro numero sfiora le 38mila unità.
Mentre la liberazione dei cinque thailandesi nasce da un accordo separato fra il governo di Bangkok e Hamas con la mediazione del Qatar, per riavere i tre cittadini israeliani il governo di Gerusalemme ieri ha scarcerato 110 detenuti palestinesi non senza aver prima rallentato la loro uscita dalla prigione a seguito della diffusione delle immagini sulla liberazione di Arbel Yehud e dell’80enne Gadi Moses. Infine, Steve Witkoff, inviato del Presidente Trump in Medio Oriente, ha dichiarato alla ABC che uno degli ostaggi americani verrà rilasciato oggi.
Sono stati rilasciati dalla polizia israeliana Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell’Europarlamento e atttivista pacifista, e il giornalista del Sole 24ore Roberto Bongiorni, fermati in mattinata a Tuba (a sud di Hebron), perché entrati in una zona militare.

 

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