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Libero Rassegna Stampa
30.01.2025 Usa: ricostruiremo Gaza senza Hamas
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 30 gennaio 2025
Pagina: 14
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Oggi tornano a casa altri tre ostaggi israeliani»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/01/2025, a pag. 14 con il titolo "Oggi tornano a casa altri tre ostaggi israeliani" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

L'inviato statunitense Steve Witkoff in visita in Israele e a Gaza, per preparare il dopoguerra. Come era prevedibile, Giordania ed Egitto non vogliono prendersi i profughi palestinesi da Gaza. Witkoff rassicura Israele: non si ricostruirà Gaza prima di aver messo in sicurezza Israele e prima di aver cacciato Hamas dal potere.

L'accordo Israele-Hamas tiene e oggi verranno liberati dai palestinesi tre ostaggi israeliani, più cinque cittadini tailandesi. I primi sono due donne, la cittadina israelo-tedesca Arbel Yehud, 29 anni, e la soldatessa Agam Berger, 20 anni, e un uomo, l’anziano civile Gadi Moses, 80 anni. Sabato altri tre ostaggi verranno rilasciati, per un totale di 11 questa settimana. Israele, in cambio, rilascerà oggi 110 detenuti palestinesi, fra i quali 30 minorenni, 32 ergastolani e 48 condannati ad altre lunghe pene. Qatar e Turchia ospiteranno quei palestinesi che abbiano condanne per omicidio.
La preoccupazione sale sempre di più per le condizioni della famiglia Bibas. Tanto che Israele ha inviato, attraverso degli intermediari, «un chiaro messaggio» ad Hamas chiedendo informazioni ufficiali sulle condizioni di Shiri e dei due bambini, Ariel e Kfir, di 5 e 2 anni, rapiti il 7 ottobre nella loro casa nel kibbutz Nir Oz.
Il marito della donna e padre dei bambini, Yarden Bibas, preso in ostaggio separatamente, dovrebbe essere rilasciato nella prima fase dell'accordo.
L’inviato del presidente americano Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, s’è recato prima in Arabia Saudita, poi in Israele, per discutere i piani di Washington per la Striscia di Gaza. Secondo il giornale Al-Araby Al Jadeed, Witkoff ha promesso a Netanyahu che «gli Stati Uniti rinvieranno la ricostruzione della Striscia di Gaza finché non saranno stati concordati i piani per la sicurezza delle comunità israeliane sul confine”. Netanyahu ha già in programma di incontrare Trump il 4 febbraio, quando sarà il primo leader straniero a visitare la Casa Bianca con la nuova amministrazione. Al piano americano per sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza, il presidente egiziano Abdel Al Sisi ha ribadito il suo “no”.
L'inviato statunitense ha ispezionato col ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer la Striscia di Gaza. Ha visitato il corridoio Netzarim, che taglia la Striscia in due, e il corridoio Filadelfia, sul confine egiziano, intrattenendosi con soldati delle forze speciali israeliane e contractor americani di una compagnia privata che aiuta l’alleato a sorvegliare i profughi palestinesi che tornano nel Nord della Striscia. Poi ha avuto colloqui coi ministri della Difesa e degli Esteri Israel Katz e Gideon Sàar.
Sono 500.000 gli sfollati tornati nel Nord di Gaza in 72 ore, ma il 90% di essi non ha più una casa. Le forze israeliane hanno bombardato un carro trainato da cavalli ad Al-Jisr, a ovest del campo profughi di Nuseirat, uccidendo una bimba di 5 anni, Nadia Mohammed al-Amoudi, e ferendo tre persone. Sono stati segnalati spari da veicoli militari israeliani al valico di Rafah.
Proprio a Rafah sono diretti sette carabinieri italiani del 7° Reggimento Trentino Alto Adige, per partecipare alla missione di pace europea EUBAM (European Union Border Assistance Mission) per l’assistenza umanitaria sui confini. Ai carabinieri il ministro della Difesa Guido Crosetto ha augurato buon lavoro spiegando che «l’iniziativa riflette l’attenzione del nostro Paese nella promozione della stabilità e della solidarietà internazionale».
Da oggi scatta la chiusura degli uffici dell’UNRWA, l’agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi che il governo ebraico definisce «piena di agenti di Hamas, impiegandone 1.200 membri fra cui terroristi che hanno partecipato agli attacchi del 7 ottobre 2023».
L’altra tregua, quella in Libano, è sempre malferma. Mentre Israele rifiuta di ritirare le sue truppe dalla fascia tra la Linea Blu, il confine israelo-libanese, e il fiume Litani, accusando Hezbollah e l'esercito libanese di non stare ai patti, gli sciiti filoiraniani si fingono “virtuosi” consegnando una base vuota. Come documentato dalla tv saudita Al Arabiya, Hezbollah ha consegnato alle truppe libanesi una base missilistica sotterranea molto ampia e con tunnel abbastanza grandi da far passare autocarri con rampa di lancio mobile. I bunker erano privi di equipaggiamenti, che gli sciiti hanno rimosso, ma la loro esistenza mostra quanto sia pericolosa Hezbollah. Droni israeliani hanno ancora attaccato in Libano, causando 24 feriti a Nabatieh. Il premier libanese Najib Mikati s'è appellato al generale americano Jasper Jeffers, che monitora la tregua, affinché «garantisca che Israele rispetti i propri obblighi».

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