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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
23.01.2025 Chi marcia per la ‘Pace’ con i nazisti di Hamas ci risparmi la moralina su Musk
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 23 gennaio 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Chi marcia per la ‘Pace’ con i nazisti di Hamas ci risparmi la moralina su Musk»

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Chi marcia per la ‘Pace’ con i nazisti di Hamas ci risparmi la moralina su Musk".


Giulio Meotti

Elon Musk ha sempre onorato la Memoria e sostenuto il popolo ebraico. Ha anche visitato i luoghi del 7 Ottobre, assieme a Netanyahu. Ora gli viene cucita addosso l'etichetta di "nazista" a tutti i costi, proprio da chi ha sempre marciato per la "pace" al fianco dei nazisti (autentici) di Hamas.

Non sono passate nemmeno 24 ore dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump ed già partita la reductio ad hitlerum. Questa volta non è Trump a essere marchiato come Hitler 2.0, ma Elon Musk.

Non era facile trasformare in un nazista il miliardario schierato con Israele, che indossa la spilla a sostegno degli ostaggi ebrei presi dai terroristi palestinesi, che va ad Auschwitz, che si è dichiarato “ebreo per associazione” e che è andato a vedere i kibbutz devastati da Hamas con il premier israeliano.

Musk, in preda all’entusiasmo e a una certa mancanza di inibizione, grida alla folla: “Il mio cuore va a voi”. Poi porta la mano al petto quasi ad afferrare il cuore e lanciarlo verso il pubblico. Un “saluto nazista”. Detto fatto.

“Caro Musk, ecco perché anche tu hai bisogno del fact checking. E cari lettori, siamo onesti: un gesto controverso, non un saluto romano”.

La parola fine a questa ridicola storia del saluto romano di Musk l’ha messa L’Espresso, che è un giornale ridicolo nelle sue battaglie progressiste ma che in questo caso sembra aver ritrovato un po’ il senno della ragione e infatti su Musk è travolto dagli insulti dei propri lettori. Il bollino ufficiale su Musk arriva poi dall’Anti Defamation League, organizzazione di affiliazione Democratica e liberal: “Non è un saluto nazista”.

“Trovate trucchi migliori”, risponde Musk.

Il presidente argentino Javier Milei: “Nazista, le mie palle. Musk ha comprato X in un atto che è stato considerato folle dal punto di vista commerciale, ma che sarà senza dubbio considerato uno dei suoi grandi contributi all’umanità, prendendo il controllo di una piattaforma che avrebbe dovuto essere un forum per il dibattito pubblico, ma si è scoperto che era previsto che cancellassero qualsiasi discorso che non fosse il discorso egemonico del woke. Ora l’intero movimento progressista internazionale sta cavalcando l'onda di questo gesto innocente per marchiarlo come nazista. Lunga vita alla libertà, carajo!”.

“Come persona con una forte esperienza di critica a Elon Musk, mi sento estremamente sicura nell’affermare che non era un saluto nazista” scrive la giornalista ebrea americana Batya Ungar-Sargon. “Elon Musk è un amico degli ebrei. Questo è un uomo con la sindrome di Asperger che lancia esuberantemente il suo cuore alla folla. Non abbiamo bisogno di inventare l’indignazione”.

Invece sì, c’è chi ne ha bisogno per rifarsi una verginità.

Sono i coristi dell’orchestra funebre dal fiume al mare, quelli che il 7 ottobre erano contro Hamas, che l’8 ottobre erano già un po’ più timidi a dirsi contro Hamas e che il 9 ottobre erano già passati con la “Resistenza”.

Prendiamo uno tra i tanti: Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria nazionale del Pd, uomo forte di Elly Schlein, che oggi attacca Musk. Furfaro ha partecipato alla “Conferenza dei palestinesi d’Europa” organizzata a Milano (Schlein alla fine non è andata). C’era Mohammad Hannoun, accusato di raccogliere fondi per Hamas e che a La7 ha detto: “Hamas sono i nostri partigiani e non hanno massacrato i civili israeliani”.

Musk è attaccato dal Fatto Quotidiano, il giornalaccio travagliesco delle manette, che ospita le intemerate di demagoghi di sinistra che inneggiano alla “resistenza palestinese”.

Per non parlare dell’Anpi, la finta associazione dei partigiani, che attacca Musk ma che da anni impedisce alla Comunità ebraica di sfilare il 25 aprile e che gratifica Hamas con il suo “pacifismo”.

Anziché a Musk, il PD dovrebbe pensare a non organizzare certi convegni. Anche lasciando stare l’ineffabile Francesca Albanese, c’era Alae Al Said, scrittrice e attivista palestinese, che ha scritto il 7 ottobre: “Una mattina d’autunno ti svegli e scopri che la Storia ha impugnato una penna e ha deciso: ‘Oggi scrivo il capitolo più bello di tutti: quello della rinascita palestinese, di Gaza che rompe le mura della prigione, dell’oppresso che si ribella e scopre cos’è la paura’”.

Senza contare che da un anno la crème di intellettuali italiani antifascisti ci ripetono che i tagliagole di Hamas sono partigiani e Israele nazista.

Come Enzo Traverso, l’autore per Laterza di Gaza davanti alla storia: “I combattenti palestinesi che sgusciano fuori dai tunnel per colpire un esercito di occupazione non possono fare a meno di evocare i combattenti ebrei del ghetto”.

Se andiamo all’estero il doppio standard non cambia.

Iolanda Diaz, vice premier spagnola e paladina della nuova sinistra del PD, per protesta con Musk esce da X. “La Palestina sarà libera dal fiume al mare”, ha urlato la Diaz sui social. Hamas ringrazia.

Un asilo nido ebraico intanto a Sydney è stato incendiato, dopo che una sinagoga era stata bruciata a Melbourne. Il 9 ottobre 2023, appena due giorni dopo i massacri compiuti da Hamas, manifestanti si sono radunati davnti all’Opera House di Sydney per intonare “gas the Jews”. Non dicevano “cessate il fuoco”, ma “bruciamo le sinagoghe”.

Gli adepti di questo nuovo magma antisemita non fanno il saluto nazista, non vanno al passo dell’oca e non vestono camice nere, marciano invece ai rally per la “pace” e per “boicottare Israele” con le magliette colorate e i braccialetti dell’amicizia tra i popoli.

La Comunità Ebraica Progressiva di Bologna ha appena deciso di non partecipare ad alcun evento legato alla Giornata della Memoria. Anziché di Musk, il PD del sindaco Lepore dovrebbe occuparsi dei nuovi antisemiti che assaltano sinagoghe.

Non si torna indietro da un abisso così e questa sinistra sa che la storia li sta lasciando indietro. Che lo slancio non è più con il loro ciarlatanesimo filo islamico, la follia di genere e la cultura della cancellazione. Ciò che qui è esilarante, quasi accattivante, è la convinzione della sinistra di avere ancora l’autorità morale per parlare di “fascismo”.

Questa è la stessa sinistra che, negli ultimi 15 mesi, dopo il pogrom di Hamas contro gli ebrei, ha marciato spalla a spalla con i jihadisti che chiedevano ulteriori attacchi alla piccola nazione ebraica, che si è mescolata con gli islamisti radicali che annunciano il ritorno dell’“Esercito di Maometto” per finire gli ebrei, che sventolano cartelli che mostrano la Stella di David mutilata con la svastica nazista e che partecipano a manifestazioni in cui si fanno letteralmente i saluti nazisti in faccia agli ebrei.

Pagliacci ipocriti che vedono il fascismo ovunque e scusano i nuovi fascisti che rapiscono una ragazza ebrea, la stuprano e le tagliano la testa.

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