mercoledi` 05 febbraio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
21.01.2025 La rivoluzione di Trump è già iniziata
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 21 gennaio 2025
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Il nuovo spirito americano che l’Europa non può capire»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/01/2025, a pag. 1 con il titolo "Il nuovo spirito americano che l’Europa non può capire" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Donald Trump nel suo discorso inaugurale fa risorgere l'orgoglio dell'eccezionalismo americano. L'Europa si lamenta (unica invitata era Giorgia Meloni) perché rischia di rimanere veramente indietro, non capendo la svolta americana.

Donald Trump ci ha consegnato l’immagine della Fortezza Americana. Il suo discorso di giuramento è diverso da quello del primo mandato, perché nella sua durezza in realtà è intriso di ottimismo, a un certo punto sembrava quasi di rivedere il sogno kennediano, “l’agire ancora con coraggio, vigore e vitalità”.
Cosa c’era di differente tra il Kennedy che annunciava la corsa alla Luna e il Trump che vuole “mettere la bandiera su Marte”? È lo spirito americano che si rinnova in uno scenario mondiale dove le potenze stanno ricostruendo le loro sfere d’influenza.
Vista con gli occhi di un europeo quella di Trump è una sfida sfrontata, ma è proprio questa distanza tra noi e loro che bisogna colmare, quando Trump snocciola lo slogan “drill, baby, drill” e annuncia un boom nell’esplorazione, nell’estrazione e nell’esportazione degli idrocarburi sta raccontando al mondo che gli Stati Uniti sono anche gas e petrolio, non solo Coca Cola e General Motors.
La traduzione è che siamo di fronte a un vincolo inscindibile e a una scelta di campo, l’Europa che pensa a una posizione autonoma è come Icaro che pretende di volare con le ali di cera al sole battente, non abbiamo materie prime, non esiste un esercito, siamo imbelli, vecchi e bisognosi di assistenza, l’Europa è un nano tecnologico (bastava vedere i volti presenti nella Rotonda di Capitol Hill: Musk, Zuckerberg, Bezos, Pichai... i titani dell’innovazione a omaggiare The Donald), capace di consumare ma del tutto inadatto a inventare cose che trasformano il mondo, dunque abbiamo bisogno degli Stati Uniti per non soccombere.
Il problema è che non è detto che l’America abbia bisogno di noi, la quota di produzione mondiale dell’Europa è in inesorabile calo. Trump non parlava a noi, nella rotonda di Capitol Hill, il suo era un discorso per gli americani che lo hanno votato, un intervento potente dove ha messo in risalto l’eccezionalismo americano, un messaggio a Vladimir Putin che oltre un decennio fa con un articolo sul New York Times aveva affermato proprio che l’eccezionalismo americano era finito.
L’Europa è un capitolo da riscrivere, non a caso era presente, unico premier, Giorgia Meloni, lei è un mondo nuovo, il problema è che il club vive di ricordi.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT