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Panorama Rassegna Stampa
28.09.2002 26/3/02 Omissioni & Indecenze
"Perché la situazione di oggi non può essere giustificata con gli errori del dopoguerra"

Testata: Panorama
Data: 28 settembre 2002
Pagina: 1
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Israele e le colpe dei paesi arabi»
Israele e le colpe dei paesi arabi
Perché la situazione di oggi non può essere giustificata con gli errori del dopoguerra.
di SERGIO ROMANO

"Mi chiedo perché così tanti si scaglino contro Israele, mentre sembra che gli stati arabi siano esonerati da ogni critica. Intendiamoci, credo che gli insediamenti israeliani nei territori occupati siano un'umiliazione per i palestinesi, ma non dobbiamo scordarci che Israele è la patria di più di 1 milione di arabi che hanno un livello di vita più alto che in quasi tutti i paesi islamici. Dopotutto il problema palestinese è anche dovuto al fatto che Israele ha accolto gli ebrei che dopo la nascita dello stato ebraico sono stati cacciati dai paesi musulmani, mentre gli stati arabi, Giordania esclusa, non hanno fatto altrettanto con i palestinesi. E non mi risulta che abbiano fatto granché per alleviare le sofferenze dei rifugiati palestinesi. Forse hanno preferito che restassero nei campi profughi per alimentare l'odio contro Israele." Enrico Villa

Quasi tutte le lettere giunte negli scorsi giorni (per esempio quelle di Alessio Borraccino, Giuseppe Diotto, Carmela Ieroianni) criticano generalmente la politica del governo Sharon. La lettera di Enrico Villa, pur comprendendo lo stato d'animo delle popolazioni palestinesi, riecheggia invece un vecchio tema della propaganda israeliana. Furono gli stati arabi (ricorda frequentemente Israele) che respinsero la spartizione decisa dall'Onu e aggredirono con le loro forze armate lo stato ebraico. E furono gli stati arabi che dettero prova di grande insensibilità per la sorte dei rifugiati palestinesi. La Giordania li accolse, è vero, in due occasioni: dopo la guerra del 1948 e dopo quella del 1967. Ma non appena i palestinesi divennero uno stato nello stato e cominciarono a servirsi del territorio giordano per le loro incursioni contro Israele, il governo di Amman li costrinse con le armi ad andarsene. Conviene ricordare tuttavia che non esisteva nel 1948 una nazione palestinese. Esisteva un territorio arabo che era appartenuto all'Impero ottomano e che la Gran Bretagna aveva amministrato, con un mandato della Società delle nazioni, dopo la fine della Grande guerra. Quando gli inglesi si risolsero ad andarsene e l'Onu decise di riconoscere il diritto ebraico a uno stato nazionale, i paesi arabi della regione cercarono di impedirlo e di spartirsi la vecchia provincia ottomana. Sbagliarono? Forse. Ma non è difficile comprendere perché rifiutassero di pagare agli ebrei un debito di cui altri, in Europa, erano responsabili. Il vero errore fu quello di utilizzare i rifugiati palestinesi, come osserva Enrico Villa, per impedire che la questione si chiudesse con un compromesso politico. I paesi arabi non compresero che i campi, dove i palestinesi furono costretti a vivere, sarebbero divenuti la culla di una nuova nazione e che quella nazione avrebbe reclamato la sua terra: contro Israele anzitutto, ma anche contro gli stati della regione che avevano tentato d'impadronirsene. Non mi sembra tuttavia che le colpe dei paesi arabi possano giustificare la politica di Ariel Sharon e possano essere addebitate ai palestinesi. Oggi la partita non è più tra Israele e coloro che nel 1948 cercarono d'impedirne la nascita. I principali antagonisti sono ormai lo stato israeliano e la nuova nazione che è andata progressivamente assumendo, negli anni dell'esilio, una identità nazionale.

Su Panorama del 28-3-2002, nel rispondere ad una lettera a firma Enrico Villa, Sergio Romano scrive: "...Quando gli inglesi si risolsero ad andarsene e l'ONU decise di riconoscere il diritto ebraico a uno stato nazionale, i paesi arabi della regione cercarono di impedirlo e di spartirsi la vecchia provincia ottomana".
Sergio Romano, cosa non da poco, dimentica di scrivere che l'ONU riconobbe anche ai palestinesi uno stato, ma che gli arabi rifiutarono dichiarando immediatamente guerra al neonato stato d'Israele.
Dimenticanza? Omissione voluta? Romano è uno storico e la storia la conosce bene. Propendiamo per la seconda ipotesi.
Romano continua sostenendo che gli arabi "...non è difficile comprendere perchè rifiutassero di pagare agli ebrei un debito di cui altri,in Europa, erano responsabili". Da qui a dire a chiare lettere che gli israeliani fanno ai pelestinesi quello che i nazisti hanno fatto agli ebrei non corre molta differenza.
Parole inaccettabili, concetti aberranti che non tengono conto della lunga e tormentata storia israelo-palestinese che non comincia certo nel 1948.
Concetti gravissimi, omissioni tendenziose, che richiedono le più ferme proteste dai lettori di Informazione Corretta.



I lettori che desiderassero esprimere le loro impressioni su questo articolo possono scrivere alla redazione di Panorama. Cliccando sul link sottostante si aprirà una mail pronta per essere compilata e spedita.



rossella@mondadori.it

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