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Libero Rassegna Stampa
16.01.2025 Le sinistre sono disperate
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 16 gennaio 2025
Pagina: 1/15
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Una polemica al giorno: l’opposizione è disperata»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 16/01/2025, a pag. 1/15, con il titolo "Una polemica al giorno: l’opposizione è disperata", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

"Tecnodestra". Il neologismo che va di moda, a sinistra, per stigmatizzare Elon Musk. La sinistra inventa sempre nuove polemiche e nuovi pericoli all'orizzonte, evocando perennemente lo spettro del fascismo. Ma non ha idee, né programmi.

In modo disperato e casuale, senza un criterio, senza una bussola, soprattutto senza una prospettiva politica degna di questo nome, l’opposizione pare dedita a quella che potremmo chiamare una ”pesca delle occasioni”.
Parlano, straparlano, twittano, vergano compulsiva mente comunicati su quello che capita, in genere sul tema su cui si presume che i tg costruiranno i “panini” per l’edizione di pranzo e poi per quella di cena (e quindi si va a caccia degli agognati quindici secondi “in voce” per il Bonelli di turno). Il dichiarazionificio è sempre aperto, ma in modo superficiale e sciatto, sotto l’impulso di una polemica automatizzata e in ultima analisi fastidiosa, di una micro-conflittualità da forzati della rissa.
E – ciò che sgomenta – a sinistra nemmeno si rendono conto di quanto proprio questo giovi a Giorgia Meloni, a cui basta parlare pochissimo per rendersi diversa dal resto della comitiva, e per recitare la parte dell’adulta nella stanza, mentre i bambini fanno chiasso.

ATTENUAZIONI

Cecilia Sala rapita? I bambini strillano e polemizzano contro il governo. Cecilia Sala liberata?
I bambini (ingrugnati e attapirati perché il governo ha segnato un punto) cercano qualcos’altro. E cosa? In genere le peggiori scelte possibili: frasette giustificazioniste per i maranza, attenuazioni e divagazioni ogni volta che c’è di mezzo un islamico, e invece una strisciante campagnetta velenosa contro poliziotti e carabinieri.
Qui il cortocircuito è totale: le stesse facce che chiedono “ascolto” e comprensione per immigrati e violenti di seconda generazione improvvisamente si irrigidiscono quando si tratta di un uomo in divisa, e – oplà – il pregiudizio positivo si trasforma in un attimo in presunzione di colpevolezza all’interno di un processo mediatico costantemente aperto.
In tv e nei talk-show vale lo stesso: sia quando i faccioni di sinistra giocano in casa (cioè nella stragrande maggioranza dei casi) sia quando si trovano in trasferta. L’evergreen è la polemicuzza contro Meloni e Salvini, contro Trump e Musk, contro le destre (varianti: l’ultradestra, la tecnodestra, la destra-destra). Segue un tocco di fascismo (quello non manca mai) e poi si ricomincia dalla casella di partenza. Sempre indignati, sempre sprezzanti contro gli eletti e pure contro gli elettori di centrodestra, ma mai armati di uno straccio di soluzione realistica e praticabile da mettere sul tavolo come contributo alla discussione.

ZERO PROPOSTE

Alzi la mano chi possa dire di conoscere una sola proposta concreta dell’opposizione, un tema forte, un cavallo di battaglia in positivo, un punto della loro agenda, qualcosa che assomigli a un controprogramma di governo, a un embrione di alternativa sui contenuti. Molto semplicemente non c’è nulla di tutto questo, e anzi pare che praticamente nessuno nei gruppi dirigenti della sinistra avverta questa mancanza come un problema.
Pensare – in queste condizioni – di battere Meloni è utopia.
Ma ancora più irrealistico è ipotizzare che una quota rilevante di italiani (di quelli, diciamo, meno schierati politicamente, con un minore senso di appartenenza partitica, con scarsi o nulli vincoli ideologici) possa anche solo prendere in considerazione un’offerta politica così inconsistente e nevrastenica, una specie di fastidioso rumore di fondo.

RISCHIO FASCISMO

Va detto che pure la sinistra “editoriale” e culturale non va oltre questo logoro copione: ogni giorno grida “al lupo, al lupo” per indicare un inesistente rischio-fascismo.
E contemporaneamente ogni giorno si inventa “casi” che dovrebbero vedere il governo spaccato-lacerato-in crisi. Pura propaganda a cui non credono più nemmeno i lettori e gli elettori di sinistra. Risultato? Nei sondaggi di questo mese, il governo è al massimo di consenso, e l’opposizione sempre più sfocata e in lontananza: in ultima analisi, fuori partita. Contenti loro...

 

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